Chi segue le analisi di questo blog basate sull’esperienza diretta e su informazioni rigorosamente vagliate, non si meraviglierà della notizia e non si meraviglierà che nessun media l’abbia riportata.
Già nell’autunno del 2010 , quando statava per arrivare la prima ondata di ” tunisini democratici” assetati di diritti umani, avvertii che non di sete di democrazia si trattava, ma di fame tout court. A molti sarà sembrata una delle battute ciniche, per le quali finitò all’inferno risparmiando sulla bolletta.
Una panoramica più dettagliata su questi temi , l’ho scritta nei tre post del 18, 20 e 23 gennaio 2011.
Stesso scenario quando poche settimane fa scrissi ” La Siria resiste ai ribelli, ma resisterà alla fame?”.
Ho anche segnalato – a giugno mi pare o ai primi di luglio – che il prezzo dei contartti cerealicoli in Egitto, Libia e Siria stavano aumentando in poco tempo del 40%.
Ai trafficanti di commodities della borsa merci di Chicago conveniva pagare la penale del 10% e rifare i contratti coi nuovi prezzi , guadagnando il 30% netto.
Adesso, uno studio condotto da tre ricercatori del NECSI ( New England Complex System Institute) dimostra ( leggere appresso) che tutte le rivolte sono esplose – in ogni paese – al raggiungimento dello stesso livello di prezzi delle materie prime alimentari ( Grano e cerealicoli ).
E non è successo solo nel 20011, ma anche durante le rivolte della fame del 2008, iniziate in Senegal e nel Sahel.
I cattedratici mi hanno sempre detto che “un caso è una coincidenza, due casi costituiscono un trend.” Qui siamo in presenza di numerosi casi in due periodi differenti a tre anni di distanza.
The Food Crises and Political Instability ( clikka questa linea blu per aprire il documento).
Identificando le cause, i tre ricercatori del NEW ENGLAND COMPLEX SYSTEM INSTITUTE, Marco Lagi, Karla Z. Bertrand e Yaneer Bar-Yam hanno indicato come principale, la speculazione di pochi operatori , sempre gli stessi, come causa prima e la siccità in secondo luogo.
Ecco il terzo post di fila che mostra la priorità del tema idrico nella zona del mondo chiamata AREA MENA ( Middle Esat & North Africa) .
Ecco la prova scientifica che le rivolte scoppiano solo dopo che si raggiunge un certo prezzo dei cereali.
Ecco che si dimostra che a monte di ogni operazione di sterminio per fame ci sono una decina di grandi operatori della borsa merci di Chicago.
Ecco che emerge la necessità di un grande piano idrico e di irrigazione che eviti a chi non muore di fame, di andare a fare il martire suicida per assicurare una pagnotta al giorno alle famiglia.
Il ministro per la cooperazione Andrea Ricciardi della Comunità di S Egidio, smetta di occuparsi delle miserie di Roma e faccia il suo dovere di ministro e di cristiano che per una volta coincidono – confesso mi era simpatico – ma dovrebbe recitare qualche rosario in meno e qualche mea culpa in più.
Commenti
Leggo su wikipedia, e quindi non so se sia vero, che nell’Illinois, lo stato USA con Chicago nel 2006 il Governatore Ryan, (repubblicano)fu “convicted of racketering and bribery”; nel 2008 il Governatore Blagojevich (democratico) si prese 14 anni di prigione; alla fine del XX secolo un altro Governatore democratico fu “imprisoned for bribery”. Se la borsa merci di Chicago funziona come dice il post forse c’é qualche motivo anche “economico”. o no ? GiC
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La Borsa merci è il luogo in cui avvengono le transazioni. Accusarla è come accusare di stupro un letto o un divano.
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Concordo, ed aggiungo che nel caso di Egitto e Siria l’esaurimento della capacità di esportare greggio ha fatto scomparire rendite essenziali al mantenimento della pace interna (se così possiamo definirla).
Però noto anche una cosa differente: versiamo fiumi di telematico inchiostro per raccontare che si, in effetti la fame e la miseria potrebbero scatenare rivolte e disordini. E sembra una conquista del pensiero scientifico contemporaneo. Poi, sfogliando il manuale di storia delle scuole medie di mia zia, leggiamo che la Rivoluzione Francese a fine ‘700 scoppiò per effetto della carenza di pane e farina in Francia. Bastava ricordare?
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L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:
IL GOVERNO LETTA HA RISOLTO IL PROBLEMA . ADESSO IL MINISTRO DELLA COOPERAZIONE NON C’È PIÙ
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A molti sarà sembrata una delle battute ciniche, per le quali finitò all’inferno risparmiando sulla bolletta.
Per me invece é proprio il suo realismo cinico che piace e rende interessante il suo blog.
Guardi un pò lei che razza di coglioni ha per lettori! 😉
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Ognuno ha i lettori che si merita:)
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