Ieri, giovedì, il Congresso USA ha votato le condizioni per assecondare la ” Nuova Strategia” di Barak Obama verso Siria e Irak.
Si accontentano di poco: ogni 90 giorni, dovrà riferire al Congresso, con una relazione che faccia il punto dei progressi ottenuti; il numero dei combattenti addestrati; l’elenco analitico dei gruppi siriani selezionati per gli aiuti; l’utilizzo delle armi e degli equipaggiamenti forniti.
Oggi, si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’ONU – presenti il segretario di Stato John Kerry che d’ora in poi chiamerò beautiful mind – e il generale John Allen coordinatore designato della ” vasta coalizione” che non vediamo sorgere.
Su undici paesi presenti al meeting di Gedda, partecipa pienamente solo l’America, i sauditi concedono basi solo di addestramento la Turchia l’aereo porto di Incirlick ma unicamente per voli umanitari e il Libano ( che oggi ha visto rapire un altro suo soldato a Ersal portando così a 28 il numero dei militari libanesi sequestrati da agosto).
L’Egitto ha rifiutato l’intervento ad onta di una visita supplementare al Cairo e gli altri sette emirati non hanno eserciti..
In Europa, a parte i nostri saldi di magazzino ai Kurdi, la Francia ha promesso voli da bombardamento – esclusa la Siria – annunziato che NON invierà truppe di terra, ma per ora ha inviato solo dei Rafale a compiere voli di ricognizione.
Eppure dispone della Legione straniera per la quale non valgono i vincoli politici del resto dell’esercito.
Altro alleato presentato con clamore, l’Australia: offre 600 uomini di cui 400 dell’aeronautica e duecento special forces presumibilmente per la protezione dei 400. Quindici sono già arrivati.
Data la mancanza di esperienza di teatro, saranno più che altro di impiccio. Non c’è nemmeno l’alibi di voler proteggere le rotte del petrolio dato che la produzione e il trasporto non sono mai stati tanto forti. Per evitare ribassi di prezzo, l’Arabia Saudita ha annunziato una riduzione unilaterale della produzione giornaliera del regno, di 400.000 barili…
Australia e Libano sono un po’ poco per chiamarla ” vasta coalizione”. Barak Obama non riesce a creare la coalizione anti ISIS-ISIL-EI ( che gli arabi chiamano DAESH) per riprendere la leadership del mondo.
O non credono a Obama o non credono al pericolo ISIS.
Ora la Casa Bianca sta ripiegando sulla lotta al virus Ebola tentando di esautorare l’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS) come ha fatto con le Nazioni Unite.
che ha intanto chiesto un miliardo di dollari per la lotta al morbo.
Se anche a questa iniziativa non riuscirà ad adunare abbastanza paesi da dargli copertura mondiale, per vincere le elezioni di medio termine non gli resterà che recarsi a Lourdes.
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Commenti
chiaro, sintetico, chirurgico. sempre tante grazie per condividere sul blog le sue analisi. mi conceda anche una breve risposta ad una domanda superficiale, per pura curiosità: c’è qualcuno al governo di cui Lei ha stima in materia di politica estera?
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Di quale governo?
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italiano (sempre che la sua domanda non sia sarcastica)
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Era nata sarcastica. Ora è angosciata.
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Secondo me l’Obama non riesce nell’intento perchè non ha la fantasia di un Bush jr. nel dar nomi alle missioni militari all’estero.
Lo aiuto io; la potrebbe chiamare operazione Awn-mower.
In fondo si tratta di tagliar barbe (awn) a tagliatori di teste.
Che ne dice? potrebbe funzionare? 😉
A ‘sto poraccio un aiutino bisogna darglielo.
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Gillette potrebbe andar meglio?
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Decisamente meglio: è bi-lama.
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Il Libano non conta nemmeno per i libanesi e dichiarerebbero guerra a chiunque pur di dire che esiste ancora un paese chiamato Libano anche senza Presidente
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Inviato da iPad
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?
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Direi che saudi, qatarioti che compagnia non ci credano tanto perchè sono loro che finanziano l’ISIS.
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Distinguere tra singole donazioni ( di miliardari) e governi.
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Ma al momento (domanda banale)Iran & Russia fanno parte o no della coalizione anti ISIS? I cui i membri e gli obbiettivi sembrano mutare ogni giorno
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Esiste una coalizione dei volenti ” of The willing” di cui fanno parte in tanti. Esiste però una coalizione dei graditi di cui Russia,Iran e Siria fanno parte. Alcuni siti filo Israele tifano per l’ammissione della Siria sulla cui frontiera gli israeliani sono in allarme e dove si sono avuti sequestri di truppe ONU. Questo le darà il senso del caos politico creato dalla apertura del vaso di Pandora fatto dal governo USA.
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Intanto pare che nella coalizione dei disponibili, o degli interessati (si sceglia liberamente la traduzione che si preferisce), siano riusciti a imbucarsi i soliti suggeritori dei bombardamenti mirati alle infrastrutture energetiche.
Nella notte una dozzina di raffinerie e pozzi di petrolio sono stati fatti saltare. Ma chi l’avrebbe mai detto?
Così ai siriani resteranno le macerie. Ai mandanti la convinzione di avere aggiunto un tassello al disperato tentativo di difesa del loro oligopolio energetico e valutario. All’ISIS il ricordo di giorni gloriosi, in cui si vinceva, si perdeva, si giocava; senza necessariamente capire bene a che cosa.
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Nei giorni scorsi il petrolio era sceso di prezzo. I sauditi per sostenere i corsi hanno diminuito la produzione di quattrocentomila barili al giorno. Era inevitabile che un paio di F16 sauditi colpissero la raffineria e dessero esempio di lealtà di coalizione agli USA.
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Per facilitare il lavoro del presidente e del congresso, le previsioni trimestrali sono state già organizzate su base annuale e pluriennale.
Il metodo adottato sembra più o meno il seguente: voi ditemi fino a quanto potete spendere e io vi faccio la lista.
Fatturato minimo atteso: mezzo miliardo di dollari al mese. Al mese. Se poi l’azione di terra diventerà inevitabile (“as some have recommended”), la somma lieviterà verso la ragguardevole cifra di 2 miliardi di dollari. Sempre al mese.
La sola prospettiva consente di realizzare un discreto guadagno. Giocando con contratti a termine sulle azioni delle società. Non tutte; esclusivamente quelle società che vengono individuate – con modalità non sempre e non del tutto trasparenti – come beneficiarie del contributo forzato della coalizione dei contribuenti – più o meno – volenterosi.
Sulla procedure di assegnazione delle commesse, o in mancanza sui vantaggi compensativi assegnati, si gioca probabilmente parte della tenuta della coalizione. Per compattare la quale in questo momento sembrano mancare, più degli Alexander Suvorov in prima linea, dei Massimiliano Cencelli nelle retrovie.
http://www.csbaonline.org/publications/2014/09/estimating-the-cost-of-operations-against-isil
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