I CANDIDATI A CAPO DEL PENTAGONO. IL PRESCELTO CI DIRÁ QUALE POLITICA SEGUIRÀ OBAMA. di Antonio de Martini

I politici o professori che accettano di lasciare i propri incarichi per partecipare a una attività di governo, vogliono tutti servire per due mandati presidenziali ( otto anni).
È il tempo giudicato sufficiente per crearsi una agenda di relazioni top, tali da assicurarsi un futuro di successo una volta restituiti alla vita normale.
In America sarebbe impensabile un uomo, poniamo, di Prodi che resti in servizio con Berlusconi o Renzi o avventizi che diventino stabili.
La democrazia in America è precarietà.
Alcuni, già stabilizzati, come John Kerry, accettano di assumere un incarico avendo innanzi a se la prospettiva di un solo mandato quadriennale.
Più difficile trovare chi voglia servire un Presidente a durata biennale quale è oggi Barak Obama, specie se il Presidente non sembra in grado di designare un delfino con qualche probabilità di successo che offra continuità. Molti giudicano Obama una ” anatra zoppa” al punto da non essere certo di far approvare dal Senato, la candidatura presentata.

Per questa ragione gli occhi di tutti sono puntati sulla scelta del candidato a succedere a Chuck Hagel. , specie dopo che due quotati candidati, tra cui una donna, hanno declinato pubblicamente la designazione. Un chiaro segnale di scetticismo.

I DUE CANDIDATI SE OBAMA TEME IL CONGRESSO.

Un primo candidato che potrebbe ottenere a mani base l’approvazione del Senato è Carl Levin, ( Democratico) potentissimo presidente della commissione Difesa del Congresso. Sarebbe la replica della approvazione senatoriale di Kerry che era presidente della commissione esteri.
Il Senato lo plebisciterebbe, anche perché membro del consesso da trenta anni.
Meno sicura ma altamente probabile , anche l’approvazione di Adam Smith, presidente democratico della analoga commissione della Camera dei rappresentanti.

SE CERCA LA CONTINUITÀ POLITICA

Sceglierà Jeh Johnson attualmente a capo della Homeland Security  che fa già parte dell’Amministrazione ed è noto nelle FFAA per essere all’origine del famoso don’t ask don’t tell  di Clintoniana memoria che legalizzò la presenza dei gay nell’esercito americano.

Questa candidatura potrebbe essere vincente se non creasse un vuoto altrove, proprio nel momento in cui l’Homeland Security si appresta a selezionare i cinque milioni di immigrati per ammetterli ai benefici della carta verde che contraddistingue i residenti legali dai sei milioni che rimarranno come clandestini.

Ma forse è più facile trovare un sostituto politico all’Homeland che un tecnico competente alla Difesa.

SE CERCA LA CONTINUITÀ TECNICA E AMMINISTRATIVA

I candidati non mancano. C’é Ashton Carter, ex vice di Leon Panetta, ma proprio in questi giorni Panetta ha criticato Obama per non aver seguito i consigli della Clinton sulla vicenda siriana. Out.

Il più quotato, a parere di molti, è l’attuale vice di Hagel, Robert Work, con un curriculum di tutto rispetto: trenta anni nei Marines , ex sottosegretaio alla Marina ( l’arma principe degli USA) e Presidente del NDERG ( Nuclear Deterrent Enterprise Review Group) creato per rivedere tutte le procedure e la manutenzione degli ordigni nucleari dell’arsenale americano, a seguito di un recente scandalo per attrezzature e uomini usurati e inaffidabili. Se prescelto, accettasse, dovrà spiegare meglio l’abbandono di Hagel.

Il sottosegretario all’aeronautica Deborah James è la candidata di riserva se i sondaggi suggeriranno di scegliere una donna in base al criterio demenziale di selezionare in base al sesso invece che la testa.

L’attuale sottosegretario alla Marina Ray Mebus è stato governatore del Misissipi e ambasciatore in Arabia Saudita, ma è stato impiombato da una inchiesta per aver speso cinque milioni di dollari in viaggi nel suo attuale incarico. Ne è uscito indenne, ma ne fanno una questione di opportunità politica.

 

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Commenti

  • luigiza  Il novembre 30, 2014 alle 4:15 PM

    Avrei gradito conoscere anche le, ovviamente solo supposte, motivazioni delle dimissioni, per alcuni invece allontanamento, dell’Hagel.
    Peccato che nell’articolo non vi sia cenno come non si prende in considerazione la possibilità della elezione di tal Kagan, marito della sig.ra Nulan, un falchetto a quanto pare. Come dice il proverbio: Dio li fa e poi li accoppia.

    Sia ben chiaro riporto solo affermazioni che ho letto qua e la sul web.
    Se effettivamente l’ultimo nella rosa dei candidati a Segretario della Difesa non c’è, meglio. Di esaltati in posti di comando é meglio farne a meno.

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    • antoniochedice  Il novembre 30, 2014 alle 4:19 PM

      Anch’io avrei gradito conoscere la quotazione del petrolio della settimana prossima e se il giorno del giudizio capiterà di mercoledì, per via del cambio delle lenzuola.

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  • luigiza  Il dicembre 2, 2014 alle 6:18 PM

    Quindi Obama CERCA LA CONTINUITÀ TECNICA E AMMINISTRATIVA perchè ha nominato Ashton Carter a capo del Pentagono.
    Sig. Antonio é mercoledì mentre le scrivo: può cambiare le lenzuola.
    Il giorno del Giudizio é stato rimandato. Ma di poco.

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