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Ricordate cosa avevano in comune l’eliminazione di Jesse James, Liberty Valance, Butch Cassidy o Bonnie e Clyde? La taglia sulle loro teste.
Gli uomini d’affari di Dodge city, El paso o Santa fé, raccoglievano dei dollari mettendoli a disposizione dello sceriffo, questi affiggeva un poster con la dizione ormai passata alla storia : WANTED DEAD OR ALIVE e aspettava che qualche pistolero a corto di quattrini gli portasse il cadavere del reo.
Centosettanta anni dopo sembra che negli Stati Uniti non si sia trovato nulla di meglio
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La notizia l’avrei lasciata affondare nel suo squallore, se non rappresentasse la metafora degli Stati Uniti di Barak Obama, altro meticcio spacciato per prodigio.
Il ” campione” sportivo , pizzicato, si è messo a piangere ed ha annunziato che non parteciperà ai mondiali che si terranno tra un mese. Vorrei vedere….
Il campione delle ” libertà civili “in una settimana ha dovuto ammettere di spiare il mondo intero ( cosa sempre addebitata al KGB); ha sponsorizzato un golpe in Egitto, ma insiste a non chiamarlo così sennò entra automaticamente in funzione il paragrafo 508 della legge USA che proibisce di dare aiuti a un regime golpista; continua a rifornire di armi e volontari pakistani la ribellione siriana; un suo figlio privilegiato lo ha ripudiato preferendo andare a vivere in Russia in una sala d’aspetto, dove si sente più libero.
Obama però continua a voler competere ai campionati del mondo della democrazia, come se non avesse orinato fuori dal vaso.
Il primo è un falso sportivo, il secondo un falso democratico.
Mentre Angelo Alfano cerca qualche straccio con cui pulirsi la faccia, l’ambasciatore del Kazakistan sta fuggendo.
Ha prenotato il volo per andare in vacanza per un mese e ad onta delle mille bellezze naturali italiane, ha optato per l’estero.
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