ITALIA. L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AFFIDATA A CRICCHE. IL GRANDE BARATTO: CI PRIVANO DELLA SOVRANITÀ POLITICA IN CAMBIO DELLA INDULGENZA INDIVIDUALE COME NEI PAESI DELL’EST DEGLI ANNI 80. ECCO COME NASCE L’ASSENTEISMO ELETTORALE, IMPRENDITORIALE E MORALE CHE CI UCCIDE. di Massimo Morigi

Dietro le trasgressioni sessuali crescenti offerte agli italiani, c’è una strategia di spossessamento del potere politico all’insieme dei cittadini che – abituati da secolari divieti a cercare spazi di libertà individuale nel sesso e nella microcriminalità economica – hanno abboccato come i polacchi anni ottanta, ma ora è iniziata la reazione sotto forma di disaffezione elettorale, politica e presto fiscale. Negli strati meno acculturati, si presenta come teppismo sportivo o evasione musicale di massa. Superate l’eloquio paludato del professor Morigi e leggete la vostra biografia. AdM

Per precisare ancora meglio, per porre la base per un futuro dibattito e per perimetrare il campo del nemico del repubblicanesimo geopolitico: la costituzione materiale dell’Italia si esprime attraverso un regime di libera ed autorizzata conflittualità fra diversi gruppi oligarchici totalmente irresponsabili e in cui questa irresponsabilità viene dissimulata attraverso l’uso ideologico del concetto di ‘democrazia’, un uso ideologico che trova il momento di sua massima espressione nelle contese elettorali formalmente libere ma sostanzialmente del tutto inutili nel mettere in discussione l’irresponsabilità dei gruppi dirigenti.

Sotto questo punto di vista, la ‘democrazia’ italiana ha profonde analogie con la democrazia degli ex paesi del socialismo reale, nella quale l’ideologia della dittatura del proletariato e la sua pratica – ed antinomica – traduzione nella cosiddetta democrazia popolare era solo un feticcio per nascondere gli scontri fra i vari gruppi di potere operanti all’interno del partito unico comunista – in certi casi era anche consentito un vero e proprio pluripartitismo ma senza possibilità teorica e pratica di contestare il sistema oligarchico e ciò configura ancor più profonde analogie col sistema italiano e, più in generale con le democrazie elettoralistiche occidentali – e, come nel sistema italiano,
rispondenti solo verso il loro interesse di gruppo ed irresponsabili rispetto al soggetto – il proletariato nei sistemi socialisti, il popolo senza aggettivazione di classe sociale nelle democrazie rappresentative – in nome e per conto del quale esercitavano il potere pubblico.

A differenza che nei paesi del socialismo reale, in Italia esiste ancora una certa libertà di espressione politica e, soprattutto, nell’ esercizio dei diritti afferenti alla sfera personale (attenzione questa libertà di per sé non significa affatto democrazia, un dispotismo illuminato può ben permettere lo ius murmurandi ed anche una notevole tolleranza rispetto a stili di vita non omologabili a quelli della maggioranza della popolazione).

É peraltro di empirica evidenza che anche questa libertà – e in questo aspetto la situazione italiana segue un trend del tutto analogo delle altre più consolidate e tradizionali democrazie elettoralistico-rappresentative dei paesi maggiormente sviluppati – sta subendo nel nostro paese un singolare fenomeno: una forte contrazione a livello di esercizio dei diritti politici e una apparente espansione per quanto riguarda i diritti afferenti alla sfera personale ( un aumento e una sempre più marcata sottolineatura politico-ideologica dei cosiddetti diritti alla ‘diversità’).

Insomma, disvelando il trucchetto delle oligarchie irresponsabili potremmo sintetizzare: nella democrazia dei postmoderni vi togliamo sempre maggiori quote di potere (democrazia puramente elettoralistica e, in Italia, ancora peggio che altrove, dove non si scelgono i propri rappresentanti e dove la maggiore carica dello stato è fornita attraverso una elezione di secondo grado) e in, cambio, vi riempiamo di chiacchiere in merito a fantomatici diritti alla diversità, che, apparentemente, significano maggiore democrazia ma, in realtà, di per sé sono solo in grado di definire una situazione di ‘dispotismo illuminato’, dove i moderni despoti, le oligarchie irresponsabili, sono ben felici di concedere al popolo alcuni infantili divertimenti e trasgressioni fra le lenzuola (e qualche sollievo dagli ingenui sensi di colpa derivanti dalle strutture di dominio che si giustificavano e poggiavano sulla polarizzazione sessuale e non ancora, come oggi, sul totale nascondimento, attraverso l’ideologia democratica, delle oligarchie e degli agenti strategici).

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