ASIA: DA DAMASCO A ISLAMABAD A SHANGHAI GLI STATI UNITI IN AFFANNO. LE AMBIZIONI NON SONO ALL’ALTEZZA DELLE CAPACITA’.di Antonio de Martini

I giornali di oggi fanno del loro meglio per attenuare lo scacco tedesco a Bruxelles e quello americano a Ginevra, quest’ultimo avvenuto nel negoziato USA- Russia sulla Siria.
Il succo della vicenda è che Bashar el Assad non dovrà essere costretto da stranieri a lasciare l’incarico. Dunque, sarà lui a assicurare la transizione. Vittoria netta delle tesi russe.
Non è detto che i contraenti mantengano l’impegno, ma certo avrebbero fatto volentieri a meno di prenderlo..

L’ambizione con cui l’amministrazione Obama ha affrontato il problema dell’area MENA ( Middle East& North Africa) prima, l’accerchiamento della Cina poi ed infine la penetrazione nell’area Kazakistan- Turkmenistan- Kirghizistan e infine l’area Af- Pak ( Afganistan, Pakistan), collegando il tutto in una cornice unica, non sta reggendo all’impatto con la realtà.
Causa, prima l’insipienza e poi la capacita manovriera dei Cinesi e dei Russi che – ormai sembra evidente – operano di concerto e conoscono meglio storia e cose dell’Asia e sono protagonisti del ” Grande Gioco” da oltre un secolo.
A Damasco è andata male per ora, ma non sta andando bene nemmeno in Irak, dove Nuri al Maliki, il premier inventato dagli USA, si è affrancato ed ha appena dichiarato che Arabia Saudita e Bahrein stanno finanziando forze di opposizione per rovesciarlo e umiliare ancora una volta l’indipendenza e le libertà democratiche conquistate e che loro si sognano.
La dichiarazione l’ha resa al network TV ” Mayadeen” creata dagli scissionisti di Al Jazeera, la principale TV filo americana dell’area.
Accusare Sauditi e Bahrein equivale a fare direttamente il nome di Barak Obama, salvo il paradosso che la Repubblica per antonomasia si è alleata con le due monarchie più retrive del mondo per….esportare la democrazia e i diritti umani.
L’Iran di Ali Khamenei, ha felicemente superato il dodicesimo anno di minacciosa isteria antinucleare senza subire attacchi militari – a parte qualche omicidio di laureati ed attacchi cibernetici – ed ora sta riuscendo a negoziare con Lady Ashton una parvenza di accordo.
Arriviamo al cuore dell’Asia e dei problemi di inadeguatezza di cui soffre l’impero americano.
La Clinton e il segretario alla Difesa Leon Panetta sono venuti in pellegrinaggio a due riprese nell’anno. Giri di una settimana/nove giorni ciascuno.
Il Pakistan , prima potenza nucleare islamica, è l’ambiguo alleato degli USA nella guerra di Afganistan ed è anche l’ambiguo alleato dei Talebani nella guerra afgana contro la NATO, mentre gli USA hanno reclutato bande Afgane che fanno spedizioni punitive in Pakistan ( scorsa settimana 18 militari pakistani uccisi e decapitati ( stile salafita- saudita) in scontri di frontiera) dove non possono più decentemente colpire coi DRONE che hanno una percentuale di danni collaterali superiore a quella dei bersagli centrati.
Il PEW GLOBAL ATTITUDES PROJECT , ha fatto una inchiesta demoscopica per misurare i sentimenti dei pakistani verso gli USA: 74% ha usato la parola ODIO per definire quel che prova. La percentuale di approvazione di Obama, è la più bassa mai registrata. Pare che persino Ben Laden avesse una più alta opinione del Presidente USA.
Il sondaggio è dello scorso mercoledì.
Il comandante USA in Afganistan , generale John Allen è venuto a giocare la carta dell’amicizia cameratesca tra militari ed ha proposto al capo delle FFAA pakistane, Parvez Kayani, azioni congiunte nell’area di frontiera e designazione degli obbiettivi condivisa.
Risposta: le Nazioni Unite stanno considerando di definire ” crimine di guerra” gli attacchi coi DRONE.
Come la Germania non si capacita del voltafaccia francese, gli americani stentano a credere che i generali duri e tosti che oggi li mettono in mora siano gli stessi che fino a due mesi fa accettavano ” bakhshish” sottobanco .
L’onore ( lo scharaf) pakistano è stato profondamente vulnerato e la musica è immediatamente cambiata.

