L’anno scorso a febbraio la situazione era questa è non è cambiata. La guerra è illegittima, l’ONU non ha veste per intervenire, la NATO nemmeno e nessuno ci restituirà quel che abbiamo perso. DOVE’È L’INTERESSE NAZIONALE IN TUTTO QUESTO?
http://corrieredellacollera.com
Se la frase quos deus vult perdere demementat rispecchia il vero, mi pare evidente che anche il Padreterno non ne possa più di questo manipolo di persone capaci di autoaccusarsi di omicidio pur di apparire sui media.
La guerra, da impossibile che era è diventata inevitabile a dire di persone che il primo ministro Matteo Renzi dovrebbe sostituire o almeno azzittare formalmente. Oggi è lunedì e quindi sul menù c’è la guerra alla Libia.
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Commenti
3 marzo 2016 – Le cosiddette democrazie rappresentative vivono ora in una condizione di totale e permanente liquefazione del diritto e delle consuetudini politiche. Qualsiasi ragionamento sul “che fare” non può che partire da questo stato delle cose. Massimo Morigi
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L’interessere e’ personale ed in particolare di Renzi: o Renzi agisce obbediente o salta.
Remember Berlusconi?
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Ragazzi, io cerco di focalizzarvi sulle illegalità della situazione e voi , tutto sommato, li giustificate….
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Giusto, la situazione è illegale e quindi?…
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Quindi venti avvocati potrebbero impiantare un procedimento dopo aver fatto una diffida formale in difesa della Costituzione. Fare politica, insomma coi mezzi che si hanno.
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il partito della guerra lo leggo sui giornali ogni giorno, eppure come lei ben dice è passato un anno e, nonostante di assist e spintoni da dietro ce ne abbiano serviti a iosa, siamo ancora qua e la guerra non si fa, qualcosa vorrà dire? si potrebbe ipotizzare che nelle stanze che contano il partito a cui questa guerra non interessa è più forte di quanto si pensi… oppure che a questi non è stato ancora offerto il giusto tornaconto…
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No, credo finirà per prevalere la strategia di separare il grano dal loglio.
Se esiste un nido di terroristi si vada lì col Col Moschin e lì si annienti. Si smetta di fare i guerrieri da balestra coi drone e di farsi odiare dai libici.
Si rischia la vita, ma si ammazzano le persone giuste.
Li conoscono: sono i reduci della spedizione dei 600 volontari mandati in Siria a far fuori Assad.
Molti sono morti, altri demotivati dalla sconfitta, qualcuno inasprito dal desiderio di vendetta a forse altri stanchi di sangue.
Una attenta selezione dei bersagli e la messa da parte delle forze aeree se non per ricognizione consentirà di uccidere pochi elementi e farsi apprezzare dalla maggioranza dei cittadini.
Ignorò se si diano fatti sondaggi, ma sono certo che i contrari alla guerra siano oltre l’80%.
Con la situazione occupazionale italiana ( ed europea) un rovescio di fortuna o un mega attentato avrebbe potuto avere effetti devastanti per la classe dirigente.
La Libia potrebbe essere la nostra Algeria, ossia la tomba del regime.
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