Pakistan: colto in flagrante un terrorista. Sorpresa: E’ della CIA.

Il senatore USA  Kerry,  che ha avuto un momento di notorietà come possibile candidato presidenziale, qualche giorno fa promise di promuovere una inchiesta del Senato sull’omicidio di due cittadini  pakistani da parte di un impiegato del consolato di Islamabad.

 Andando a vedere la cosa più da vicino, troviamo un altro episodio di tradimento della fiducia degli alleati cui sembra che gli USA vogliano abituarci

le facce da assassino sono tuitte uguali. Questo è Raymond Davis. Peccato che la stampa italiana non lo racconti.

.

Se volete conoscere nel dettaglio  la storiaccia, andate sul sito dell’India Times- Times of India. C’è un articolo dettagliato  – datato 19 febbraio – del Brigadiere Generale ( ret.)  Shaukat Kadir ( scrivetelo con la Q sennò internet non ve lo da).

Ve lo riassumo:  Il generale  Kadir inizia chiedendosi come mai nientemeno che il Presidente Obama si sia scomodato a chiedere l’immunità per un oscuro impiegato di consolato a nome Raymond Davis , colpevole di duplice omicidio nei confronti di due giovanotti disarmati.

Poi passa al lato comico della vicenda:  come ogni anno, il 25 gennaio ( due giorni prima del duplice assassinio)  l’ambasciata USA , come tutte le ambasciate accreditate in Pakistan fanno a inizio anno, presenta la lista  di tutto il personale – diplomatico e non –  presente nel paese.

Era una lista di 48 nomi. Il nome del signor Raymond Davis non era in lista.  Il giorno dopo l’omicidio e il contemporaneo arresto, l’ambasciata presenta una nuova lista  riveduta con aggiunto  il solo  nome di Davis.

Al momento dell’arresto, il 27 gennaio, il Davis aveva con se un normale  passaporto USA  con un normale visto di ingresso pakistano , rilasciato dall’ambasciata del Pakistan a Washington.

Il giorno dopo – è sempre il gen Kadir che scrive –  Si presenta un diplomatico americano  del consolato di Lahore ( luogo dell’arresto)  e capitale del Punjab, offrendo di sostituire il passaporto ordinario con un passaporto diplomatico – sempre intestato al Davis – e con un visto di ingresso per diplomatici , rilasciato dal ministero degli esteri  Pakistano nel 2009. 

Due passaporti per un solo nome di dubbia autenticità.Troppa grazia.

Per colmo del ridicolo, il PM  del tribunale del Punjab  presenta al presidente del tribunale  all’atto dell’incriminazione, due comunicazioni diplomatiche  americane,   ricevute  entrambe attraverso il ministero degli esteri pakistano.

La prima , datata 27 febbraio  con la comunicazione ” Davis è  un impiegato del consolato generale  di Lahore  in possesso di passaporto diplomatico”. La seconda comunicazione ” datata 3 febbraio dichiara che Davis è ” un tecnico amministrativo dell’ambasciata USA di Islamabad”.

La spiegazione è che il 27, giorno stesso degli omicidi, la copertura per l’agente americano era totale. Poi il 3 febbraio , diventata chiara la posizione  innegabile di assassino e appreso che il Punjab è governato da un partito di opposizione al governo di Zardari, si è pensato di continuare a difenderlo, ma degradandolo a un semplice amministrativo.  Anche  Il corpo diplomatico USA deve aver rifiutato con vigore la paternità ad un killer  destinato ad andare certamente a processo e rischia la pena di morte. In più , non essendo un diplomatico , Raymond Davis si trova nel carcere di  Kot Lakpat ed il giudice che lo ha incriminato ha autorizzato la polizia a procedere nell’interrogatorio.  C’è caso che come Gary Powers ( il pilota dell’U2 abbattuto in Russia alla vigilia del primo incontro al vertice di Parigi del 1960) questo vuoti il sacco.

Fin qui le risate sulla incompetenza  CIA di cui abbiamo scritto anche ieri e nei giorni scorsi. Adesso viene il problema nudo e crudo.

Come in quasi tutti i paesi islamici, esiste l’usanza del “prezzo del sangue“: se la famiglia accetta  un risarcimento  e perdona l’assassino di fronte al tribunale.

Ad onta delle pressioni esercitate dalle autorità , le famiglie di Zeheshan e Faheem i due giovani agenti pakistani uccisi, hanno rifiutato ogni  accomodamento e la tensione è salita al punto che alcuni uomini d’affari  si sono consorziati pubblicamente  ed hanno annunziato che provvederanno a dare alle famiglie qualisiasi somma venga loro offerta purché non accedano al perdono.

E non è finita !  Negli USA un Pakistano che uccise due ufficiali della CIA che lo interrogavano, tale  Aafiya Siddique , sta scontando una pena di 86 anni inflittagli da un tribunale USA.

Appena si è sparsa la notizia che si sarebbe potuto procedere a uno scambio,  la famiglia del recluso ha dichiarato pubblicamente che non lo avrebbe accettato indietro se consegnato in cambio di Davis.

A questa situazione incandescente, si è aggiunta la dichiarazione del TTP ( i Talebani del Pakistan) che annunziava – in caso di  riconosciuta immunità del Davis –  la ripresa degli attentati suicidi tra la folla  ed ai magistrati che emettessero siffatta sentenza.

Il generale conclude l’articolo avvertendo che  se  venisse riconosciuta l’immunità a Davis il numero di coloro che appoggiano i radicali islamisti  – attualmente una infima minoranza – crescerebbe fino a mettere  in pericolo gli equilibri politici del solo paese islamico che dispone di armi nucleari. La chiusura dell’articolo è velenosa e mostra che il generale dispone di buone fonti: Raymond Davis, oltre alla pistola fumante, è stato trovato in possesso  di un apparato GPS di quelli che servono per guidare i Drone ( aerei senza pilota  con missili) su obbiettivi terrestri vicini. Segno che  si stava preparando un attentato a Lahore.  Bel tradimento della fiducia dell’alleato. E questo affronto, anche  Asif Ali Zardari , il nuovo presidente,  non se lo può permettere senza perdere l’onore.

Posta un commento o usa questo indirizzo per il trackback.

Commenti

  • Avatar di Giorgio Vitali Giorgio Vitali  Il febbraio 21, 2011 alle 4:34 PM

    SONO QUESTIONI CHE CONOSCIAMO. E’ SEMPRE STATO COSì. I “BUONI” SONO IN REALTA’ I CATTIVI. ANCHE OGGI, SU TG2, SI SONO ESPOSTI IN UNA MAREA DI KAZZATE. E’ IL LORO TURNO. PRIMA DI QUELLO DI ALTRI. GV.

    "Mi piace"

Lascia un commento