COSA SIGNIFICA LA CRISI UCRAINA PER LA GEOPOLITICA ITALIANA. di Antonio de Martini e Massimo Morigi

Se non fosse per gli aspetti di transizione epocale dell’attuale situazione internazionale, mettendo in confronto la crisi siriana con quella ucraina, verrebbe proprio da concordare su quanto scriveva Marx nel 18 brumaio di Luigi Bonaparte che la storia si ripete sempre due volte: “la prima come tragedia, la seconda volta come farsa”.

Gli Stati uniti non contenti dei sanguinosi e disastrosi effetti (disastrosi per i loro interessi) delle da loro eterodirette rivoluzioni arabe, con la crisi ucraina stanno infatti cercando di applicare, con altro evidente insuccesso e – per fortuna –  almeno per ora  nessun altrettanto copioso spargimento di sangue, la stessa strategia del caos, la cui filosofia può essere riassunta nel seguente modo: siccome abbiamo sempre più difficoltà ad esercitare il ruolo di unica superpotenza, dobbiamo rinunciare al compito di egemonizzare con una sorta di pax americana tutto il mondo ma ci dobbiamo accontentare di portare il caos non solo all’interno del perimetro  dei nostri avversari (vedi Siria ed ora Ucraina) ma anche dentro il nostro perimetro (vedi destabilizzazione USA dell’ Egitto e vedi pure il brillante risultato finale della vendita di armi da parte della Russia a quel paese). Insomma, se non si riesce più a essere i primi in un mondo più o meno ordinato, forse si può continuarlo ad esserlo  in un mondo frammentato  e  tornato in una sorta di stato di natura alla Hobbes di tutti contro tutti.

Anche se non si può negare che  “c’è del metodo in questa follia” (e il metodo consiste nel fatto che l’esercizio del primato statunitense in questa fase di passaggio da un mondo unipolare ad uno multipolare non può che essere esercitato facendo saltare tutto il tavolo delle attuali relazioni internazionali, la cui evoluzione, se non si fa qualcosa, sarà inevitabilmente il suo ulteriore consolidamento in uno schema policentrico dove gli Stati uniti avranno sempre meno voce in capitolo), la follia, come è noto, deve fare i conti, prima o poi, con la realtà.

E la realtà, come in Siria così come in Ucraina, si chiama Russia, la quale solo i mentecatti che attualmente ispirano l’attuale politica obamiana potevano pensare che il paese guidato da Putin avrebbe potuto accettare questo agognato ridemensionamento geopolitico che contempla, tuttalpiù, una Russia solo stolto rifornitore per l’occidente di riserve energetiche, un servo sciocco da essere  affidato in tutela, come ulteriore sfregio per i suoi trascorsi storici, al nuovo aiutante degli americani che va sotto il nome di Repubblica federale di Germania.

Si sta vedendo come stanno andando le cose. La Russia non accettando di essere ridemensionata ha mandato le sue truppe in Crimea (con la giustificazione “per difendere i nostri interessi” che, nella sua disarmante semplicità, fa meravigliosamente giustizia di tutte le fandonie lessicali e concettuali “politically correct” dell’attuale amminastrazione Obama e dei suoi servi occidentali); la Germania, evidentemente impaurita per la piega che hanno preso le cose, offre i suoi buoni uffici per raffreddare la situazione.

Siamo passati quindi dalla tragedia siriana alla – meno male – farsa ucraina.

Ma questa farsa non ci deve però far dimenticare la dimensione tragica dell’attuale situazione, una situazione caratterizzata da uno scontro strategico degli Stati uniti contro tutte quelle forze – avversari ed anche alleati,  poco importa – che vorrebbero una stabilizzazione entro un quadro multipolare in progressiva e – più o meno – ordinata evoluzione verso una  situazione policentrica.

In questo quadro, un discorso a parte merita l’Italia.

Il nostro paese, nell’ambito della strategia del caos statunitense, non ha nessun ruolo da giocare e, al limite, come è già successo per altri paesi amici degli Stati uniti, può diventarne addirittura una vittima.

Appare quindi di tutta evidenza che un suo spostamento verso posizioni neutraliste che lo mettano al riparo da quegli agenti strategici che puntano sull’attuale caos del quadro internazionale se, apparentemente, potrebbe sembrare una mossa avventata, alla lunga potrebbe rivelarsi come una delle fondamentali carte da giocare non solo perchè il nostro paese possa ripredersi dall’attuale  crisi .