Il “primo violino” che ha contribuito a far cambiare musica ai pakistani è ricomparso nel paese lo scorso maggio ed è un giovanissimo allievo di Dmitri Scepilov – l’uomo che iniziò la penetrazione sovietica nel Levante ai primi anni ’50 – si chiama Samir Kabulov e trattava con l’Intelligence pakistano ai tempi in cui erano i russi ad occupare .
A settembre sarà seguito dal Vladimir Putin in persona, nella prima visita di un leader russo dalla fondazione del paese.
Porta ai Pakistani quel che hanno sempre desiderato: l’autonomia strategica energetica che sola può affrancarli dagli Stati Uniti e porre le premesse dello sviluppo.
Oggi l’energia elettrica viene distribuita solo poche ore al giorno, le centrali elettriche sono obsolete il carburante costa e viene dosato politicamente.
Kabulov ha proposto e Putin viene a firmare:
A) come rimedio alla corruzione, niente gare tra privati, ma accordo tra governi.
B) Gazprom offre la tecnologia e ” se necessario” assistenza finanziaria
C) realizzazione del programma CASA ( central Asia, South Asia) già finanziati dalla Banca Mondiale e della Banca Islamica per lo sviluppo
D) realizzazione e cointeressenza dei due gasdotti più importanti dell’Asia: il TAPI ( Turkmenistan, Afganistan, Pakistan, India) e IP ( Iran- Pakistan)

La Russia, in cambio di questa manna , chiede il concorso politico a scacciare gli occidentali dall’Afganistan, concessioni di ricerca petrolifera da sfruttare congiuntamente per rifornire di energia i tre più grandi clienti che ci siano: Cina, India e Iran.
La risposta pakistana è stata evidentemente entusiastica:
A) la proposta è accolta a luglio i russi riceveranno una bozza di accordo.
B) entro due mesi la legge sulle gare verra cambiata e aggiunta la possibilità di trattative tra governi
C) il MOU ( memorandum of Understanding ) verrà a firmarlo Putin in persona.
D) visto che ci siamo, invitiamo Gasprom a un appalto da 1,5 miliardi di dollari per il pipeline IP ( Iran Pakistan che gli USA non possono avere per evidenti motivi) e vi diamo subito l’aggiornamento tecnologico delle due centrali di Guddu e Muzaffatgarh.

Ecco cosa accade quando si pratica l’intrusione sistematica nell’altrui sovranità , quando si usano i DRONE invece che la cooperazione tra intelligence e quando si manda in giro in Oriente una donna e per soprammercato arrogante.

Qualcuno dirà che quel che non si è raccolto in Pakistan , lo raccoglieranno in India, dove tra pochi giorni ci saranno le elezioni presidenziali, il rivale tradizionale. Errato. L’alleato dei sauditi non piace.
Qui è intervenuta la Cina che ha illustrato i benefici che gli USA trarrebbero da un accentuato riarmo indiano in funzione anti cinese ed ha evidentemente saputo convincere il premier indiano Manmohan Singh ( che Monti ha incontrato il 26 marzo per la vicenda dei marò) mostrandogli a suo tempo la possibilità di trasformare gli ” Shanghai five ” in SCO ( Shanghai Cooperation Organization) destinata a dare all’India nuovamente il prestigio che Nehru ebbe con la creazione del gruppo dei paesi non allineati. Lo SCO ha preso vita con Cina, Russia e Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tajikistan.
Hanno ottenuto lo status di osservatore: India, Iran, Mongolia e Pakistan ( USA respinta la candidatura) . Partner di dialogo, altri due cani sciolti: Bielorussia e Sri Lanka.
India e Turchia hanno fatto sapere ufficiosamente di essere interessati a fare i “partner di dialogo”, tanto più che le repubbliche della steppa parlano lingue di ceppo turco e l’UE la Turchia non la vuole…
intanto il27 giugno sono iniziate nelle Hawaii e dintorni le manovre navali di difesa del Pacifico, cui la Cina non partecipa. Finiranno il 7 agosto e coinvolgono 25.000 uomini di 22 paesi diversi.
Come dire, le briciole.

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Commenti

  • antoniochedice  Il dicembre 12, 2014 alle 7:38 am

    L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:

    Primo luglio 2012. Putin rinunziò ad andare in Pakistan per non irritare gli USA. Oggi viene firmata una convenzione militare che inizia con la fornitura di elicotteri M35.

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  • luigiza  Il dicembre 12, 2014 alle 11:47 am

    Non mi meraviglierei se l’odio che gli USA stanno raccogliendo nell’area MENA causa le distruzioni ivi da loro causate, producesse a breve qualche amarissimo frutto nella loro homeland.
    C’è una vecchia locuzione che recita: occhio per occhio, dente per dente.
    E di occhi gli USA ne hanno fatti chiudere parecchi anzitempo.

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    • antoniochedice  Il dicembre 12, 2014 alle 1:02 PM

      Compresi gli occhi suoi accecati dall’odio monomaniaco verso gli USA. Perche non cerca di cambiare argomento?

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  • antoniochedice  Il dicembre 22, 2014 alle 3:48 PM

    @donato. Relata refero si cancella. Non accetti caramelle dagli sconosciuti.

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