Sono anni che – a causa delle accuse di violazione non provata del Trattato di non Proliferazione – si parla di attaccare l’Iran e benché gli americani si dicano disgustati per aver subito l’attacco proditorio la domenica di Pearl Harbour nel 1941 ed abbiano impiccato a guerra finita qualche responsabile ( il responsabile primo, l’Ammiraglio Ysoroku Yamamoto lo abbatterono coi caccia P 38 mentre si stava trasferendo in aereo) , danno per scontato che attaccheranno di sorpresa.
Anche l’attacco alle due torri credo li abbia spinti a pensare che la miglior difesa è l’attacco…a tradimento
E‘ possibile che l’ incursione venga portata a termine dall’aeronautica israeliana che già tre o quattro anni fa
ebbe un prestito ( USA) finalizzato all’acquisizione di cinquanta aerei supersonici ( non ricordo il modello)a capacità nucleare e bruciano, gli israeliani, dalla voglia di un confronto militare con Teheran per posizionarsi – loro scopo strategico da sempre – come la potenza egemone del Vicino Oriente.
Resta ovviamente in tutta la sua pericolosità politica il problema dello svergognamento del paese mussulmano che consentirà il sorvolo del proprio territorio al “nemico sionista”, ma per gli americani, l’alternativa sarebbe quella , pericolosa in assenza del consenso del Congresso, di attaccare direttamente.
Negli USA il Presidente è potente, ma il Senato onnipotente e ha già messo in guardia Barak Obama che la dichiarazione di guerra non è di sua competenza.
Esiste un problema a questo punto insormontabile proceduralmente : se il Presidente chiede l’autorizzazione del Congresso, addio al fattore sorpresa, per evitare il quale i militari iraniani fanno da oltre un anno, cinque giorni di grandi manovre a settimana. In particolar modo, manovre navali e coi barchini esplodenti. Non ci sarà bisogno di ordini radio. Ognuno sa già cosa fare.
Lo scopo di queste manovre semipermanenti è evidente: in caso di incursione alleata, ridurre al minimo i vantaggi del fattore sorpresa per il “nemico” e approfittare della polarizzazione dell’attenzione dei mezzi elettronici nella protezione della flotta aerea attaccante, per sferrare un colpo primitivo e mortale alla forza navale USA incrociante nel golfo persico o alla fonda a Bahrein, isola a sette minuti di volo, interamente sciita, in rivolta continua da oltre due anni contro il sovrano sunnita che resiste appoggiato dai carri armati sauditi giunti a portare il “fraterno aiuto” stile Brehznev. L’attacco potrebbe anche essere coadiuvato da un blitz da terra a cura dei ribelli sciiti.
Circa il quando gli occidentali attaccheranno, ho una mia idea e vorrei condividerla, anche per esorcizzarla.
Tra un mese e un giorno, per noi è primavera. Per gli iraniani, a causa di un tenace residuo di zoroastrismo è anche Capodanno.
Popolo fiero che non si è interamente piegato nemmeno all’islam, i persiani festeggiano il Capodanno ogni anno nel primo giorno di primavera e non vedono motivo di rinunziare alla tradizione.
L‘abitudine è preislamica, tanto radicata che nemmeno quattrodici secoli di islam e trentaquattro anni di zelante regime dei mullah sono riusciti a farla cambiare. Per gli iraniani più patriottici è anche la prova che erano grandi anche prima dell’avvento dell’Islam.
Poiché il 21 Marzo cade di giovedì e il giorno festivo è il venerdì islamico, siamo in pieno fine settimana. Questo è dunque il momento migliore per un’azione di sorpresa.
Gli americani dovrebbero anche spiegare all’opinione pubblica a loro favorevole il come mai un attacco proditorio aprofittando della unica usanza non islamica che tutti santificano anche come segnale di opposizione al regime dittoriale dei preti islamici. Persino loro, lontani come sono dalle tradizioni altrui, dovrebbero rendersi conto degli effetti controproducenti di un comportamento simile.
Il giorno dopo, un Venerdì, quando tutti gli islamici si radunano nelle moschee – anche nei territori occupati e a Gerusalemme -eventuali proteste a Gaza e Gerusalemme, sulla spianata del tempio, sarebbero garantite.
A meno che le riunioni in moschea , con una qualche scusa, non vengano interdette prima. Quello sarà il segnale di allarme cui fare attenzione.
Commenti
Asianews afferma da 3 anni che gli americani onde sbarazzarsi del loro immane debito pubblico e privato progettano vasta guerra medio orientale.Inizialmente ero piuttosto scettico perchè trovavo le loro analisi piuttosto schematiche e lo scatenamento di un terzo conflitto dopo quelli (tutt’altro che vinti) degli ultimi anni mi pareva un assurdo azzardo. Purtroppo gli eventi degli ultimi 2 anni parrebbero avvvalorare questa sciagurata ipotesi.Temo che l’autorizzazione del Congresso non sia realmente un ostacolo,i precedenti come l’incidente del golfo del Tonchino o della Libia provano che con o senza uno straccio di pretesto lo scoppio del conflitto è possibile in qualsiasi momento.
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Gli USA non hanno bisogno di saldare o riequilibrare il proprio debito. Casomai di mettere a tacere chi propone di fare le transazioni petrolifere – e quelle internazionali in genere – in valute diverse dal dollaro USA ( Gheddafi, Saddam, ) e più in generale i paesi che non vogliono partecipare all’ordine finanziario mondiale. Tutti i paesi colpiti finora rispondono a queste caratteristiche, non essendo membri della BRI di Basilea.
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Mi limitavo a riferire quanto affermato da loro.Tuttavia sull’esistenza di un nesso tra finanza pataccara e guerre “umanitarie”sono abbastanza d’accordo.
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“Loro Asianews” o loro loro?
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Asianews, io non sono per niente convinto che un grosso conflitto medio orientale possa rilanciare l’economia.In quanto al paese arabo che permetterà il passaggio degli aerei IMHO è l’Arabia Saudita.Tre anni fà ho parlato con un tecnico di ritorno dalla Cina,mi ha riferito che degli iraniani (ufficialmente dei privati)stavano acquistando motoscafi ad alta velocità e che tutti sapevano che era X usarli in caso di guerra.
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Che cosa c’è tirano i motoscafi con gli aerei? Il tecnico di cosa era? Il fatto di dare un permesso di sorvolo é facile. Meno facile è sopravvivere alla revolverata di un parente.
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Io li ho chiamati barchini nel post, perché è il nome tecnico dai tempi di Teseo Tesei.
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Si tratta ovviamente di due argomenti separati ma ambedue riguardanti possibile conflitto.All’eventuale strike aereo l’Iran risponderebbe tentando il blocco di Hormuz per il quale
si impiegherebbero i motoscafi in questione.
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Ovv. tutto questo non significa auspicare scoppio conflitto ma solo esaminarne modalità.Mica sono Daniele Ranieri che narra con toni epico/lirici la marcia dei tagliagole su Damasco assicurando poi che le armi fornite ai ribelli “buoni” verranno
usate in seguito contro i ribelli “cattivi”
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