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Ieri, sabato, si sono riuniti assieme al ministro USA della giustizia, Eric Holder, i ministri dell’interno di Italia, Spagna, Francia, Germania, con la partecipazione di non meglio identificati esperti canadesi e americani.
All’ordine dei lavori figurava il potenziamento di Europol, la eventuale revisione degli accordi di Schengen e una serie di altre “misure di sicurezza” non comunicate ai media.
Cosa c’entrasse il ministro USA della giustizia con le misure di sicurezza interne alla UE non è chiaro solo agli ingenui.
La presenza della signora Federica Mogherini in rappresentanza della Unione Europea a questa riunione è stata evidentemente giudicata superflua.
Si profilano nuove misure restrittive della libera circolazione dei cittadini ad onta del trattato internazionale – evidentemente non irreversibile– di Schengen e dell’ articolo 106 dei trattati di Roma che impone la libera circolazione di persone e capitali entro i confini dell’Unione.
La Francia si sta avviando a ripetere l’errore del Patriot act americano che ha di fatto sospeso le garanzie costituzionali dei cittadini degli Stati Uniti e non è servito a nulla. In USA erano morte oltre tremila persone, in Francia 21 attentatori inclusi.
Oltre all’oltraggio in se che verrà fatto nella patria dei diritti dell’uomo, vi è una grossa differenza di motivazione tra le forze dell’ordine francesi e quelle americane di cui nessuno parla. I poliziotti francesi sono stressati come è più dei cittadini.
Nel 2014 ben 53 funzionari di polizia francesi si sono suicidati. Uno alla settimana.
Per un buon numero di quelli che invece hanno fallito il tentativo, la Repubblica ha dovuto aprire un apposito istituto di recupero psicologico a Indre-et-Loire dove vengono assistiti 300 burn-out all’anno. Alla cattiva situazione motivazionale, si aggiunge la cattiva gestione dei funerali che mostra alcune crepe.
Il ministro degli esteri marocchino Mezouar, dopo aver presentato le condoglianze a Francois Hollande ed aver visto per strada le gigantografie di alcune vignette della rivista Charlie Hebdo inalberate da gruppi di manifestanti, ha deciso di ritirare la sua adesione alla manifestazione di Parigi e tornare in Patria.
Il re di Giordania Abdallah II , discendente del profeta Maometto – discendente annacquato dai matrimoni paterni con femmine inglesi, ma discendente – aveva aderito annunziando che si sarebbe ritirato dalla manifestazione se fossero state esposte le vignette incriminate.
Sara interessante osservare la sua reazione, dato che il re Hassan del Marocco vanta anche lui una dubbia discendenza dal profeta ed è considerato l’alleato arabo più fedele degli USA oltre ad essere in eccellenti rapporti con lo stato di Israele ed ospitare in Marocco una folta e prospera colonia ebraica.
Sono i rischi che corrono coloro che aspirano a un fronte molto amplio.
Ma l’errore più grosso e foriero di sventure di taglia è stato commesso con la mediatizzazione dell’attentato e dei funerali oltre ad aver consentito ( errore minore) a Israele di sfruttare gli avvenimenti per provocare afflussi di ebrei francesi verso l’emigrazione in Israele e chiedere il ritorno di Hamas – che partecipa ai funerali – nella lista delle organizzazioni terroriste ( !?).
Con la notizia esageratamente esaltante la ” geometrica potenza” degli attentatori ( per coprire l’incapacità della polizia) mille arabetti hanno finalmente individuato i loro Superman . Tre contro 88.000 vale come la vicenda di Leonida alle Termopili. I ragazzi Arabi possono finalmente sognare i loro eroi, anche prescindendo dagli aspetti pseudo-religiosi.
L’ uccisione dei rei ( forse per evitare rivelazioni scomode) ha conferito l’aureola del martirio. Se ” Le mie prigioni” di Silvio Pelllico e la rosa di Maroncelli costarono all’Austria ” più di una battaglia perduta”, potete facilmente immaginare cosa costerà all’Europa le duecento e passa ore di diretta TV praticamente in mondovisione..
Per mesi e anni nei bivacchi e nei Bazar di mezzo mondo, non si parlerà d’altro ( l’aver risparmiato la vita al tipografo che fece un gesto di misericordia verso il ferito, i due fratelli che fanno la sortita col mitra in mano contro un esercito, l’amico che fa un disperato diversivo per salvarli ) e lo spirito avventuroso del nomade che alberga in ogni arabo si mescolerà con la fantasia e col desiderio di imprese eroiche.
In più, mentre il contenzioso era finora limitato al mondo arabo, con questa impresa giornalistica globale il rischio di coinvolgere tutta la Umma mussulmana mondiale è grandissimo e forse voluto da alcuni: i mussulmani, anche i più miti, sono stati messi spalle al muro, l’insistenza propagandistica della guerra all’Islam accentuata ad arte dai soggetti interessati e gli insistenti inviti all’autodafé provocheranno la nascita di imitatori del gesto assassino e lo spirito di emulazione dei giovani farà il resto.
La sfida è superare le imprese di Ben Laden e quelle dei fratelli K. E ci sarà di certo chi riuscirà , ma il peggio sarà la legione di imitatori anche inetti, ma che creerà un’atmosfera globale insopportabile rafforzando le strutture semi dittatoriali già in embrione.
Intanto il ministro della giustizia USA. Eric Holder ha annunziato un vertice internazionale antiterrorismo per il 18 febbraio.
È sabato di Carnevale….
Commenti
Non vorrei scandalizzare nessuno, ma io non sono Charlie. Sono cattolico e pregherò per le persone morte, ma di certo non approverò mai le oscene vignette che pubblicavano su quella rivista. Un saluto ad Antonio.
