Le polemiche sulla disfatta di Caporetto – siamo in Italia – sono ancora in corso. D’altronde siamo nel paese in cui i processi per omicidio si celebrano dopo venti anni.I fatti sono noti: un oscuro capitano tedesco operante sul fronte italiano, tale Erwin Rommel, si trovò inopinatamente, avanzando nella conca di Caporetto ( Engels – il partner di Marx che si interessava alla geopolitica – l’aveva identificata come punto di debolezza dello schieramento molti anni prima ) si accorse che questa non era presidiata da nessuno.
Decise di avanzare avvertendo il comando superiore. Gli credettero e il comqando austriaco si precipitò nella falla dello schieramento. L’omesso presidio territoriale alcuni sostengono fosse nello schieramento di competenza di Badoglio, altri del generale Capello. La commissione di inchiesta appurò fatti folcloristici, come ad esempio quello di un gruppo di soldati siciliani che dirottò …un treno ordinando al macchinista di far rotta per la Sicilia, ma la verità non emerse in modo univoco.
Il generale Cadorna – ormai già silurato, divenne il capro espiatorio, assolto solo di recente dagli storici. Resta in piedi l’accusa di aver scritto e firmato il bollettino annunziante la sconfitta, in cui si accusavano le truppe di viltà. Carlo Cadorna apporta su questo elemento non secondario un pò di luce . Pubblico con piacere e interesse un suo articolo eseguito anche grazie a documenti di famiglia. A. de M. Continua a leggere →
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