A proposito di terrorismo interno e guerra esterna: due storie diverse.
Prima storia.
– 5 maggio 2005. In seguito alle elezioni nazionali al partito laburista vengono assegnati in parlamento 66 seggi, contro i 160 delle elezioni precedenti. Diversi commentatori evidenziano come il crollo dei consensi sia in parte attribuibile alla politica interventista del leader Tony Blair, in calo costante in seguito alla decisione dell’invio di truppe inglesi in Iraq nel 2003.
La partecipazione inglese era stata da Blair stesso giustificata come utile e necessaria per sradicare il terrorismo internazionale (che da allora ha radicato un’organizzazione più strutturata) cercare e distruggere le armi di distruzioni di massa nucleari, chimiche e batteriologiche in possesso di Saddam Hussein (che non è stato possibile trovare, nonostante le numerose e incontrovertibili prove) e per portare la libertà agli iracheni (che potrebbero forse testimoniare oggi in un senso o in un altro, se soltanto fossero liberi di esprimersi sul punto. Quelli sopravvissuti).
– 22 giugno 2005. Viene presentato alla House of Commons il “Parliamentary Approval for Participation in Armed Conflict Bill“. La proposta di legge intende rafforzare i poteri del parlamento e limitare quelli dell’esecutivo rispetto all’esecutivo rispetto alle azioni militari internazionali.
E’ sottoscritta da 221 parlamentari di tutti e tre i maggiori partiti politici. La proposta è approvata in prima lettura e rinviata per la seconda lettura e l’approvazione finale.
– 7 luglio 2005. Quattro bombe scoppiano su mezzi di trasporto di massa a Londra. 52 morti.
Città blindata, forte emozione e reazione popolare. Sospettati terroristi arabi vicini a Osama bin Laden, che si troverebbe tra l’Afghanistan e il Pakistan.
Si evidenzia l’opportunità di riprendere gli interventi militari nei Paesi arabi a causa a causa dell’estremismo musulmano.
L’8 luglio Robin Cook, già presidente della House of Commons dimessosi nel 2003 per protesta contro la guerra in Iraq, pubblica sul The Guardian un articolo intitolato “The struggle against terrorism cannot be won by military means”.
Lo stesso giorno, si chiude il G8 in Scozia presieduto da Tony Blair con una dichiarazione intitolata “We are united in our resolve to confront and defeat this terrorism that is not an attack on one nation, but on all nations and on civilised people everywhere”.
Nei sondaggi di luglio e agosto la politica di Tony Blair viene rivitalizzata da un picco di consenso mai più eguagliato.
Robin Cook invece il 6 agosto muore, nel corso di un’escusione solitaria in montagna.
– 21 ottobre 2005. La proposta di legge di limitazione dei poteri dell’esecutivo sulle azioni militari non passa in seconda lettura, per 12 astensioni, e viene rinviata.
– 8 dicembre 2005. I ministri degli esteri dei Paesi NATO approvano l’invio di nuove truppe in Afghanistan, senza opposizione di rilievo da parte dei rispettivi parlamenti.
Seconda storia.
– 21 agosto 2013. Un attacco con armi chimiche fa centinaia o forse migliaia di morti in un sobborgo di Damasco. Sospettato Bashar al-Assad, che si trova in Siria. Nei sondaggi di fine agosto la politica di David Cameron continua imperturbabilmente a scendere.
– 29 agosto 2013. Il primo ministro David Cameron chiede al parlamento l’autorizzazione per partecipare alle azioni militari in Siria.
Con l’obiettivo di sradicare il terrorismo internazionale, distruggere le armi di distruzioni di massa chimiche in possesso di Bashar al-Assad e per portare la libertà ai siriani.
L’autorizzazione viene negata, con un margine di soli 13 voti. La partecipazione inglese al progettato bombardamento sulla Siria va in fumo.
Che cosa se ne ricava.
Nelle democrazie europee è altamente rischioso assumere impegni – compresi quelli relativi a interventi bellici – con soggetti diversi se non si è certi del consenso delle assemblee elettive.
Per avere il consenso dei parlamenti bastano pochi voti di scarto tra consenzienti e dissenzienti.
Eventi a forte impatto emotivo che si verifichino a pochi giorni di distanza da voti parlamentari possono influenzarne il risultato in maniera determinante.
Eventi che coinvolgano migliaia di persone distanti sono in grado di influenzare il voto dei parlamenti nazionali significativamente meno di eventi che riguardino alcune decine di connazionali.
In conclusione: si possono verificare eventi che generano un forte impatto emotivo – di disgusto, terrore e rabbia – in chi ne sia mediaticamente esposto in modo prolungato. In tali circostanze, votare o invece rimandare la discussione parlamentare e il voto su interventi militari in aree in qualunque modo collegabili a tali eventi non fa soltanto una differenza; in alcuni casi fa la differenza.
Commenti
Una terza storia.
Francia, 13 gennaio 2015. Il Senato della Repubblica approva all’unanimità dei votanti, dopo la votazione favorevole della Camera dei deputati, il prolungamento dell’intervento delle forze armate francesi in Iraq.
Il 14 gennaio il presidente della Repubblica Hollande terrà un discorso alle forze armate, secondo programma, a bordo della portaerei nucleare Charles de Gaulle. Oui, il est Charlie.
La portaerei salperà scortata dalla fregata Chevalier Paul e dal suo elicottero Caïman Marine, dalla petroliera per rifornimento Meuse e da un sottomarino nucleare. Imbarcherà uno stato maggiore al completo, 12 caccia multiruolo Rafale marine, 9 caccia Super Étendards Modernisés (SEM), 1 aereo da ricognizione Hawkeye e 4 elicotteri. I marinai impiegati saranno 2.600. Andranno a rafforzare il contingente già dispiegato nell’ambito dell’Operazione Chammal tra il Golfo di Aden e il Golfo persico: sul posto sono infatti già presenti 15 caccia tra Mirage e Rafale, 1 aereo radar e un’aviocisterna, In questo modo l’intero GAN (Groupe AéroNaval) sarà di stanza nel Golfo Persico.
Uno spiegamento di forze impressionante.
Il GAN francese opererà sotto il controllo operativo americano. La fregata britannica HMS Kent raggiungerà il gruppo nell’Oceano indiano e opererà con questo in modo integrato.
L’obiettivo dichiarato è il Daesh in Iraq, ma il ministero della difesa francese confessa che il GAN può adattarsi e modificare in qualsiasi momento il proprio programma in funzione delle evoluzioni della crisi nel Levante.
Il nome che è stato dato alla nuova missione è Arromanches, comune di Calvados dove fu costruito un porto artificiale per lo sbarco in Normandia degli angloamericani.
"Mi piace""Mi piace"