Mi ero ripromesso di non farmi più trascinare nel gorgo della questione d’Oriente, ma le continue richieste di spiegazioni sempre più insistenti di amici vecchi e nuovi e il complicarsi dei problemi mi costringe a riprendere l’opera di divulgazione, il più possibile oggettiva ma non spassionata, per aiutare i miei compatrioti a capire – e se possibile scansare – gli eventi verso cui siamo discesi ” con orgogliosa sicurezza”.
CHI LA FA L’ASPETTI
1 Partiamo non tanto dall’abbattimento del jet russo da parte turca ( a parer mio non è stata la Turchia), quanto dalla riedizione della Questione d’Oriente che questa riproduce a cento anni dalla sua crisi iniziale, o meglio da quando la crisi investì l’Europa in tutta la sua virulenza.
La Grecia ha avuto una serie di sconfinamenti aerei – anche di gruppo – da parte turca durante tutta l’estate e l’autunno, specie sui cieli delle isole più vicine alla Turchia ( Samo, Lesbo). L’agenzia Greek reporter le ha tutte segnalate, ma le autorità turche non si sono mai scusate, benche si sia trattato di un alleato NATO. Il ministro della Difesa greco – in rappresentanza della destra – se ne è lagnato ufficialmente almeno due volte.
2 La Turchia nel corso della guerra di Siria ha più volte motivato la propria neghittosità con l’argomento che non disponeva di mezzi aerei e contraerei idonei a contrastare un attacco siriano. La NATO inviò due batterie di missili antiaerei Patriot , non ricordo se danesi, sostituite poi da un reparto Patriot Spagnolo a difesa del confine aereo con la Siria.
3 Il primo comunicato parlava di uno scontro aereo tra F16 americani e Sukoi russi. Nei filmati distribuiti ai media non si vede traccia di aerei nel cielo del combattimento.
Inoltre col passar del tempo si sta dando per scontato l’uso di antiaerea, ma non si cita la presenza spagnola né la pregressa conclamata incapacità turca di fronteggiare i siriani, figuriamoci i russi.
A questo va aggiunto l’abbattimento dell’aereo passeggeri russo decollato da Sharm el scheich, pare da una bomba messa a bordo. Il Sinai è abitato da beduini che avrebbero difficoltà a caricare un orologio, figuriamoci ad innescare una bomba dopo aver eluso la sorveglianza. ( tenere a memoria che i media americani e britannici hanno insistito fin dal primo momento – a cadenza giornaliera – sulla tesi della Bomba che ha finalmente trionfato a tempo di record se pensiamo per un attimo che a decidere che c’era stata una bomba sull’aereo di Mattei o su quello di Ustica, ci son voluti anni).
LA TURCHIA E LA SORA CAMILLA
La Turchia, fin dai primi anni ottanta subisce il destino della fanciulla da marito che tutti corteggiano e nessuno si decide a sposare ( “la sora Camilla, tutti la vogliono e nessuno la piglia”).
i negoziati con la CEE ( Comunità economica europea) iniziarono allora, si trattò con monotona regolarità chiarendo che sarebbero stati dati aiuti economici e tariffe preferrenziali a patto che non inoltrasse domanda formale di adesione alla Comunità .
Tra i vantaggi offerti e, con spirito levantino prontamente accettati, ci furono i dazi e le tariffe sui prodotti della industria cotoniera e successivamente sui prodotti da conceria.
La ragione per cui la Turchia non era benvenuta non riguardava l’islam ne le convinzioni anticomuniste o la laboriosità dei suoi figli, ma la Costituzione Kemalista che imponeva ai militari l’obbligo di destituire il governo non appena avesse notato sentori di un ritorno al clericalismo islamico. Il Califfato ( titolo religioso) era stato abolito nel 1925 da Mustafa Kemal e non doveva risorgere.
Infatti accadde nel 1960 e nel 1980 ad opera del capo di stato maggiore dell’esercito pro tempore: i generali Gursel ( 1960)e Evren( 1980). All’indomani di ciascun colpo di stato la Turchia ebbe altrettanti boom economici, segno che la fiducia dei turchi nei militari era più forte che negli eletti.
L’arrivo di Erdogan al potere ( un nazionalista legato ad ambienti islamici)non fu ostacolato dai militari che vedevano in lui un soggetto moderatamente clericale ( specie rispetto alla confraternita di Gulen ed altri) e ritennero che avrebbe raccolto l’eredità del premier da loro insediato dopo la stabilizzazione: Turgut Ozal , clericale, economista originario di Konya ( la zona centrale turca più rigorista) che aveva liberalizzato l’economia assicurando una crescita ventennale a due cifre.
