Anche l’Arabia Saudita sembra sul punto di ridurre il proprio impegno militare ad onta dell’arrivo recentissimo di 19.000 ” bombe intelligenti” proprio nei giorni scorsi. O forse proprio per quello.
Come i miei vecchi lettori sanno, il ministro della Difesa e vice principe ereditario , nonché figlio del re in carica, Mohammed ben Salman ben abdelaziz, ha presentato un ultimatum ai ribelli Houti che si stanno battendo da leoni contro le forze preponderanti Saudite, gli yemeniti del clan di Hadi ( il presidente rifugiatosi ad Aden ed ex vicepresidente di Salah il presidente defenestrato dagli USA) e le truppe degli Emirati Arabi Uniti, tra le quali spiccano gli ultimi arrivati: mercenari colombiani ingaggiati chissà da chi.
L’ultimatum del giovin signore saudita( quasi sciiti, in realtà, una via di mezzo) ai ribelli Houti consiste in due punti:
- tenersi a debita distanza dalla frontiera saudita
- Impegnarsi a non attaccare l’ex Presidente Hadi asserragliato a Aden.
il blogger anonimo saudita Mujahid fa notare malignamente che le precedenti richieste ultimative del ” Napoleone del deserto” erano tre:
- Riconoscimento del regime del presidente Hadi come unico e legittimo
- evacuazione di tutte le città dello Yemen ( Sanaa ecc)
- consegna di tutte le armi.
bisogna riconoscere che il disimpegno USA – forse frutto secondario della intesa nucleare con gli iraniani – sta producendo effetti benefici sulla situazione bellica del mondo arabo, anche se la reazione turca pare promettersi più dura del “dispetto” saudita che rifiutò di entrare nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per sottolineare il dissenso rispetto al riavvicinamento con gli sciita di Persia.
Altra remora a condurre azioni belliche, è certamente il conflitto di interessi con la posizione di custode dei luoghi santi ( dove ogni mussulmano – anche sciita – ha diritto di recarsi almeno una volta nella vita) e con il fatto che gli houti stanno combattendo contro Al Kaida e L’ ISIS dai quali il potere sunnita deve prendere le distanze a pena di finire, presto o tardi, in esilio in California.