La rivoluzione egiziana vista dai media italiani assume gli stessi toni epocali con cui viene trattato l’affare Ruby.
El Baradei, ex direttore dell’agenzia atomica che ha “tenuto sotto scopa ” con molto equilibrio l’Iran negli scorsi anni, e attuale candidato presidenziale di USA e Gran Bretagna, viene presentato come un incrocio tra Ghandi e Mandela .
Anche se non pronunzia frasi rivoluzionarie, i media italiani gliele fanno pronunziare.
Ieri davanti a una folla …di giornalisti ha detto che che con gli avvenimenti dei giorni scorsi, l’Egitto non sarebbe più stato lo stesso. LeTV italiane hanno invece tradotto la dichiarazione – che più banale non si può – col motto di mussolininiana memoria ” indietro non si torna“.
L’unico o principale effetto raggiunto nel Vicino Oriente è che tutti gli arabi si sono detti che El Baradei veniva remunerato per l’obbedienza mostrata nelle vicende del nucleare iraniano. Una importante credibilità personale bruciata sull’altare delle necessità USA.
Anche altre iniziative angloamericane nell’area del Vicino Oriente, sembrano riuscire a raggiungere obbiettivi imprevisti o addirittura sgraditi agli stessi ideatori.
La rivelazione dei documenti riguardanti il negoziato israele -palestina , con la notizia del ruolo attivo dell’intelligence britannica nei combattimenti contro Hamas, ha prodotto il risultato di squalificare anche l’ex primo ministro inglese e attuale inviato della UE,Tony Blair come negoziatore . E due.
L’accanimento degli investigatori ONU a portare in giudizio “gli assassini del premier Hariri ” in Libano, ha provocato dopo l’imbarazzo provato dal governo del piccolo paese amico che faceva il suo turno nel consiglio di sicurezza, anche una più recente crisi di governo che ha avuto per effetto quello di far nominare un nuovo primo ministro ( Mikati) – persona eccellente ma concessionario della telefonia mobile siriana – al posto del figlio di Hariri che veniva strumentalizzato facendo leva sui suoi sentimenti filiali.
Anche qui i media italiani si sono distinti nel non far capire nulla alla pubblica opinione italiana e hanno taciuto la dichiarazione di Hariri il giovane che ha dichiarato ” influenzata da Siria e Iran “” la nomina del nuovo premier libanese. E tre.
In più, tutti i media italiani hanno omesso di riferire la dichiarazione della Clinton che ha elogiato le Forze armate egiziane per la professionalità e la calma con cui sta ripristinando l’ordine turbato dalla evasione ( o liberazione intenzionale?) di massa da “un carcere a nord del Cairo”.
La conseguenza di carattere locale è che Israele , che si trovava in uno stato di grazia politico economico, adesso tornerà in attenzione vigile a causa dei cambiamenti avvenuti al confine Sud ( Egitto) e al nord ( Libano). Non credo che questi fossero gli meffetti desiderati dalla regia
Per depotenziare Hezbollah, basterebbe aiutare Israele a trovare un accordo con la Siria per la restituzione delle alture del Golan. La Siria perderebbe ogni interesse a ignorare il passaggio dei rifornimenti bellici dall’Iran al Libano.
La conseguenza di carattere italiano è il nostro generale disinteresse per le problematiche di politica estera che risultano incomprensibili a causa di interpolazioni interessate o semplicemente dettate dall’ignoranza. Buona la prima.
Ilò giorno 23 febbraio converranno a Roma – in Vaticano – tutti i vertici libanesi in occasione della inaugurazione di una statua di San Marone ( fondatore dei maroniti, culto cattolico prevalentemente libanese). Sarà certo l’occasione per una presa di posizione vaticana sui problemi del Levante e quindi su Palestina , Libano, Egitto, Gerusalemme.
Poiché le posizioni assunte dall’Italia e dalla stampa italiana su questi temi sono provinciali, sconclusionate, contraddittorie e non rispecchiano l’interesse nazionale, sarà bene approfittare dell’evento per una rimeditazione attenta del problema e una ripresa di coscienza.
Commenti
Nos conversations servent n’est-ce pas?
Ciao
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Of course. Ce n est que un debut !
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Non disturbiamo il Ministro. C’è il problema di S.Lucia…perbacco!
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L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:
Medi italiani sul vicino oriente e l’Egitto all’indomani dell’addio a Mubarak ( gennaio 2011) . Nessuna meraviglia che non abbiano detto la verità anche nell’affare Regeni.
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