GAFFE
‘’Fassina in Parlamento ha prodotto poco’’. Il responsabile economico del Pd, sempre molto critico verso Monti, è quasi un incubo per il premier che lo vede anche in Parlamento. Ma l’esponente Pd non è ancora parlamentare ( ora è candidato).
Ah non è deputato? Strano, perché contava così tanto. Però, questi bocconiani sono forti’’: e così Monti si è salvato in calcio d’angolo.
‘’ Il Quirinale? Non l’ho considerato tra le mie aspirazioni perché non considero quella carica incidente in modo decisivo sui destini del Paese ‘’
Non si è mai saputo quali possano essere stati i commenti del presidente Napolitano a questa osservazione del Premier, al limite di una gaffe istituzionale.
GIORNALISTI
Dopo i magistrati, sono numerosi anche i giornalisti i della carta stampata e della tv, all’assalto, si fa per dire, data la comodità del Porcellum, di un seggio parlamentare:
da Massimo Mucchetti a Sandra Amurri, da Sandro Ruotolo ad Augusto Minzolini, a Corradino Mineo, Francesco Giorgino, Francesco Pionati, e tanti altri operatori di quello che una volta veniva chiamato il ‘’quarto potere’’.
GIOSAFAT
Non nel senso della valle biblica, ma del cognome di un candidato di Trapani nella lista di Oscar Giannino . E’ uno dei dirigenti di Confindustria Sicilia. Ma il Fatto Quotidiano è andato a scoprire che era stato indagato da Falcone tanti anni fa anni fa e poi condannato a 1 anno e otto mesi per favoreggiamento di Vito Ciancimino. Per il leader della lista ‘’Fare per fermare il declino’’, apprendere la notizia, chiamare il Fatto per complimentarsi e cacciare il candidato è stato un tutt’uno.
GIUSTIZIA ( COSI’ E’ SE VI PARE)
Tre processi a Berlusconi a Milano, tre decisioni procedurali differenti sulla richiesta della difesa di sospendere in concomitanza con la campagna elettorale.
E così per il processo Ruby lo stop viene negato, per il processo Unipol la sentenza viene fatta slittare, e per il processo per i diritti Mediaset si va avanti.
Una volta l’ex ministro della Giustizia Alfredo Biondi, incline al bon mot, parodiò il noto adagio latino ‘’ Tot capita tot sententiae’’ e lo trasformò in ‘’tutto capita nelle sentenze’’.
H come CAPO HORN – Registrata questa fulminante metafora di Matteo Renzi: ‘’Monti innovatore? Con Fini e Casini vicino è come doppiare Capo Horn con un pedalò’’. Questa battuta ha dato origine a un siparietto a distanza tra Bersani e lo stesso Renzi. Il sindaco di Firenze disse di non aver capito il proverbio tedesco citato dal segretario Pd durante un confronto in tv al tempo delle primarie: ‘’Meglio avere un passerotto in mano che un tacchino sul tetto’’. ( nella traduzione esatta il tacchino era in realtà una colomba , perché il senso del proverbio è nel confronto tra volatili) Poi me lo spieghi, aveva detto Renzi a Bersani; che si è prontamente rifatto dicendo al sindaco di Firenze: tu poi mi spiegherai questa storia del pedalò, non l’ho capita.
HONNI SOIT QUI Y MAL PENSE
‘’ Agnelli intese il valore del seggio senatoriale ‘’ ( cioè di senatore a vita).
Dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Torino, nel decimo anniversario della morte dell’Avvocato.
Ogni riferimento a Mario Monti è ‘’puramente casuale’’, come si avverte nelle didascalie introduttive e bugiarde di certi film che vogliono evitare malevole interpretazioni e querele.
I dietrologi potrebbero citare il noto adagio di Andreotti: a pensare male si fa peccato, ma spesso s’indovina.
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Sempre Monti: disponibili a collaborare con il Pdl a condizione però che questo partito sia emendato del ‘’tappo’’.
Altro “calembour” montiano: quando ha reso omaggio alla ‘’statura accademica’’ di Renato Brunetta, che aveva contestato alcune cifre sui conti pubblici. Il battagliero economista del Pdl, ventriloquo economico di Berlusconi, spesso preso di mira per la sua bassa statura ( una volta D’Alema lo definì ‘’energumeno tascabile’’) è stato la bestia nera di Monti da quando il governo dei tecnici è caduto; ma giorni fa il premier gli ha quasi reso l’onore delle armi, quando ha detto: meglio Brunetta di Tremonti.
I HAVE A DREAM – Sarà vero che la storia o, più banalmente, le cose si ripetono: la prima volta in modo serio, la seconda in modo parodistico. ( Il dett, in verità, suona esattamente così: la storia la prima volta si svolge come tragedia poi si ripete come come farsa). Qui però non si parla di storia ma di cronaca. E quindi viene più acconcia la versione più soft se si passa da: ‘’I have a dream’’ di Martin Luther King, a ‘’Ho fatto un sogno’’ ( in realtà l’ha chiamato incubo) di Berlusconi; dove ‘’Ingroia era ministro della Giustizia, Fini ‘’ministro alle Fogne’’, e Rosi Bindi non vi dico cosa faceva’’.
Fini ha incassato con eleganza: ‘’ministro alle Fogne, che vorrà dire poi?!’’
IMPRESENTABILI – La politica, si sa, può diventare anche una contesa anche aspra e feroce, e i primi segni si notano nel linguaggio. Complici anche i titolisti dei giornali, il lessico politico spesso conosce delle torsioni piuttosto dolorose (specialmente per i destinatari di certe formule). E così, in questa campagna elettorale hanno avuto larga circolazione termini come ‘’gli impresentabili’, ‘’rottamazione’’, ‘’ asfaltati’’, ‘’pulizia etnica’’ ( a danno di intere componenti di partiti), anatemi trasformati in ‘’lettere scarlatte’’ ( la definizione è di Mario Landolfi, ex An, escluso dalle liste Pdl).
‘’Nomina sunt consequentia rerum’’, o, se si preferisce, ‘’le parole sono pietre’’. Ci si deve rassegnare a questa ‘’barbarie del linguaggio’’? O si possono dire le stesse cose con termini meno offensivi e umilianti?
Rino Formica, ex ministro socialista, incline a fulminanti battute, era solito dire: ‘’La politica è sangue e m.’’.
Commenti
Siccome manca “Grillo” mi permetto di aggiungere quello che Giuliano Cazzola ha ripescato dall’Ordine Nuovo del 26 aprile 1921: “Si é presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose la straripare selvaggio delle passioni degli odi dei desideri. E’ divenuto un fatto di costume, si é identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano”. Naturalmente Gramsci, autore dello scritto, non conosceva Grillo. A chi si riferiva, allora ? GiC
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La colpa è del malato che non si cura o del batterio che fa il suo mestiere? Tu fai il medico, datti una risposta.
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A volte la cura, anche ai Monti, fa piu male del batterio. e ci sono pochi batteri cattivi e moltissimi buoni. GiC
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Appunto. Comunque la tua nota meita di più che una frasetta. Gli dedicherò un post, ma più in la, perché in questi due giorni mi pare di aver esagerato.
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