FLASH SU ATTENTATO TERRORISTA AL MUSEO DEL BARDO.

la prima bugia è che il museo del Bardo non si trova al centro della città, ma all’estremo ovest. Chi ha preferito mischiarsi ai locali nel centro città , si è salvato. Chi ha cercato l’isolamento in un museo, ha sbagliato.                       La seconda bugia riguarda il numero dei morti e feriti. Sembra che fornire i numeri col contagocce sia una scelta intelligente, ma così non è.   Aumenta l’incertezza. Ci sarà il solito conflitto di numero dei morti e la credibilità ne soffrirà. . La terza bugia è voler presentare la Tunisia come un’oasi democratica rispetto al resto del Nord Africa. Il mondo arabo ha una formidabile omogeneità culturale e , oggi come oggi, non c’è arabo che non sia antiamericano o almeno desideroso di vedere umiliata la protervia NATO che cerca di imporsi con  martellanti notizie propagandistiche e contro le quali ogni tentativo di correzione è vano.  La diversità delle reazioni è legata ai diversi gradi di paura della polizia.

Queste continue forzature dei media della storia, filosofia e persino della geografia del mondo arabo, stanno creando una crescente resilienza nell’animo  anche dei più pacati ed equilibrati tra gli  interlocutori e, provoca per ora, un segreto desiderio di vedere umiliati gli arroganti senza più badare ai torti e alle ragioni. Presto, se non porremo un argine a queste ondate di scemenze diventerà una ribellione aperta e appoggio ai ribelli.

Al museo sono raccolti mosaici dal secondo al quinto secolo dopo Cristo. Sono unicamente scene di caccia, pesca e agricoltura: quattro secoli di pace continuativa grazie alla PAX ROMANA, basata sulla uguaglianza di fronte alla legge.  Anche un piccolo rompiballe come Paolo di Tarso poteva appellarsi a Cesare.

Oggi gli abitanti della Tunisia sono vittime di messaggi media e imposizioni culturali  incompatibili con tutto quel che sanno, hanno di fronte a se un avvenire da Prostitute o Poliziotti, i più coraggiosi fuggono affrontando l’ignoranza degli europei e la furia degli elementi oltre alle  ” normali” incognite dell’emigrazione.

Pescare disperati in questo humus è fin troppo facile per il reclutatore è gratificante il il terrorista. La manipolazione è dietro ogni angolo.  Non si possono spegnere singoli focolai di incendio: è necessario agire su tutti in contemporanea. 

In Francia, intanto, i tribunali in meno di un mese e mezzo hanno emesso ben  132 sentenze di condanna per ” apologia di reato” ( Le Figaro di oggi) con riferimento agli attentati di Parigi. Gli italiani sono stati coinvolti per caso, anche se la società Costa è ormai da un pezzo diventata americana ed è di proprietà di un  finanziere israelita. L’attacco era rivolto alla sessione parlamentare che doveva approvare nuove leggi anti terroriste.

Voler vincere la guerra psicologica al terrorismo  con le approssimazioni calunniose che la macchina propagandistica americana è abituata a sfornare in maniera indiscriminata e rozza, rischia di dare a pochi terroristi una formidabile arma a lungo termine.  Bisogna riconoscere le  mille differenze tra i ribelli, accettare le motivazioni ideali nobili dal fanatismo idiota e non fare di ogni erba un fascio. Altrimenti loro faranno lo stesso con noi.

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Commenti

  • abrahammoriah  Il marzo 18, 2015 alle 11:18 PM

    18 marzo 2015

    E la quarta bugia, quella più pericolosa ed immorale, il simbolo stesso dell’ipocrisia dell’ideologia democratica, recita nella seguente maniera: “La peggiore democrazia è sempre da preferire alla migliore dittatura”. Immorale e, soprattutto, fattualmente ipocrita perché alla peggiore delle democrazie è solita seguire, quando le cose si mettono bene, la peggiore delle dittature. E quando si mettono male, dall’ideologia della democrazia da esportazione non nasce nemmeno una dittatura ma quell’inferno che è oggi l’area mediorientale e di cui i fatti tunisini non sono che l’orribile anticamera. Massimo Morigi

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  • Francesco Venanzi  Il marzo 19, 2015 alle 11:49 am

    Attenzione a non fare del giustificazionismo, che non aiuta a eliminare i criminali.

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    • antoniochedice  Il marzo 19, 2015 alle 5:26 PM

      Non è il giustificazionismo che li crea, ma l’interventismo…..

