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Gli USA affronteranno la Cina prima che completi il riarmo navale ma dopo la morte dei presidenti argentina e venezuelano. Una finestra temporale con spazi ignoti e pericolosi. di Antonio de Martini

Nove paesi dell’area mediterranea ( area MENA. Middle East and North Africa) si trovano in una situazione da prodromi di guerra civile come diretta conseguenza della ” primavera araba”:
Mali, Niger, Tunisia, Libia, Egitto, Siria, Yemen, Bahrein.

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COME NASCE UNA PRIMAVERA ARABA ( SECONDA PUNTATA)

SEGUE DAL POST PRECEDENTE

Descritto il cacciatore e la selvaggina, raccontiamo la caccia e le trappole.

Per poter intervenire, sia politicamente che militarmente, serve un fronte interno ” attivo” (e se non c’e, si crea) e un’opinione pubblica – domestica e internazionale – indignata.
Infatti il LORD LIBERATION ARMY che operava in Uganda ( dove e’ stato trovato petrolio e gli USA hanno mandato un mini presidio antiterrorismo), si e’ trasformato in LORD RESISTANCE LIBERATION ARMY, si e’ trasferito in Sudan ed ha iniziato le ostilità’. Cosa c’entra nostro signore in queste vicende può essere forse spiegato dalla presenza di missionari protestanti che a coppie girano l’Africa in cerca di anime da portare sulla retta via, sfuggendo alla noia della provincia americana.
Un esercito di liberazione che trasloca, ammetterete, che non si era mai visto, nemmeno in epoca di internazionalismo spinto.
E’ nato anche il JEM ( justice and equality movement) e il Sudan Revolutionary Front. Tutti nomi in inglese, almeno fino a che non si troverà’ l’esperto di lingua araba richiesto dal sito di ENOUGH project .
La rivista che i soliti media definirebbero ” l’autorevole FOREIGN POLICY”,ha dato il via, con un articolo di DAVID OTTAWAY dal titolo SPRINGTIME IN SUDAN, alla campagna di informazione della pubblica opinione internazionale, nel quale non c’e una sola bugia, ma controsenso solo apparente, non c’è nemmeno una sola verità’
Dice che el Bashir e’ stato incriminato dal tribunale internazionale per crimini contro l’umanità ma omette che l’azione e’ stata congelata a seguito del trattato di pace col Sud Sudan, mostrandosi quindi strumentale.
Lascia intendere che esista una larga opposizione nel paese e poi cita come leader tale Faruk Abu Issa, citando correttamente che ebbe un ruolo nella cacciata del Presidente Generale Ibrahim Abboud, avvenuta nel 1964.
Se Abu Issa aveva , poniamo, trenta anni nel ’64, adesso sfiora gli ottanta .
Come mestiere, e’ stato presidente alla ” Associazione Bar arabi” di stanza al Cairo.
Vista dall’America può immaginarsi una importante lobby. Vista dal mondo arabo, e’ uno dedito al piccolo cabotaggio che non vive in Sudan da una trentina di anni.
Viene fuori anche il sig Sadiq al Mahdi, capo dell’ UMMA PARTY che – parlando col giornalista – dice che sta lavorando per offrire a Bashir ” una sorta di amnistia” per facilitarne l’uscita ” soft”.
Il giornalista quantifica la minoranza ora oppressa nel nuovo stato, contando ” cinquecentomila neri e cristiani”.
Non dice che gli abitanti sono oltre venticinque milioni e che i cristiani sono meno dell’1% della popolazione. ai missionari Comboniani cattolici – e italiani – presenti nel paese, non risultano persecuzioni di cristiani.
Come prova di disagio economico si citano statistiche economiche dimezzate rispetto agli anni precedenti, senza dire che- ovviamente- avendo diviso il paese in due lo sono state anche le statistiche.
Ottaway segnala la visita del presidente iraniano Ahmadinejad , lo scorso settembre, evitando di dire che questi e’ stato anche in Libano, paese amico dell’occidente. Dice anche che il mondo arabo rifiuta aiuti economici al Sudan. I sauditi importano molta della loro frutta ed altri prodotti agricoli dal Sudan.
La lega araba ha posizionato a Khartoum la propria banca agricola ( Arab Agricultural development Bank con oltre 350 milioni di capitale interamente versato da 17 paesi) e che l’interscambio con l’Egitto non può essere fermato senza affamare l’Egitto per mancanza di prodotti agricoli e di uno sbocco commerciale per la sua industria.
Viene citato anche il ragazzo prodigio ventiquattrenne ( che tra i suoi riferimenti culturali cita la OPTOR di Belgrado , ricordate?) dal nome impronunciabile che” ha creato in due anni trenta gruppi internet based”. Su un’ area di nove milioni di km quadrati, mi pare pochino per andare al governo. “Based” dove?
Il SIG. DAVID OTTAWAY risulta Senior scholar del Woodrow Wilson international center for scholars, speriamo che insegni o ricerchi in maniera più’ franca di come scrive i suoi articoli.
Per chi non lo sapesse, Woodrow Wilson e’ il presidente americano che trovo’ il tempo di negare Fiume all’Italia, prima di morire di sifilide, rifiutando il principio di autodeterminazione che a Versailles, era stato affermato per i popoli slavi.
Il sig OTTAWAY conclude il suo pezzo lamentando “la grande abilita’ di Bashir a destreggiarsi tra una miriade di nemici ” ( in realtà’ le numerose etnie da sempre in lite tra loro) e lo invita a tener conto della fine fatta dai dittatori suoi vicini – l’articolo cita l’esempio di Gheddafi- dove ” la situazione e’ cambiata in un batter d’occhio”.

