Il prossimo 15 Aprile scade il termine per presentare l’aggiornamento del Piano Nazionale di Riforma che ogni Paese membro dell’Unione Europea deve approvare e consegnare alla Commissione Europea.
E’ il terzo PNR, gli altri due sono passati assolutamente inosservati e indifferenti sia nei due rami del Parlamento sia, e tanto più, nelle piazze, nel web, nelle televisioni, nelle radio e sui giornali.
Non è stato finora mai fatto un sondaggio, ma crediamo che i risultati sarebbero mortificanti.
Quanti italiani sanno cos’è il PNR?
Quanti italiani sanno che anche il loro Paese, oltre gli altri 26, attraverso il Governo e il Parlamento – loro delegati e eletti -, ha aderito alla strategia Europa 2020 ?
Quanti italiani sanno che per i prossimi sei anni e mezzo siamo impegnati su tre priorità:
• Crescita intelligente, ovvero basare lo sviluppo economico basato sulla conoscenza e sull’innovazione;
• Crescita sostenibile, ovvero promuovere un’economia più efficiente, più verde e più competitiva;
• Crescita inclusiva, ovvero promuovere un’economia che consenta un alto tasso di occupazione e favorisca la coesione sia tra le persone sia tra i territori ?
E che in questo ambito cinque sono gli obiettivi da raggiungere entro il 2020:
• un lavoro per il 75% delle persone tra i 20 e i 64 anni;
• il 3% del PIL europeo investito in ricerca e sviluppo;
• il 20/20/20 in tema di clima e energia;
• almeno il 40% dei giovani devono essere laureati e meno del 10% abbandonare la scuola.
• il rischio povertà deve diminuire per almeno 20 milioni di persone?
A tutti i governi e i Parlamenti dell’Unione Europea tali obiettivi sono apparsi credibili e raggiungibili, e, da quanto è dato di conoscere, quasi tutti stanno lavorando e programmando interventi, leggi e azioni per raggiungerli.
In Italia?
Prima della tornata elettorale analizzammo tutti i programmi dei partiti e il risultato fu farsesco: “Dall’analisi effettuata emerge che, pur se tutti i programmi di partito trattano ovviamente le tematiche della Strategia Europa 2020, pochi e rari sono i riferimenti diretti e cosi detti “certificati”. (http://www.associazioneitalia2020.it/)
Ora che si vuole fare? Ci sono forse altri obiettivi e altre strategie migliori?
C’è qualche partito o associazione della società civile che vuole basare lo sviluppo sulla costruzione di fabbriche di acciaio e di automobili, ovvero ritornando tutti a coltivare la terra, invece che sulla conoscenza e l’innovazione? Oppure qualcuno che vuole inquinare con centrali a carbone, trasporti a benzina il continente? Ovvero rialzare i muri razzisti, chiudere le frontiere agli immigrati e mettere tutti a pancia all’aria? Se c’è si faccia avanti.
Siamo tra i Paesi che più hanno perso in competitività, innovazione, sviluppo, cultura e anche nel PIL negli ultimi dieci anni. Qualcuno vuole continuare così?
Il prossimo Governo prenda finalmente e apertamente in considerazione questo impegno serio e unico per consolidare e valorizzare l’unico esempio che la storia della civiltà umana ha prodotto di cooperazione tra 27 popoli con 26 storie e lingue diverse che solo fino a cinquanta anni fa si trucidavano tra loro.
Portiamo nelle piazze e nei media come vogliamo raggiungere questi obiettivi, facciamo dell’analisi e dell’approvazione del PNR la cartina al tornasole , ma ancor più la leva per ripartire.
Più Europa per un progresso sostenibile e equo.
Chi ci sta?
Commenti
Ho lavorato come direttore medico in italia di una grandissima multinazionale americana del farmaco per quasi venti anni. Ogni tre o qauttro anni facevamo un piano triennale o quadriennale per il periodo che sarebbe venuto. Non mi ricordo di un solo caso in cui a una previsione qualsivoglia si sia avverata non dico al 100% ma al 50%. I due precedenti PNR, lo dice l’autore, sono passati come acqua sui massi; non scommetto che accada lo stesso anche per il terzo, perché vincere essendo il Brasile contro l’Honduras non mi piace. Pensate a come eravamo nel 2000 e come siamo ora, in Europa. C’era scritto in qualche PNR ? GiC
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Caro GiC il tema non è quello di fare previsioni e di “azzeccarci”,(il che giustamente noti è quanto meno fortunoso), ma quello di avere una visione di che Paese e Europa vorremmo e darci degli obiettivi per poterla raggiungere. Poi e certamente ogni volta che arriva qualche cigno nero vanno adeguati e corretti. E quindi: che Italia vorremmo? Tre anni fa i 27 governi più o meno democratici lo hanno messo a punto un obiettivo possibile. Peccato che pochi lo conoscono, peccato che pochi lo hanno condiviso. Ma comunque credo che un obiettivo, una visione la dobbiamo avere. No?
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