Ricordiamo ancora quello che disse l’economista Kurt W. Rothschild, per il quale piuttosto che studiare i  testi degli economisti classici  era meglio leggere il manuale di Carl von Clausewitz sull’arte della guerra e su quanto l’attuale crisi finanziaria sia stata assai poco finanziaria ma  molto pesantemente politicamente eterodiretta nell’ambito dello scontro strategico internazionale, un aspetto quest’ultimo della situazione geopolitica generale  che c’è da augurarsi divenga presto di appannaggio non solo degli addetti ai lavori.

In questo quadro che passa dalla tragedia alla farsa ma che si svolge, comunque, entro un orizzonte di crescenti scontri strategici, compito del repubblicanesimo geopolitico  non è  solo far comprendere i terribili pericoli insiti in un mondo non più monocentrico ma anche mettere in risalto le grandi potenzialità di  un sistema internazionale in evoluzione verso il policentrismo.

Una evoluzione che, però, non dovrà essere accompagnata solo da distaccate analisi sulla situazione ma dovrà vedere, da parte di tutti coloro che condividono questa analisi, la costruzione di concrete alleanze politiche fra  tutti coloro che si oppongono alla strategia del caos.

Per quanto riguarda l’Italia, lo ripetiamo, la posta in palio nel cogliere la giusta impostazione geostrategica, oltre a preservare  la sua unità territoriale (come si è visto, la strategia del caos nella sua hubris retorica sui diritti umani, non bada certo alle irrisorie conseguenze che per perseguire questi alti obiettivi, gli stati possano anche polverizzarsi, con tutte le “insignificanti” conseguenze del caso …). e saldare le alleanze politiche favorevoli, la posta in palio  non è solo la sua libertà e prosperità ma anche la sua stessa esistenza.

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Commenti

  • SC  Il marzo 3, 2014 alle 3:20 PM

    La Germania e’ stata stupida almeno 2 volte nella storia, la terza gli sara’ catastrofica, spero che l’italia non faccia gli stessi errori.
    Invidio alle elites tedesche i tedeschi: ovvero degli ottimi esecutori che si fidano ciecamente di loro.
    Se non si accordano con i Russi. seguendo i consigli americani verranno trascinati in una guerra che non potranno vincere.
    E’ vomitevole la campagna stampa occidentale che ho avuto modo di leggere e vedere in questi giorni.

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  • luigiza  Il marzo 3, 2014 alle 4:47 PM

    La situazione sta precipitando in Ucraina. Troppi stanno soffiando sul fuoco.
    Qualcuno cerca lo scontro armato.

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  • Roberto  Il marzo 3, 2014 alle 6:52 PM

    Mi nascondo dietro alla mia totale ignoranza in materia per riportarvi la profezia della nota veggente livornese Mamma Torzola: la Russia si prende la Crimea e l’Ucraina passa con l’Europa. Poi tutti si spartiscono la torta del gas. Facendo solo da portavoce non rispondo ad eventuali obiezioni

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    • luigiza  Il marzo 3, 2014 alle 7:22 PM

      E quello che tutti i ben pensanti si augurano ed il buon senso suggerisce.

      Bisogna però vedere se the masters of universe, gli psicopatici al potere insomma, il buon senso lo utilizzeranno oppure agiranno in base ad altri interessi: i loro.
      Come scrisse una Anonimo da qualche parte:
      La guerra è il massacro di persone che non si conoscono, per conto di
      persone che si conoscono ma non si massacrano.

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      • antoniochedice  Il marzo 3, 2014 alle 9:43 PM

        Luigiza: è il proverbio napoletano ” i foderi combattono e le sciabole stanno appese”

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  • robertobuffagni  Il marzo 3, 2014 alle 7:57 PM

    Per coincidenza, in questi giorni sto leggendo “The Sleepwalkers(How Europe Went to War in 1914”, di Chistopher Clark, bellissimo libro che valendosi del documenti diplomatici, dei diari, delle fonti dirette e indirette presenta al lettore i vari punti di vista e le valutazioni soggettive di chi diede inizio alla IGM.
    Sono a metà (è un libro di 700 e passa pagine) ma posso già fare una sintesi adatta all’oggi: se politici, diplomatici e militari di una statura tanto superiore ai loro odierni colleghi hanno commesso tanti errori di valutazione, speriamo che Dio ci protegga dai gestori dell’odierna crisi ucraina.