Cosa possiamo noi italiani imparare da questo episodio?

A) intanto che oggi non si governa più’ per atti amministrativi, ma PER PROGETTI e quindi il governo Monti che si appresta a operare per atti amministrativi sarà’ poco o nulla efficace.
B) che i progetti devono essere gestiti con metodi privatistici trasparenti e contabilmente onesti e devono essere coinvolti capitali pubblici e privati
C) che gli obbiettivi nazionali di sicurezza e prosperità’ si perseguono anche con disinvoltura
D) che pochi ” ex militari” in abiti borghesi valgono quanto reparti di truppe se impiegati con intelligenza
E)che la comunicazione fa parte integrante della strategia politica moderna.
F) che la corte dei conti e’ un dinosauro tra i brontosauri e così la nostra intelligence.

COME NASCE UNA “PRIMAVERA ARABA” ADESSO TOCCA AL SUDAN? di Antonio de Martini

Durante la campagna libica degli americani, avrete notato che il Sudan si schiero’ subito dalla parte degli USA, sperando con questo di salvarsi, se non l’anima, la pelle.
Se volete seguire dall’inizio come si mina l’esistenza di uno stato, gli si rubano i figli, si semina la discordia, si finanzia la ribellione, usando con perizia qualche agente ben addestrato, cospicui fondi e una serie di fanatici religiosi, accomodatevi.

Per ragioni di economia domestica personale, vi fornirò’ i dati e le linee guida, ma poi dovrete fare da soli e magari sarete voi ad aiutare il blog, girando le notizie più’ interessanti per la pubblicazione a favore di quanti sanno poco l’inglese.
Il proconsole nominato per l’area, si chiama PRINCETON LYMAN , va in Sudan ed auspica la “creazione di due paesi che coabitano pacificamente e collaborano”.
Prologo Indispensabile per fare poi dichiarazioni ufficiali a favore di ” giovani emergenti e democratici” cui bisognerà’ cedere il potere se non si vuole finire come Gheddafi.
Ammiro molto la capacita’ ” tecnica” degli americani, ma mi sento un po’ violentato ogni volta che uno stato indipendente subisce questa forma moderna di invasione, costituita da un ” progetto” i cui finanziamenti provengono dal governo americano che abilmente riesce a coinvolgere altre istituzioni, risparmia l’uso delle forze armate, recluta i sovversivi con normali ricerche di personale e ” job descriptions” su Internet e riesce anche ad impedire che fanatici religiosi – l’America ne e’ piena – si occupino di politica interna, scagliandoli verso nobili cause in paesi ricchi di petrolio, uranio ed altre ” utilities”.
Il progetto si chiama ENOUGH come quello sul medio oriente- ricorderete- si chiama POMED.
Andate sul web e godetevi il sito. Troverete che hanno 27 partner finanziatori tra cui Amnesty e l’organizzazione delle Nazioni Unite per i profughi e uno staff di 37 persone qualificate con tanto di titolo e mansioni.
Nell’area JOB del sito, notificano che cercano tre nuovi dirigenti ( il DIRECTOR OF POLICY AND ADVOCACY, un FIELD RESEARCH CONSULTANT- LORD RESISTANCE ARMY, e un SUDAN POLICY ANALIST) sarebbe indelicato scrivere lo stipendio, ma c’e una lista di conoscenze indispensabili da avere tra cui quella del ” rapporto tra politica e azione”, la conoscenza della lingua araba, una esperienza sul posto , la “conoscenza della comunità’ politica e processi decisionali di Washington “ecc.
Troverete anche un filmato in cui il ” Co founder” John Pendergast intervista un giovane dai tratti nilotici ci che viene presentato come ” advisor politico”.

Descritto il cacciatore, passiamo alla selvaggina.