Le grane sopravvennero non tanto da parte dei clericali, quanto dalla componente nazionalistica della personalità di Erdogan. Cercò uno spazio geopolitico per la Turchia e ritenne di trovarlo negli ex possedimenti ottomani della penisola araba, specie dopo che il presidente francese Sarkpzy si dichiarò contrario all’ingresso della Turchia nella UE ( Dopo aver approvato la Bulgaria…) e rincarò la dose con una vecchia storia, proclamando che i turchi avevano sterminato gli Armeni.
Chiusa la via dell’Europa verso cui aveva fiduciosamente marciato, la Turchia si vede in casa una guerriglia curda alimentata da Israele ( che lo fa in funzione anti irak) , adesso si vede sbarrata la strada verso il protettorato sui paesi arabi .Intollerabile.
TURCHIA E RUSSIA
La Turchia fu protetta dagli anglo-francesi contro l’avidità russa durante la guerra di Crimea ( 1854) per poi incoraggiare i balcani a insorgere contro il potere turco, con lòe guerre balcaniche che fecero perdere alla Turchia i territori Bulgari, Greci ecc. Fino a ridurre i possedimenti turchi nei balcani ad una testa di ponte attorno a Adrianopoli. Queste guerre sercirono a indebolire gli ottomani in vista di futuri conflitti…
Prima e durante il primo conflitto europeo, Russia e Inghilterra ipotecarono le future conquiste di territori dell’impero ottomano offrendo pezzi di impero a possibili alleati esitanti: All’Italia fu offerto il riconoscimento di quanto già preso ( Libia e Dodecanneso), l’attribuzione di una zona di influenza anatolica con Smirne capitale; Alla Grecia fu offerta parte dell’Anatolia ( sempre con Smirne capitale !). I russi offrirono vasta area a est agli Armeni che infatti si ribellarono nel 1916 con massacri orribili che i turchi restituirono con gli interessi dopo l’uscita della Russia dal conflitto.
La Turchia nel secondo dopoguerra aderì alla NATO e fece parte ( fu un paese fondatore ) del Consiglio d’Europa ( una delle dodici stelle della bandiera è la sua).
Poi, passati Adenauer e De Gaulle, vennero i nani politici che osteggiarono questo partner fedele e combattivo, negandogli l’appartenenza a una comunità di cui era il principale bastione difensivo della zona più delicata e strategicamente importante e di cui, quando serviva fu accolto come socio fondatore.
Anche oggi, ha seguito gli input politici degli USA, si è accollato la responsabilità di un atto di guerra contro il suo più potente vicino ( mentre sospetto siano stati tecnici USA a lanciare il colpo) mirante a dissuadere la Francia dall’intesa anti daesch; Ha accettato la responsabilità in realtà franco americana di aver appoggiato l’ISIS ; ha sopportato anche gli aiuti militari agli odiati curdi con cui è in guerra da oltre un quarto di secolo, sta deglutendo il fatto di non aver parte nei giacimenti di gas scoperti nel Levante mediterraneo. Il tutto per inseguire un miraggio di integrazione con gli ammirati tedeschi che invece assieme agli USA hanno ereditato le attitudini truffaldine di sua maestà britannica quando si trova in difficoltà.
Ora l’unico spazio vitale a disposizione rimane l’area iranica, ma questo presuppone – oggi – un buon rapporto coi russi. Il capo di S M turco ha detto che proprio questo abbattimento può essere il primo passo per un dialogo atto a evitare scontri. Frase molto orientale.
Nel prossimo post: come evitare gli attentati. Passate la voce.
Commenti
Bentornato!
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Impressionante, almeno per me, il totale ribaltamento di prospettiva sulle cose del Vicino Oriente che offrono i suoi articoli.
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Se preferisce altro…
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Apprezzo molto il tuo richiamo al bollettino della vittoria di Armando Diaz; “risalgono in disordine le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”, ma dubito che sia stato colto da molti.
un forte abbraccio
charlie
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A forza di citare qualcosa resterà
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E gli attentati in Francia chi li ha organizzati? E perché Hollande va da Putin per combattere il terrorismo?
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Chi ha organizzato gli attentati lo scopriremo tra venti anni. Forse.
Hollande va a Mosca per “de-emphasize” il suo impegno a combattere assieme ai russi preso in un momento tribunizio: dopo colloqui con Obama, passerà a ” proficuo scambio di intelligence” che per uno che non ha capito nulla di quanto accedeva in Siria e…in Francia, è il colmo dell’improntitudine.
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Antonio sei il miglior esperto di arabismo e questioni mediorientali . Sei un faro nella nebbia della informazione falsa, tarocca, ignorante e pelosa dei media che contano.
Ho avuto anchio la sensazione, a naso e di solito non sbaglia, che non é stata la turchia ad abbattere l’aereo russo ma un seminatore di zizzania.
Grazie
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Fa piacere avere ammiratori tanto fideisti…..
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L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERA.
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