Il Contagio Sciita tocca l’Arabia Saudita, ma la prima linea è a Bahrain.

Il regno è stato unificato nel 1928 dal fondatore della dinastia  attuale, ABD EL AZIZ, che come ultimo  esploit  del processo unitario , conquistò la sua capitale Riad  alla testa di un gruppo di sette uomini ( e otto di riserva per coprire la ritirata in caso di insuccesso). Il colpo, audacissimo, riuscì.

La famiglia di Feisal  – l’amico di Lawrence d’Arabia  e discendente del profeta-  fu scacciata dal ruolo di protettrice  della città santa della Mecca  benchè vantasse la discendenza che abbiamo detto.   I sauditi forti del rinnovamento della fede dato dalla loro setta WAHABITA , soppiantarono i” principi ereditari” come custodi della Mecca in virtù della loro maggiore pietas oltre che dell’abilità militare.

I figli di Feisal  e furono sistemati ( 1928) in due regni appositamente creati dagli inglesi: Giordania e Irak. 

E’ dei discendenti di costoro che Ben Laden parlò chiamandoli  con disprezzo “i principi ereditari”. C’è sempre uno più pio di te.

Il regno divenne Arabia Saudita dal nome della famifglia di Abd el Aziz e fu dichiarato non divisibile  e non separabile ( tra gli eredi).  La monarchia era ” consultiva, islamica, indipendente nella politica interna ed estera”.

Nel 1945 si concluse una intesa  tra Abd el Aziz e il Presidente USA Roosevelt, fino ad oggi osservato:   petrolio contro protezione.

Alla morte di Abd el Aziz, il consiglio di famiglia nominò in sequenza i vari figli di Abd el Aziz cominciando da  Ibn Saud e quando questi cessò , subentrò l’ascetico Feisal  Ibn Abd el Aziz,che – come ritorsione per il susseguirsi di umiliazioni inflitte agli arabi dalle vittorie israeliane, decise di aumentare il prezzo del petrolio, passando dai circa 3 dollari ( mi pare) a 14.  Aveva capito di essere indispensabile.  Fu il primo choc petrolifero del 1973.

L’Arabia Saudita e i vicini emirati  furono  invasi da un fiume di miliardi di dollari e da una marea di venditori occidentali che cercavano di riappropriarsi del denaro vendendo di tutto e di più. La criticità sembrò risolta e stabilizzata, anche quando un cugino psicolabile uccise il re  dichiarando di aver agito di sua iniziativa.

La prima  lievissima incrinatura avvenne quando,   nel 1991 , il re a causa della prima guerra contro Saddam Hussein  concesse – dopo un turbinoso consiglio di famiglia – una serie di basi  militari  temporanee agli USA con l’esplicito parere contrario dell’attuale re  Abdallah  ibn Abd el Aziz che fece la facile profezia che non se ne sarebbero più andati.  E’ successo proprio così.

Anche  l’arrivo di Ben Laden sulla scena del mondo sembrò non incrinare più di tanto  l’intesa tra USA e  la dinastia.  Perfino  un finanziamento accertato  della moglie del principe Sultan  ( già capo dell’intelligence ed ora residente al Cairo) a uno degli attentatori delle due torri passò  in sordina. La “Zakat”, la carità, è una virtù apprezzata dal profeta.

L’inizio delle rivolte offrì una ulteriore fenditura nella intesa  con l’offerta di ospitalità del ministro dell’interno principe Nyiaf fatta al presidente tunisino Ben Ali.

I problemi per i sauditi iniziarono con l’inizio delle rivolte a Bahrain  per le ragioni che abbiamo segnalato in questo blog. ( vedi il testo su Bahrain). In Tunisia e in Egitto e in Libia  i rivoltosi erano sunniti. In Bahrain e in Arabia saudita sono sciiti. una setta tradizionalemte turbolenta  che ha la massima concentrazione nella zona di confine con l’Iran ( tutto sciita) l’Irak ( dove è sciita il 30% del popolo) e l’est dell’Arabia saudita e Bahrain. Mettere una religione contro l’altra in oriente è lo sport nazionale.

I sauditi adesso  hanno il timore di  una congiura iraniana ( si contendono la leadership dell’islam)  e il sospetto dello zampino americano a causa dell’appoggio aperto dato dagli USA del presidente Barak Hussein Obama a tutti i movimenti ribellistici di questo periodo. Il solo modo per fare uscire allo scoperto il burattinaio è forzare la mano a Bahrain dove ci saranno certo rimbalzi.

Gli aerei più moderni i migliori missili antiaerei , i più aggiornati  sistemi radar e awacs, tre rifugi antiatomici dislocati in tre diverse località ( gli USA ne hanno uno solo per il presidente e il suo stato maggiore, ma l’avidità  commerciale ha avuto la meglio) una quantità di denaro pressocché infinita fanno della monarchia saudita un nemico temibilissimo. Se anche , messa alle strette,  sterminasse tuti gli sciiti della zona, nessuno fiaterebbe.

Il convitato di pietra è Ben Laden  i cui  passati rapporti con l’attuale re non sono così cattivi come gli USA vorrebbero. Ci sarà uno scambio Ben Laden contro sicurezza?

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Commenti

  • Antonio Caracciolo  Il marzo 12, 2011 alle 11:00 am

    Le notizie sono interessanti ed avrei voluto aprire un link dalla scheda Arabia Saudita del mio blog di “Geopolitica”, ma non riesco a trovare il collegamento alla pagina. In un’ampia ricerca sto ricostruendo tutto il quadro storico della “Questione sionista e il Vicino Oriente”, focalizzando sulla Palestina, ma in realtà andrebbe considerato tutto il Vicino Oriente dai prodromi della dissoluzione dell’Impero Ottomano ad oggi. In questo processo storico il sionismo non è mai stato assente ed estraneo. Il vero pericolo atomico nella regione è Israele, che l’Atomica la possiede e non l’Iran che non ce l’ha! L’arma più potente di cui Israele ha sempre disposto…

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    • antoniochedice  Il marzo 12, 2011 alle 9:39 PM

      la pagina è http://corrieredellacollera.com se sei interessato all’Arabia saudita, ti suggerisco il libro Storia dell’Arabia Saudita edito da Sellerio. L’autore è un prof Saudita: Abdallah Al Salih al Uthaimin. ciao

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  • antoniochedice  Il giugno 24, 2017 alle 11:23 am

    L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:

    L’Arabia Saudita quando ha iniziato il travaglio che ha portato al cambio di re e di Crwnprince. Marzo 2011

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