Il Sudan e’ un paese le cui frontiere , oggi oltre 1,9 milioni di KM quadrati, sono state definite dagli inglesi al momento della decolonizzazione. Il passaggio dei poteri e’ stato indolore ( in fondo anche l’occupazione: nella celebrata vittoria della battaglia di Ondurmann gli inglesi persero 3 ufficiali e 27 uomini, in pratica, si tratto’ di sedare una manifestazione, contro un esercito che aveva fucili ad avancarica).
Dei passati capi di Stato, si ricorda Nimeiry, un militare , fedele di Nasser che fu sostituito in una notte senza luna.
Il Sudan ha sul suo territorio una ventina di etnie ed e’ diretto da una casta araba – molto mista – che ha da sempre una grande ambizione: tornare , come ai tempi dei “Faraoni neri” ad essere un tutt’uno con l’Egitto.
Questa Unione e’ diventata possibile per un momento, a seguito della scissione del Sud Sudan che ha alleggerito il paese di una massa di neri sgradita agli egiziani.
In caso di Unione, l’Egitto raggiungerebbe i cento milioni di abitanti e l’indipendenza energetica , oltre a enormi distese atte alla coltivazione perché’ irrigate da una grande diga posta alla terza cataratta.
Mubarak che sognava di riunire l’ alto e il basso Egitto come i Faraoni, può continuare a farlo dal letto della sua villa a Sharm el sheick ; il generale Suleiman, il successore qualificato, e’ stato messo in pensione e il maresciallo Tantawi protetto degli USA, al tentativo di installarsi, e’ stato ridimensionato dalla folla ( manovrata ) dei giorni scorsi con la prospettiva, imposta , di nominare Mohammed el Baradei a primo ministro.
Questo signore ha molti tratti in comune con leaders europei, nel senso che come Mario Monti e Lucas Papademos ( Grecia) non lo ha eletto nessuno.
E’ l’eletto del Faraone nero Barak Hussein Obama.
Lo strangolamento del Sudan e’ iniziato venti ani fa con la solita scusa dei diritti umani che, come sappiamo, sono violati dappertutto, Italia compresa.
Il primo segnale fu la creazione di comitati per i diritti umani, come risposta al rifiuto di sottostare alla pretesa USA di essere loro a determinare il prezzo del petrolio che era stato trovato, poi limitazioni a iosa e blocco dei crediti ( ad esempio i 400 milioni di dollari del progetto agricolo per piccoli contadini STABEX deciso dalla Unione Europea).
La seconda che fu segnalato a tutti che chi avrebbe accettato concessioni petrolifere sarebbe diventato persona non grata al Pentagono.
La terza fu il bombardamento di un deposito/ fabbrica di farmaceutici con il pretesto che era di Ben Laden.
Per calmare gli USA, il Sudan offri’ di catturare Ben Laden e consegnarlo alla giustizia americana, così’ come aveva catturato il famoso Carlos e lo aveva consegnato alla Francia.
Risposta negativa.
Altra pressione: Omar Hassan el Bashir , presidente della Repubblica e dotto teologo, viene Imputato per crimini contro l’umanita’ e fatto oggetto di un mandato di cattura.
Lui viaggia nei Paesi Arabi, dove nessuno si sogna di consegnarlo e toglie prestigio alla istituzione da poco sorta e di cui gli USA non fanno parte per paura di essere chiamati a rispondere della loro condotta.
Altra pressione ancora: la secessione del Sud. Altro errore di valutazione. Bashir accetta di buon grado la secessione: ha firmato accordi di diritto privato che gli danno diritto alle royalties.
Il nuovo Stato, nasce già’ ” somalizzato” . non c’e una capitale, non strutture statuali, insomma l’ideale per non avere intralci. Ha solo i carri armati forniti dagli Israeliani per la “guerriglia spontanea ” ottenuti via Eritrea.
A questo punto nascono tre eserciti di liberazione che “Foreign Policy” dice essersi armati saccheggiando i depositi libici ( ma non dice da chi) uno riguarda il RED SEA STATE ossia lo sbocco al mare del petrolio….
Bashir risponde con un appello alle opposizioni invitandole a partecipare al governo del paese.
Parte l’ultimo assalto: nasce il progetto ENOUGH e nasce, pilotato da un ventiquattrenne, NAGI MOUSSA HASADALRSOUL. Che crea un movimento ” internet based” che si chiama GIRIFNA,
” ne abbiamo abbastanza” in pratica la traduzione di ENOUGH.
Chi conosce il Sudan sa che e’ complicato fare anche solo una telefonata e fa meno fatica a credere che Berlusconi si riuniva con le veline per recitare il santo rosario.
SEGUE DOMANI