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Gran bell’ articolo, su questo atto di terrorismo non dimentichiamo l’ assenza dei presidenti, Russo, Ceceno e Cinese che sono gli unici che stanno facendo qualcosa contro questo tipo di terrorsmo e l’ ipocrisia dei quaranta la presenti che in un qualche modo ne sono stati i sostenitori.
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11 gennaio 2015
Come aveva lapidariamente espresso Carl Schmitt, il funerale dei redattori di Charlie Hebdo dimostra che i meccanismi di creazione della figura dell’inumanità del nemico – e conseguentemente nell’ottenimento di un consenso basato unicamente su stati emotivi e non razionali – non sono una prerogativa riservata ai regimi palesemente totalitari ma instrumentum regni ampiamente e cinicamente impiegato anche nelle democrazie elettoralistiche:
“Proclamare il concetto di umanità , richiamarsi all’umanità, monopolizzare questa parola: tutto ciò potrebbe manifestare soltanto la terribile pretesa che al nemico va tolta la qualità di uomo, che esso dev’essere dichiarato hors-la-loi e hors-l’humanité e quindi che la guerra dev’essere portata fino all’estrema inumanità.”
C. Schmitt, Il concetto di ‘politico’, in. Id., Le categorie del ‘politico’, trad. it. Il Mulino, Bologna, 1972, p. 139.
Massimo Morigi
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La democrazia non è un’entità naturale, ma un tipo di contratto di convivenza, che rispecchia l’umana propensione, questa sì naturale, alla socialità. Dunque non è mai infallibile poichè fatta di accordi e regole figlie delle circostanze particolari. Come se la democrazia fosse meglio a prescindere, per definizione.
Allora cos’è meglio?
Non so, mi sbaglierò, ma la democrazia ha l’enorme vantaggio di celare le responsabilità degli errori (e degli orrori) commessi da chi (o cosa,non il popolo ovviamente) gestisce “le cose”.
In dittatura si vedono venir giù statue di cui sappiamo il volto.
Una Piazzale Loreto (ovvero la caduta del capo) in democrazia rischierebbe di essere una strage senza fine, o forse non si saprebbe da chi iniziare.
Abbiamo avuto 3 governi non-eletti (monti-letta-renzi) in 4 anni, e avevano la stessa agenda politica.
Per esclusione è l’agenda che bisogna combattere, non i volti che alternativamente la tengono sotto-braccio,accanto il taschino del portafogli.
La libertà si promette agli schiavi, è ai liberi che si mettono le catene.
Sinceri complimenti e ringraziamenti per un blog dai toni seri, pacati, severi, lucidi.
Kho
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Leggo sui giornali che a Milano una manifestazione di musulmani afferma (riportata dal “Fatto quotidiano”): “Quello non è islam” e “Nessuno può commettere violenza in nome della nostra religione”, aggiungendo però che “sulla religione non si scherza“, perché “la religione non è una cosa comica” e ci vuole “rispetto per la sensibilità”. Giustissimo. Noi cattolici abbiamo cominciato a perdere, tra l’altro,, il giorno in cui in Tv molti anni fa Massimo Troisi e Lello Arena fecero sghignazzare le folle gridando: “Annunciazione !! Annunciazione”, per non parlare di Dario Fo. Nessun cattolico e nessun Vescovo alzò la voce per dire che “la religione non è una cosa comica” e che “sulla religione non si scherza” e che, anche “ci vuole rispetto per la sensibilità”. Peccato. giC
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A parer mio hai ragione. Ma in nome di un malinteso senso della libertà propria ( e non altrui) si fanno errori che altri finiscono per pagare.
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ERRATA CORRIGE: invecchiando i lapsus aumentano: il re del Marocco è Mohammed VI . HO SCRITTO Hassan pensando al padre. Chiedo scusa.
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In Italia la pratica religiosa è regolata dagli art. 19-20-21 della Costituzione: non è prevista alcuna limitazione se non per il buon costume. Non so com’è in Francia. A me pare che il principio fondamentale, per chi vuole vivere in uno stato, è il rispetto delle sue leggi. D’altro canto, così è per noi se andiamo a vivere in uno stato islamico. Quindi, se i vignettisti hanno rispettato la legge francese NESSUNO ha il diritto di protestare.
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C’é (meglio ci dovrebbe essere) il rispetto della legge e il rispetto della sensibilità religiosa altrui. Naturalmente un conto è eventualmente protestare in nome del buon gusto un conto è uccidere e uccidere invocando Allah.
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Un esaltato assassino invoca chi gli pare. L’errore consiste nel ritenere che chi ha armato l’omicida – chiunque esso sia – si dia rivolto a una persona sana di mente.
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La sensibilità religiosa “sarebbe”, almeno in Italia, protetta dalla legge dal momento che mette tutte le religioni sullo stesso piano.
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Beh, la chiesa cattolica in virtù del concordato e del ” particolare status di Roma” è un po’ più uguale…..
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Figuriamoci le altre, visti gli esempi sopra riferiti e tanti altri che si potrebbero fare.
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Visto che la scienza lo ha dimostrato le religioni “sono” una cosa comica. Diverso è il concetto della trascendenza. Detto questo non viene enfatizzato abbastanza il fatto che tutti i terroristi erano francesi,nati in francia,educati(si fa per dire) nelle scuole francesi,addestrati alla delinquenza nelle strade francesi, convertiti al terrorismo nelle prigioni francesi
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Impeccabile.
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Per quando riguarda i molti casi di suicidio dei poliziotti francesi, quali sono le possibili motivazioni?
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Vivono evidentemente male, sono mal usati, mal pagati, non gratificati, mal selezionati, malamente assistiti.
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