CRISI UCRAINA: IL SIGNOR WOLFOWITZ NEL PAESE DEGLI IGNORANTI HA FATTO SCUOLA . di Antonio de Martini e Massimo Morigi

Anche se c’è da nutrire seri dubbi che gli agenti strategici e i centri decisionali istituzionali della politica estera statunitense nella loro attività di destabilizzazione  portata avanti a livello globale siano stati ispirati, oltre che da un pensiero  geopolitico e  hobbesiano, da suggestioni di tipo letterario, nella vicenda Ucraina – come del resto in altre consimili come ( un caso con profonde analogie operative di tentato rovesciamento dei poteri legittimamente alla guida del paese è il Venezuela prima e dopo la morte di  Hugo Chavez) – questa certezza sembrerebbe per un attimo vacillare. In fondo cosa hanno cercato – e tentano tuttora – di fare gli Stati uniti con l’Ucraina?

Molto semplicemente hanno cercato di replicare quanto il grande scrittore ucraino Gogol aveva immaginato nelle Anime morte attraverso la creazione del suo immortale antieroe Cicicov, il quale attraversava la Russia in lungo e in largo per acquistare i nomi dei defunti servi della gleba che, in seguito, avrebbero dovuto essere truffaldinamente esibiti alle autorità per potere ottenere dei cospicui finanziamenti.

E se certamente l’attività di acquisto e di corruzione da parte degli Stati uniti dei settori più disperati e di quelli gangsteristicamente  più  vocati della società ucraina richiama veramente l’idea di una compravendita di “anime morte” da esibire di fronte al mondo per giustificare  il definitivo passaggio dell’Ucraina al  Washington consensus , quello che sorprende non è tanto che gli agenti strategici statunitensi dimostrino di non conoscere come va a finire l’immortale romanzo di Gogol (Cicicov non riesce nel suo intento e l’ignobile furbata viene scoperta) ma  di non aver preso nemmeno per un attimo in considerazione l’immancabile e scontata reazione della Russia che mai avrebbe accettato – e mai accetterà – il proposito americano di annientarla in quanto superpotenza (ed anche di progressivamente contrarla e sminuzzarla pure territorialmente facendo leva sulle sue varie componenti etnico-culturali).

Nel caso specifico della crisi ucraina, la reazione russa a questa impostazione statunitense (Grand strategy americana che non è una nostra elucubrazione ma che ha trovato già da più di due decenni una sua elaborazione esplicita nella cosiddetta dottrina Wolfowitz, vedi all’indirizzo http://work.colum.edu/~amiller/wolfowitz1992.htm, urtext della politica estera statunitense dopo la fine della guerra fredda, della quale il primo commento fu fatto dal New York Times l’ 8 marzo 1992 con il significativo titolo “U.S. Strategy Plan Calls for Insuring No Rivals Develop. 


A One-Superpower World. Pentagon’s Document Outlines Ways to Thwart Challenges to Primacy of America”
) anche se parimenti del suo rivale americano nulla deve alla letteratura, forse qualcosa deve ad una visione certamente più creativa e meno nichilistica di quella portata avanti dagli agenti strategici del caos americani.

Di questo passo aspettiamoci pure, tanto per fare un esempio che coinvolge il nostro paese, che un eventuale referendum per uscire dall’Euro anch’esso troverà qualche autorità internazionale che sentenzierà sulla sua illegalità).

La Russia mostrando una sorta di astuzia luciferina (cosa c’è infatti di più sacro dal punto di vista delle liberaldemocrazie e soprattutto dal punto di vista americano, del principio di autodeterminazione dei popoli: vedi il nefasto ruolo del presidente americano Wilson alla conferenza di pace di Parigi, dopo la prima guerra mondiale nello smembrare – con l’assai poco previdente appoggio delle principali potenze vincitrici –  alla luce dei suoi “Quattordici punti”, senza alcun ritegno e logica geopolitica –  se non una già allora incipiente “strategia del caos” – l’impero asburgico e vedi l’accusa americana perdurante durante tutta la guerra fredda che l’Unione sovietica non permetteva la libera espressione dei popoli sottoposti al patto di Varsavia), ha dato alla truffa Stati uniti/Cicicov una soluzione che non sarebbe nemmeno dispiaciuta all’autore delle Anime morte.

Quale soluzione? Molto semplicemente la Russia dice questo agli Stati uniti (e ai suoi alleati). Se volete, tenetevi pure le vostre anime morte (una Ucraina fallita economicamente e che dopo essere stata accolta a braccia aperte dall’Occidente diverrà preda dei mortali e avari aiuti internazionali, Grecia docet), noi ve le lasciamo volentieri e, se ci riuscite, traetene pure un profitto.

Noi, da parte nostra, ci limitiamo ad offrire una alternativa a coloro che non vogliono accettare di essere acquistati (la Crimea russofona) come una sorta di “anima morta” dalla truffa del novello Cicicov americano.