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  • Dostojevskij  Il marzo 3, 2014 alle 8:32 PM

    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/ucraina-dies-irae.html

    col permesso del proprietario dello spazio mi permetto di postare un’altra ottima (a mio giudizio) analisi sul tema da parte di un ospite dell’ottimo blog orizzonte48. ne avevo postato un’altra in precedenza, spero possa interessarvi. detto mi ripeto nel sostenere l’ottima visione pragmatica espressa nell’articolo di cui sopra, in giorni così difficili e di piromani in libera uscita affermare la propria neutralità è di per sé un atto politico molto importante, attento e ricco di risvolti positivi che ogni saggio governante dovrebbe quantomeno valutare a fondo prima di scartare (quando finirà la politica del breve termine il mondo sarà salvo).

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    • luigiza  Il marzo 3, 2014 alle 8:55 PM

      Dostojevskij grazie per la segnalazione.
      Mi é bastato leggere l’incipit dell’articolo che qui di seguito riporto,.per capire il valore intellettuale dell’autore

      Ciò che è realmente in pericolo, oltre all’integrità territoriale di una nazione sovrana, è la possibilità di ponderare un modello di società alternativo al Pensiero Unico imperante, un modello che preveda ancora “l’essere umano” – con i suoi bisogni e aspirazioni – come il fulcro dell’azione politica..

      Ma la domanda da porsi é: le masse capiscono quale é la vera posta in gioco?
      Ho forse capiscono e gli importa solo che questa sera in TV ricomincia il Grande Fratello, palese trasmissione per cerebrolesi’

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      • antoniochedice  Il marzo 3, 2014 alle 9:46 PM

        Luigiza: ogni tanto metti un H di troppo…

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  • luigiza  Il marzo 3, 2014 alle 9:50 PM

    Chiedo scusa ma sono un palese analfabeta di ritorno.

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  • Dostojevskij  Il marzo 3, 2014 alle 10:24 PM

    prima di domandarsi cosa capiscono le masse sarebbe più utile chiedersi a questo punto cosa capiscono le elitè, perché questi hanno in mano il timone e sembrano tanto spregiudicati quanto incuranti-incoscienti delle conseguenze. probabilmente ha ragione de martini quando indica nella spinta delle tante lobby interessate (su politici di basso calibro e formazione aggiungo io) quel quid in più che finisce per azzerare la capacità di valutazione di cui certamente l’occidente non manca fino a questo punto di sconsideratezza.

    il mio timore è che le stesse lobby, vittime dei tanti recenti fallimenti ma incapaci di rinunciare alle loro aspirazioni di onnipotenza, siano oramai preda della classica sindrome da accerchiamento (così i collaborazionisti che ne hanno appoggiato l’ascesa nelle istituzioni/media) e nell’incapacità/paura di concepire un passo indietro stiano spingendo gli eventi verso uno risoluzione che nessuno di loro ha davvero preparato né meditato.

    a questo punto un corpo politico legittimo e nei limiti garantista che prenda le distanze da tutte le fazioni coinvolte sarebbe il primo punto da cui ricominciare a costruire un qualsiasi discorso sociale e politico ragionevole, consci del fatto che anche quest’opzione sembrerà un suicidio per chi è oramai assolutamente vittima della propria spregiudicatezza.

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    • Dostojevskij  Il marzo 3, 2014 alle 10:40 PM

      in quanto alle masse posso aggiungere che russia today è un organo d’informazione 24h con le contropalle moderno e accattivante, lo ricevi anche negli USA (dove ha una redazione numerosa e preparatissima) con una parabola qualsiasi e ha una platea in occidente invidiabile e in progressivo aumento.
      gli usa non hanno di fronte l’elefante sovietico ma uno stato dinamico, moderno, determinato, legittimo e soprattutto che attualmente sta giocando in difesa. il consenso che la strategia attuale dell’occidente riscuote nell’opinione pubblica non mi sembra così invidiabile, non so con quali altre argomentazioni potrebbero convincerla ad inviare pubblicamente anche un solo soldato nell’est europa (di fatto perseguendo questa strategia dovranno rinunciare ad interpellare l’opinione pubblica sui temi di politica estera con tutti i rischi che ne conseguono).

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      • antoniochedice  Il marzo 3, 2014 alle 11:28 PM

        Non conosco l’indice di penetrazione di Russia Today, ma credo che l’informazione sia anche un elemento quantitativo. L’occidente ha 200 testate con cui tenere testa ( scusi il bisticcio). Per il resto sono abbastanza d’accordo.
        Il resto, magari via mail.

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  • Giacomo C.P.  Il marzo 4, 2014 alle 12:50 am

    Ottimo articolo. Se sono vere certe dichiarazioni di Kissinger sulla situazione in Ucraina significa che si sta mettendo in movimento la rete atlantista a Mosca, quindi la realizzazione degli obiettivi di Brzinski: la conquista del centro Asia.

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