Al Cairo, 4 milioni di persone vivono al cimitero. Vivono tra le tombe nelle quali mangiano, dormono , fanno l’amore.
Non hanno casa, non hanno lavoro e se ci sono solo centomila manifestanti in piazza Tahrir, e’ dovuto alle ristrettezze del budget del POMED project che sta finanziando la seconda rivoluzione.
L’obiettivo e’ ottenere qualcosa che non sia una caricatura dello stato di diritto.
Dall’ 11 febbraio scorso il tribunale militare ha giudicato e condannato diecimila civili per fatto connessi agli eventi della primavera araba, mentre i due militari sotto accusa – il presidente Mubarak e il ministro dell’interno al Adly – vengono processati dal tribunale civile ed i loro processi sono appena stati rinviati rispettivamente al 15 ed al 14 agosto del prossimo anno.
Un giovane eroe della prima rivolta e’ stato arrestato e condannato per offese al Feld Maresciallo Mohammed Tantawi. Deve anche pagare oltre tremila dollari di multa. una cifra di cui dispone in Egitto solo una ristretta élite.
Tre studenti americani ( Derrick Sweeney 19 anni della Georgetown University; Luke Gates 21 anni, della Indiana University e Gregory Porter 19 anni della Drexel University, di Filadelfia); sono stati arrestati ed espulsi dopo che la polizia li ha colti sul fatto mentre lanciavano da un terrazzo bottiglie molotov sulla polizia impegnata contro i manifestanti. Ordinarie ingiustizie.
L’ argomento più urticante e’ pero’ rappresentato dai criteri con cui si vuole far funzionare l’assemblea costituente: il modello e’ quello della democrazia turca, o meglio della sua élite militare così’ come ha vissuto fino a ieri: i militari – secondo il progetto – devono essere considerati come casta che si autogoverna, decide il suo bilancio e questo deve essere la prima voce del bilancio della stato….
Gli USA non hanno torto , in linea di principio, a incoraggiare la nuova rivolta , ma hanno torto a voler spingere la candidatura di Mohammed EL BARADEI , l’ ex DG dell’agenzia atomica ( AIEA), che viene vissuto come un tecnico privo di legittimità’ ormai estraneo alla Nazione egiziana.
Una città’ che ha portato in piazza oltre un milione di persone ai funerali di Nasser, non si fa impressionare dai centomila sfaccendati che in realtà stanno facendo da sgabello alla ascesa al potere definitivo di Tantawi e stanno facendo tornare in gioco i membri del vecchio partito democratico di Mubarak, dato che i militari hanno bisogno di sostegno popolare che ora i fratelli mussulmani gli centellinano per acquisire a loro volta spazi politici.
Il ministro delle Finanze Hazem Beblawi, sta cominciando a dare i numeri: a inizio della “primavera araba” l’Egitto aveva 36 miliardi di dollari di riserve valutarie. Adesso ne ha 29. Segno che la primavera araba e’ costata cara.
Nel 2020 l’Egitto raggiungerà’ i cento milioni di abitanti. Cosa mangeranno se già adesso campano al cimitero e vivono con la pagnotta quotidiana data dal comitato manifestanti del giorno?
Tra un mese gli ultimi appartenenti al corpo di spedizione USA, lasceranno l’Irak. Vedremo anche quanto dureranno i risultati della lezione di democrazia.
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