MERKEL, BERLUSCONI, ERDOGHAN, VATICANO. a Roma per la mediazione?

Apprendiamo da fonte  vicina alla maggioranza di governo che sono in corso contatti per verificare  la fattibilità e i tempi di una mediazione  circa il conflitto in corso tra gli anglofrancoamericani e il governo libico. La presa di posizione di larghi strati del  mondo industriale italiano non è estranea alla  iniziativa che sembra sia partita dal premier Silvio  Berlusconi poche ore fa. Non è chiaro se l’iniziativa sia partita dal premier turco o da Berlusconi dopo un colloquio con Erdoghan.

Il pericolo di attentati terroristici contro l’Italia per ritorsione, l’assenza di garanzie circa l’assistenza europea al flusso di migranti che continua ad aumentare ( solo 6 paesi UE  su 27 partecipano alla campagna libica), l’esclusione del premier italiano  dal prevertice che ha deciso l’attacco, sono altrettante spie d’allarme che avrebbero  indotto il premier a prendere una iniziativa politica  mirante a riportare l’Italia al centro della scena politica. 

D’ altro canto anche il premier turco  Tajep Erdoghan non poteva restare alla finestra di fronte alla violazione del patto NATO proposta da alcuni alleati che proponevano l’ambigua formula del coordinamento NATO  mirante ad aggirare il veto turco.  Un affronto che la nessun governante turco potrebbe far  passare sotto silenzio, senza provocare una reazione nelle Forze Armate.

Lo stesso segretario generale della NATO  potrebbe non vedere  di cattivo occhio il passaggio da una fase di peace enforcing  a guida alternata  ad una fase di peace keeping  a guida NATO cui i turchi darebbero la loro adesione, ricomponendo così una frattura che rischia di lasciare scoperto il fianco sud dell’alleanza.

Ambienti vaticani vicini alla segreteria di stato , appresa la notizia, sembrano aver reagito  in modo cauto, ma  favorevole.

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Commenti

  • Stef  Il marzo 23, 2011 alle 5:45 PM

    Salve a tutti,
    mi sto chiedendo in quanti si rendano conto che il più grande sconfitto (italia a parte) di questa guerra è l’unione europea.
    Che fosse solo un ammasso di stati legati solo da egoistici interessi si sapeva. Ma oggi abbiamo la certificazione ufficiale.
    A nessuno cittadino europeo con un minimo di conoscenze ad intelligenza sfuggirà che i civili non si difendono bombardandoli, e neppure che queste guerre umanitarie (orrendo termine da neolingua) vengono fatte solo in aree ricche di petrolio o di qualche altra materia prima di interesse.
    E probabilmente in europa si comprenderà che questa è un’aggressione franco-inglese agli interessi italiani.
    Da questo a porsi domande sull’utilita di detta UE il passo sarà breve, e presto il cittadino medio si renderà conto che questa Unione, così come è, è una farsa.
    Questa guerra traccerà un solco molto profondo tra i paesi europei, perchè verrà a mancare l’elemento essenziale di ogni unione: la fiducia.
    Oggi la francia ha pugnalato l’italia: da ora in poi, chi mai si fiderebbe della Francia?
    Lo so che è così che vanno le cose fra nazioni. Ma in teoria, l’UE è nata anche per superare questo tipo di attriti, ed è a questo punto evidente il fallimento totale dei presupposti su cui l’UE si basa.
    Quanto tempo passerà prima che dalla comprensione di questa nuova situazione si passi ad una aperta rottura dell’unione?
    Difficile da dire. Forse mai, dal punto vista formale, ma da quello sostanziale l’UE è già morta.

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    • antoniochedice  Il marzo 23, 2011 alle 6:09 PM

      Dovremo trovare qualcun altro che ci fornisca il disciplinare della pizza napoletana
      Le mail ti raggiungono ovunque con BlackBerry® from Vodafone!

