I veri problemi che l’Italia affronta sono legati al fatto che lItalia ha commesso una serie di errori dovuti al provincialismo della classe dirigente che fa finta di indignarsi perche’ veniamo trattati come la Grecia.
In realta’ veniamo trattati come abbiamo trattato l’Albania nel 1990.
Dicemmo senza perifrasi a Fatos Nano “socialista” – in realta’ comunista- e Sali Berisha ” liberale” che se volevano essere aiutati, avrebbero dovuto costituire un governo di coalizione e subito.
L’ “invito” fu accettato obtorto collo e parti’ l’operazione ALBA diretta dal generale Mario Buscemi.
La disponibilità i tutti i politici ad andare al governo e’ nota.
La sinistra pero’ non poteva decentemente accettare Berlusconi come premier a causa della campagna di attacchi personali lunga e feroce.
Berlusconi non ha trovato tra i suoi milioni di seguaci nessuno cui affidare con fiducia il testimone.
Il ricordo di come Craxi fu buttato a mare da Amato, il suo fido, e’ ben presente, ravvivato dalla sorpresa del 1994, quando Dini – da lui indicato per palazzo Chigi – si mise in proprio e il suo patriottismo e’ peloso come quello di Bersani.
Prova ne sia, il fatto che fa circolare nomi per la successione di soggetti più screditati di lui per scongiurare l’evento temutissimo delle dimissioni.
Dopo mesi di “surplace” durante i quali Casini si dice abbia alzato il prezzo fino a immaginarsi Presidente del Consiglio, i partner europei – che hanno avuto modo di pesare il loro interlocutore nella vicenda libica – hanno fissato dei termini precisi, mentre le esitazioni , dovute anche a motivazioni elettorali, stanno per essere superate frettolosamente e verra’ fuori, il solito aborto.
In questo blog abbiamo spesso ripetuto fino alla noia una serie di suggerimenti quali la nazionalizzazione temporanea delle fondazioni bancarie in maniera da disporne la vendita del patrimonio valutato a oltre 95 miliardi di euro.
Contrariamente alle nazionalizzazioni classiche , questa azione avrebbe anche il vantaggio di non avere passivi dato che le fondazioni non hanno padroni. Niente indennizzi.
Resterebbero colpiti alcuni ex baroni del pentapartito che fece una falsa privatizzazione delle banche mettendo a capo delle fondazioni loro ex dirigenti – Guzzetti gia’ presidente DC della Lombardia negli anni ottanta, Emanuele Emanuele in rappresentanza dei PSDI ecc- che oramai non godono piu’ di protezioni istituzionali perché i loro partiti sono morti.
Sono come le stelle fisse: sono tanto lontane da noi che arriva la loro luce anche se sono morte da un pezzo.
Altri dicono che sarebbe opportuno imporre una patrimoniale sugli immobili. Benissimo. Anche questi denari potrebbero contribuire a coprire le necessita’. Non sono i debiti da pagare che mancano.
Con un decreto si potrebbero unificare gli enti previdenziali , compresi quelli dei giornalisti e si potrebbe così incamerare enti invisi agli iscritti come l’ENPAM ente cui i medici devono versare – grazie a una legge fascista- un obolo annuo per aver diritto a iscriversi all’ordine dei medici.
Questo ente ha un patrimonio di sei miliardi di immobili e altrettanti di liquidita’.
Gli stessi medici sarebbero lieti di liberarsi di questo ente che eroga pensioni di CENTO EURO MENSILI ed ha un consiglio di amministrazione di CENTOTRE persone….
Qualcuno dice di privatizzare le ferrovie. Perché no? Anche questi fondi potrebbero diminuire il debito. Personalmente ho proposto anche la liberalizzazione della della Marjuana che potrebbe dar vita a un giro di affari almeno pari a quello della manifattura del tabacco.
Nelle buste paga di tutti gli italiani c’e una trattenuta per la formazione continua che frutta un tesoretto di circa un miliardo l’anno e che rappresenta un business per confindustria e sindacati che fanno molto, ma non molta formazione. In Francia ogni singolo lavoratore usa i suoi fondi di formazione come crede. noi siamo obbligati a passare per una burocrazia.
Ecco: questa e’ una serie di riforme a costo zero, realizzabili con un decreto, che permetterebbero di rastrellare e /o produrre oltre cento cinquanta miliardi di euro che potrebbero servire a colmare il debito pubblico in misura tale da metterci in zona di sicurezza.
Quanto a un governo di coalizione nazionale, questo sarebbe benvenuto a condizione che i ministri non siano scelti tra gli ex ministri di destra o sinistra. L’hanno ottenuto i tunisini , possiamo chiederlo anche noi.
Se non faremo così, si verificherai’ la previsione di Jose’ Fralon fatta un quarto di secolo fa nel suo libro ” l’Europe, c’est fini ” . Mi dispiacerebbe dargli ragione dopo tanto tempo.
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