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  • abrahammoriah  Il marzo 19, 2015 alle 12:19 PM

    19 marzo 2015

    Nessuno giustifica nessuno ma, come insegna Machiavelli, le ‘categorie del politico’ sono altre rispetto a quelle della morale privata. Non riconoscere questo dato di fatto ci espone, proprio dal punto di vista della morale privata, all’ingiustificabile peccato mostratoci dall’Ottavo comandamento e del quale, il Segretario fiorentino, almeno nella sua veste di scrittore politico, mai si macchiò.

    Massimo Morigi

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  • Subbuteo (@Subbuteo_L)  Il marzo 19, 2015 alle 2:17 PM

    Poco da aggiungere al bellissimo articolo, grazie. Mi sembra emerga con tutta evidenza da questa nuova ondata di attentati che l’approccio “militare” al terrorismo dopo 15 anni (o dalla prima guerra del Golfo?) abbia fallito. Eliminato un terrorista, una cellula o un’intera organizzazione ne spuntano mille altre. I governi dell’Occidente dovrebbero chiedersi se non sia ora di cambiare approccio con il mondo islamico. A mio avviso si dovrebbe trovare una soluzione al conflitto israelo-palestinese, porre i germi dello sviluppo economico e industriale della regione (far nascere una vera e diffusa classe media) e diffondere l’istruzione e la cultura a tutti i livelli. Nel breve termine anche prendere posizione con i paesi che formalmente “amici” e intoccabili invece finanziano l’estremismo. Libro dei sogni, lo so…

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    • antoniochedice  Il marzo 19, 2015 alle 5:25 PM

      Sviluppare la cultura. Quale ? Creare una classe media. Media rispetto a chi?
      Bisogna lasciare che si autogovernino. Tutto qui.

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  • abrahammoriah  Il marzo 19, 2015 alle 6:45 PM

    19 marzo 2015

    Come nella nostra vita quotidiana, così è (o, meglio, dovrebbe essere) nelle relazioni fra popoli e stati: mettere il naso negli affari altrui con la pretesa che il proprio stile di vita è migliore e più degno è cosa brutta che non si deve mai fare e chi si permette di farlo è sempre, immancabilmente, in cattiva fede ed in cerca di un proprio illecito interesse (che non è detto che sia materiale ma può essere anche simbolico e/o psicologico). L’ideologia dell’esportazione della democrazia, se vista nella corretta luce, altro non è una tetra, mortale ed ipocrita versione delle ideologie totalitarie (e sterminatrici) del Secolo breve. Massimo Morigi

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  • giceccamarcocec  Il marzo 20, 2015 alle 10:16 am

    Non voglio fare il pignolo come al solito, ma guardando la mappa di Tunisi -dove sono stato, ma molti anni fa- non mi pare che il Museo del Bardo sia “all’estrema periferia” della città. E’, come me lo ricordavo, vicino al porto e lungo una via principale. Il fatto che le notizie sui morti e i feriti siano state date col contagocce mi pare facilmente spiegabile, senza dietrologie, da un lato con l’ansia dei giornalisti di “sapere” e dall’altro con la normale confusione che una cosuccia del genere ingenera in molti se non in tutti. Che il modo arabo si sostanzialmente unito “contro” è purtroppo vero, come è vero che lo stesso mondo è terribilmente diviso all’interno quando si tratta di “per”. In questo vedo una notevole e strana corrispondenza con la sinistra italiana. Non vorrei che alla fine si pensasse e si agisse -come fa da tempo la Chiesa Cattolica- come se tutte le colpe fossero da una parte (il mondo occidentale)e tutte le “giuste reazioni” (i “pugni” di papa Francesco) dall’altra. Chi pecora si fa …GiC

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    • antoniochedice  Il marzo 20, 2015 alle 12:17 PM

      Per estrema periferia intendo che proseguendo dal centro verso ovest dopo il Bardo, ci sono il Parlamento e a residenza del Presidente, ma non altro. Quindi la considero periferia, mentre il centro è rappresentato dalla avenue Bourguiba, dall’Hotel Africa e dall’immeuble des Deux Avenues, ( incrocio con Mohammed V,) nonché dal vecchio TUNISIA Palace.
      Esecrare un delitto è molto facile. Cercare di impedire che si ripeta, senza aver capito le motivazioni, molto difficile.
      Cercare di spiegare quali meccanismi si vogliano attivare con questi omicidi e come impedirlo, impossibile.
      L’idea della guerra di religione è troppo comoda.
      L’ISIS annunzia di aver ucciso ” un crociato” di 74 anni e c’è chi lo prende sul serio….

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