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  • Gianni Ceccarelli  Il marzo 23, 2011 alle 7:00 PM

    Se la mossa di B. -con Erdogan- fosse vera sarebbe un bel colpo, anche perché ho l’impressione che la guerra lampo senza soldati va incontro a una bella -si fa per dire- cronicizzazione e alla fine un bel pari sarebbe accettato da tutti, tipo prima guerra del Golfo.GiC

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    • antoniochedice  Il marzo 23, 2011 alle 7:38 PM

      Il problema e’ piuttosto l’inghilterra che ha un disperato bisogno di denari che si e’ acuito con il terremoto giapponese che ha aperto una voragine nel mondo delle Riassicurazioni ( Lloyds)

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      • Furio Bassanelli  Il marzo 25, 2011 alle 11:42 PM

        Per non parlare della BP che nel Golfo del Messico ha perduto un bel po’ di quattrini. C’è qualcuno che pensa che il governo inglese non voglia darle una mano a rifarsi col petrolio libico?

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      • antoniochedice  Il marzo 25, 2011 alle 11:51 PM

        Col nostro comportamento vile e incompetente gliela stiamo dando anche noi la mano purtroppo.

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  • Francesco Finucci  Il marzo 23, 2011 alle 9:14 PM

    Beh, mettiamo i puntini sulle I: Erdoghan ha detto una cosa giustissima, ossia che invadere non è sinonimo di liberare.
    Berlusconi invece pensa che nessuno possa toccare il suo principale esportatore di petrolio, nonostante sia un dittatore genocida.

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    • antoniochedice  Il marzo 23, 2011 alle 9:18 PM

      Quella di Erdoghan e’ una dichiarazione quella di B e’ una tua ipotesi…

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      • Francesco Finucci  Il marzo 26, 2011 alle 4:51 PM

        Beh, ovviamente è un’ipotesi, in questi casi è piuttosto difficile (impossibile?) dare certezze. Però mi sembra un’ipotesi credibile, data la certezza del triangolo Italia-Libia-Russia, con i sui flussi di petrolio e gas.
        Poi ognuno può darsi le sue risposte, io non sono qui per darne di mie, l’importante, secondo me più della risposta, è la domanda

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  • Stef  Il marzo 23, 2011 alle 9:59 PM

    Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere:
    il PM francese dice che la francia non e’ in guerra con la libia

    http://www.france24.com/en/20110322-france-not-war-libya-fillon-prime-minister-gaddafi-military-intervention-un-resolution

    qui ci prendono tutti per scemi!

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    • antoniochedice  Il marzo 24, 2011 alle 3:46 am

      Molti si lamentano di questo. Nessuno si ricorda che nel libro 1984 di Orwell, dove. Dominava il Grande Fratello , la guerra si chiamava pace? Daltronde la Francia usa gli stessi criteri che ha usato nel Burundi e nel Ciad . Solo più’ a nord.

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    • antoniochedice  Il marzo 24, 2011 alle 3:49 am

      Inoltre la Francia ha ragione: non fa la guerra alla Libia, la fa a noi.

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      • Francesco Finucci  Il marzo 26, 2011 alle 4:55 PM

        Non va dimenticato, inoltre, oltre a quello che Antonio giustamente dice, che questa è la tattica coercitiva che probabilmente caratterizzerà i prossimi decenni. Non si può più formalizzare l’atto coercitivo nei confronti del popolo, come in una dittatura o comunque in uno stato autoritario, allora che si fa? Si offre il male minore, una oscena democrazia al posto di un’orrenda dittatura. C’è il diritto delle genti? Pazienza, cosa volete, che non facciamo nulla e lasciamo Gheddafi al potere?
        Tocqueville in una feroce critica della democrazia (fatta da un profondo amante di essa) ha precisato che “anche la dittatura si evolve”.

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      • antoniochedice  Il marzo 26, 2011 alle 5:01 PM

        E’ una considerazione molto giusta.

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  • kok54  Il marzo 24, 2011 alle 2:48 PM

    ed e arrivata la posizione di MERKEL ; EMBARGO TOTALE SUL PETROLIO CHE VUOL DIRE;

    …..”l’atto di potere di uno stato che restringe, interrompe o dà per terminate le sue relazioni economiche e finanziarie con un altro paese. L’embargo totale o parziale sulle importazioni e/o esportazioni di tutte…

    o alcune merci, armi o valute, il trasferimento di informazione tecnico-scientifiche, diritti d’autore o di altra indole, determinati tipi di attività commerciali ed economiche; si applica nelle relazioni internazionali contemporanee come strumento di pressione economica o finanziaria, di coercizione e rappresaglia”…….

    Cosa dirà la Lega di bossi che tanto li sta al cuore la Germania ?

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