La Corte suprema del Pakistan ha emesso , il 15 gennaio scorso, un ordine di cattura nei confronti del Presidente della Repubblica Rajavi Pervez Ashraf, con l’accusa di corruzione.
Quando era ministro dell’Energia, avrebbe intascato
svariati milioni di dollari, nel 2010, per far vincere un maxi appalto di una centrale elettrica a una impresa turca.
L’indipendenza di giudizio della Corte è stata potenziata fino all’azione, grazie ad una marcia di due giorni organizzata dal movimento sunnita “Minhajul Ku’ran” con alla testa il suo capo carismatico Tahir ul Khadri, che proprio il 14 gennaio ha fatto il suo ingresso a Islamabad alla testa di migliaia di persone raccolte lungo la strada.
La richiesta era porre un freno alla corruzione ormai generalizzata.
Mi permetterei di consigliare a Marco Pannella una bella passeggiata. Si dimagrisce ugualmente ed è più salutare del digiuno che ormai , visti i tempi, lo fanno un po’ tutti.
Tre giorni dopo ,il 18 gennaio, è stato trovato cadavere in casa sua Kamran Faisal, l’aspetto re dell’Agenzia anticorruzione che aveva condotto l’inchiesta sfociata nel l’incriminazione del Presidente.
Da qualunque lato si esamini la situazione, ( creazione dell’Agenzia anti corruzione; marcia di decine di migliaia di cittadini, spesso scalzi in nome della uguaglianza di fronte alla legge; incriminazione del Presidente da parte dell’alta corte ; eliminazione fisica del controllore che non ha rispettato il capo dello Stato ) , quale alto senso della cosa pubblica da noi drammaticamente carente e quale rapidità decisionale!
Andando a Londra, bisognerà arrossire anche davanti a questi signori.
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