SCINTILLE DI PACE NEL CAOS IN LIBANO, ERITREA, STATI UNITI

LIBANO

Dopo oltre un anno di stallo  sulla elezione del Presidente della Repubblica, i due principali candidati alla suprema carica Samir Geagea e il generale già capo di SM  Michel Aoun, si sono incontrati ed hanno deciso – con un comunicato congiunto –  che al momento opportuno uno desisterà a favore dell’altro, ma hanno rifiutato di dire chi sarà il candidato comune. Voci raccolte suggeriscono che il Presidente sarà Geagea. In cambio, si dice, uno dei generi di Aoun, generale anch’egli, otterrà il comando dell’esercito, ottimo punto di forza e trampolino per la Presidenza ( tre generali comandanti dell’esercito sono stati eletti alla suprema carica).  Entrambe le cariche sono riservate a cristiani, non necessariamente maroniti, mentre la presidenza del consiglio spetta a un sunnita è quella del Parlamento a uno Sciita. Alla Difesa, va tradizionalmente un Druso.
ETIOPIA-ERITREA 

Dopo essersi guardati in cagnesco per decenni dopo la guerra di indipendenza dall’Etiopia durata un ventennio, l’Eritrea – pur perdurando il regime armistiziale – ha aperto il porto di Assab al traffico da e per l’Etiopia.

Si tratta di una decisione saggia cui non è estranea la nostra diplomazia che non ha mai smesso i rapporti col il Presidente Isaias Afeworki  che guida il paese con lo stesso piglio con cui ha condotto la guerriglia prima e la guerra poi. Per entrambe le economie si tratta di una boccata d’aria dopo anni di difficoltà. La scelta è forse causata  anche dall’esodo di giovani  renitenti alla leva che migrano verso l’Europa.

STATI UNITI

Il Presidente Barak Obama ha emanato una direttiva presidenziale autorizzante i familiari di un rapito a trattare coi rapitori.  Fino a ieri era strettamente vietato mentre italiani e francesi hanno sempre riscattato i propri prigionieri.

La decisione è probabilmente dovuta alle due stelle che la CIA ha piantato lo scorso anno sul muro dei caduti per servizio, ma è comunque segno che in America stanno imparando l’equivalenza ( o se preferite, la differenza) tra brandire  la pistola e firmare il libretto degli assegni.

Intanto si avvicina il 30 giugno, data fissata per la conclusione del negoziato sul nucleare tra Iran e il gruppo dei 5+1. L’atmosfera sembra prepararsi a una conciliazione più vasta con la sistemazione di contenziosi minori.

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