La morale finale della storia vale non solo per quegli ucraini (chi in buona fede e chi direttamente pagati) si sono fatti trattare come carne da cannone in omaggio alla strategia del caos americana ma anche per quegli alleati di una superpotenza che ha ormai perso ogni ritegno nella sua hubris imperialistica.

Al contrario che nel romanzo di Gogol, per le anime morte della  strategia statunitense c’è una possibilità di ritorno alla vita. Dubitiamo fortemente che questa possibilità sia ancora a disposizione di un’Ucraina territorialmente integra.

Il repubblicanesimo geopolitico crede fermamente invece che lo sia per quei paesi i cui agenti strategici abbiano un loro lungo e sedimentato passato che non può essere ridotto –  come evidentemente nel caso ucraino –  ad una triste ed opaca storia di famiglia di vecchie  corrotte burocrazie di partito in cannibalesca ricerca di un agognato riciclaggio “democratico” e che, al contrario dell’Ucraina,  si siano nel tempo legati  allo sviluppo di forti appartenenze, tradizioni e culture nazionali.

E dove in questo atlante geopolitico di forze ed agenti strategici che alla luce delle storie di “lunga durata” delle loro vite nazionali cercano una fuoruscita  dagli idola theatri e dalle pratiche del Secolo breve sia la futura naturale collocazione dell’Italia è, pensiamo, persino offensivo accennarlo.

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Commenti

  • Gianni Bordet  Il marzo 13, 2014 alle 2:20 PM

    La Russia non può aver dimostrato astuzia luciferina, semmai una ben superiore astuzia Angelica, l’anticristo abita a Washinton ed ha un pied-a-terre a Londra dove si intrattiene con le prostitute europee (senza nulla togliere alle oneste lavoratrici del sesso che sbarcano il lunario), a Mosca non si azzarda ad inoltrarsi perchè ha troppa paura dell’Acqua Santa e degli occhiutissimi Pope.
    Gianni

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  • francesco  Il marzo 13, 2014 alle 2:48 PM

    magnifico!!

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  • F.  Il marzo 13, 2014 alle 5:51 PM

    gli americani preparano un false flag in Crimea entro il 15. è quanto attesterebbero le mails tra un tenente colonnello americano a kiev e un ufficiale ukraino:
    http://beforeitsnews.com/military/2014/03/us-ready-for-military-response-in-ukraine-declares-chairman-of-joint-chiefs-2459554.html

    che ne pensa?

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    • antoniochedice  Il marzo 14, 2014 alle 4:11 PM

      Il capo degli Stati Maggiori congiunti, Dempsay, ha solo dichiarato – nota bene agli alleati occidentali – che la macchina militare americana è pronta ad ogni evenienza. Sarei preoccupato se lo avesse dichiarato rivolto alla Russia. L’Ucraina non aderisce alla NATO e pertanto non può interessare l’Alleanza Atlantica.
      Le lobby dell’industria militare e i repubblicani cercano di incrementare il bilancio USA nel settore Difesa, mentre Obama e i suoi c’erano di aumentare la spesa sociale a scapito delle FFAA che spendono seicento e passa miliardi di dollari all’anno.
      Dempsay è fedele a Obama e deve mantenere un buon rapporto col mondo dei patrioti USA , quindi fa dichiarazioni ” patriottiche e nazionaliste” ma non all’indirizzo dei russi.
      Kerry è in una posizione di compromesso e da un colpo al cerchio di Obama e uno alla botte Clinton.

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  • luigiza  Il marzo 13, 2014 alle 5:56 PM

    La morale finale della storia vale non solo per quegli ucraini …
    ….
    Dubitiamo fortemente che questa possibilità sia ancora a disposizione di un’Ucraina territorialmente integra.

    Bravo sig. Antono, dopo un piccolo sbandamento su un questioncella italica, la vedo tornato alla sua solita ed apprezzatissima lucidità di lettura dei fatti.

    Però non crede, sospetta, teme che invece della sola Ucraina sarebbe il caso di parlare dell’Europa occidentale tutta?
    Qualcosa mi dice che presto la geografia politica di essa cambierà e temo pure in modo non pacifico.
    In fondo é successo già più volte in passato, perchè non dovrebbe ripetersi?

    P.S. non mi bannerà pure questo innocuo ma profetico commento, spero 🙂

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    • antoniochedice  Il marzo 14, 2014 alle 9:15 am

      Io banno tutti i commenti non pertinenti all’argomento o stupidamente fascistoidi è rivolti al passato e rievocanti la scorsa guerra ( civile e militare) . Qui sto parlando da sempre della prossima guerra, non di quella scorsa. Considero chi lo fa un provocatore o un fesso.

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  • Luca  Il marzo 14, 2014 alle 9:26 am

    “President Obama has asked me to leave tomorrow evening and fly to London to meet with Russia’s Foreign Minister Sergei Lavrov on Friday and I will do that”.
    Della serie: scusatemi, ma devo proprio? Sarebbe interessante fare mappe di relazioni e soprattutto di affiliazioni.

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