Benché alle prese con la minaccia di taglio automatico del bilancio statale USA per circa 86 miliardi di dollari se non interverrà entro un paio di giorni un accordo tra democratici e repubblicani che sembra lontano, Barak Obama ha telefonato a Putin.
Il tono della telefonata – a sentire l’Associated Press – è stato amichevole.
Obama avrebbe iniziato con apprezzamenti sul l’atteggiamento cooperativo della Russia nella gestione del contenzioso sulle ambizioni nucleari dell’Iran e sono poi passati ad esaminare la questione siriana che li vede schierati in posizioni antagonistiche.
La Casa Bianca ha infine comunicato che il previsto incontro multilaterale tra i paesi industrializzati di giugno in Irlanda, verrà affiancato da un incontro monotematico a due sulla Siria.
Obama ha anche preannunciato di voler venire, ospite di Putin, a settembre a San Pietroburgo al multilaterale tra paesi ricchi e in via di sviluppo previsto in quella città.
Nel frattempo – è sempre la Casa Bianca che parla – vengono visti positivamente gli incontri
” sostanziosi e costruttivi ” tra il segretario di Stato John Kerry e il ministro degli esteri Russo Sergei Lavrov sempre sul tema della transizione in Siria.
Questo comunicato, dopo tanta disinformazione, consente di ritrovare il ” fil rouge” della trattativa iniziata a Ginevra tra il rappresentante dell’ONU e della Lega Araba Laskar Brahimi , e i due sottosegretari agli esteri russo e americano.
I contatti passano quindi al superiore livello di ministri degli esteri e sono previste due riunioni di vertice per Il suggello finale degli accordi.
Kerry si è già immerso nelle problematiche siriane questa settimana a Roma e mi pare di capire che una parte dei ribelli abbia puntato i piedi minacciando la rottura – evidentemente a causa delle informazioni ricevute – poi rientrata. La scelta di due esponenti moderati in rappresentanza del governo in esilio, lascia sperare. Un ulteriore ostacolo verrà affrontato da Kerry in questi giorni con la visita a Erdogan ad Ankara, le cui dichiarazioni antisioniste pare abbiano intralciato il processo
I punti acquisiti e irrinunciabili sono certamente la posizione acquisita della Russia nel Levante ( e questo presuppone che la Siria resti nell’orbita russa) e la uscita di scena di Assad indolore ed un certo numero di suoi collaboratori-guardiani che hanno impedito le riforme che Assad e l’Ambasciatore Ford avevano concordato.
Resta da vedere se l’uscita di scena potrebbe avvenire dopo l’accordo, come chiede Assad, oppure prima come chiede una frazione dei ribelli.
Il fatto che Obama si sia auto invitato a S Pietroburgo, lascia pensare che l’accordo di massima ci sia già e che gli incontri preparatori del vertice riguardino la realizzazione concreta di intese e accordi che sostituiranno nell’immaginario collettivo il patto Sykes-Picot di venerata memoria.
Commenti
Il Diavolo è nei dettagli potrebbe essere secondo Yemen.
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Cmq merita commento + articolato
1)Assad non ha alcuna garanzia ,nemmeno quella dell’incolumità
personale dopo esperienza gheddafiana come fidarsi?
2)Se in Siria rimane traccia dell’influenza russa e iraniana a cosa gli è servito scatenare guerra disastrosa?
3)Come si pensa di poter convincere senza spartire il paese
i Fratelli Musulmani a condividere il potere dopo che in Libia
Egitto in Tunisia hanno dimostrato di non essere assolutamente
in grado di farlo,concependo il sistema democratico alla stessa
maniera di Hitler,cioè come un mezzo per impadronirsi del governo e mai più lasciarlo?
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Una sola risposta per i due commenti.
1) la trattativa non è tra Assad e gli USA, ma tra Russia e America.
2) ho detto influenza russa. Iraniana lo hai aggiunto tu.
3) mantenere l’influenza russa, esclude i fratelli mussulmani. Credo ia per questo che Kerry a Roma abbia avuto problemi a mettere tutti nella stessa stanza.
4) il probabile leader è l’ex deputato, già ospite delle patrie galere, protetto da Ford ( di cui oggi non ricordo il nome, ma al quale ho dedicato un post) .
5) Ford , repubblicano sgradito ai democratici, ebbe il posto a Damasco con una risicata approvazione del Congresso. La macchina americana della politica estera è distaccata dalla macchina da guerra. Iniziate le ostilità il suo ruolo è finito.
6) questo prete dall’oglio è un protagonista nato. Protagonista quando ha fatto il ’68 con fracasso; Protagonista a Mar Moussa dove ha creato una strana comunità mistico-religiosa monoteista ( mussulmani, cristiani, ebrei, ) ospitale e multisessi, prova vivente dello spirito di tolleranza siriano; è stato espulso per aver dato asilo a ribelli ricercati.
È ansioso di tornare nel suo piccolo e suggestivo regno. Il fatto che abbia un lato mistico lo libera di ogni sospetto.
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Vorrei aggiungere ultima cosa se davvero Robert Ford voleva
che si adottassero riforme, organizzare il massacro del 17/7/2012 IMHO non è modo migliore di ottenerle,subito dopo
aver appreso la notizia mi son riletto intervista del buon
(modo dicere) Padre Dell Oglio ed ho pensato che stesse indicando i bersagli da colpire.
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