SIRIA: L’ESERCITO REGOLARE RESPINGE L’ISIS DA PALMYRA E DINTORNI. I SIRIANI E IL SITO ARCHEOLOGICO SONO AL SICURO di Antonio de Martini

Mamun Abdulkarim conservatore del museo e delle rovine all’aperto di Palmyra – oggi la città nuova si chiama Tadmor – e il governatore della provincia Talal Barazi hanno rassicurato il mondo, messo in subbuglio dal solito cialtrone del sedicente “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ”  e che viveda sempre comodamente a Londra,  con due dichiarazioni convergenti che riferiscono di “pericolo superato” e di ” attacco respinto”.


Sul terreno sono rimasti 30 ribelli e una ventina di governativi accertati, ma sia il sito archeologico che la città, dove sono in corso controlli anti esplosivi, sono intatte e in mano alle truppe regolari che presidiano la città la cui popolazione è fortemente aumentata a causa dei cittadini che fuggono davanti all’ISIS, a riprova di chi sia temuto e chi venga considerato il protettore in questo conflitto.

Non sono stati richiesti rinforzi. A quel che è dato di capire  da qui c’è stata una puntata di un pattuglione ribelle dal Nord  – che evidentemente puntava a sfruttare il clima di terrore creatosi attorno alla fama assassina dell’ISIS, ma la nomea di decapitatori questa volta ha giocato contro i terroristi.

Le truppe governative ormai si rifiutano di ritirarsi e di arrendersi, come nel caso di Gisr el Sgurgul, dove l’ufficiale comandante la piazza ha rifiutato di obbedire all’ordine di ritirata comunicando al comando che dispone di munizioni e viveri sufficienti per resistere e si è asserragliato nell’ospedale locale dove tuttora resiste agli attacchi privando gli avversari del solo obiettivo utile alla loro causa.

L’esperienza militare acquisita e e la caratteristica di banda armata fanatica ma dilettante degli avversari inizia a pagare.

La tecnica terrorizzante delle esecuzioni di massa che hanno consentito  in Irak di ottenere risultati con relativamente pochi uomini ( tecnica tipica dei Long Range Desert Patrol britannici) non ottiene risultati che tra le relativamente meno evolute popolazioni irachene.

I siriani sono un’altra cosa. Si abbarbicano al terreno con la tenacia delle fanterie polacche – considerate le migliori del mondo – perché i soldati sono di estrazione contadina ed hanno un attaccamento viscerale al terreno.

I piccoli fanatici provenienti da Francia e Gran Bretagna assieme ai tunisini e Ceceni per armati che siano non reggono al confronto con la tradizione contadina che preferisce morire anziché cedere un metro di terreno.

La bagarre continua, mentre i monumenti romani risalenti al primo e secondo secolo continueranno a sfidare il tempo e i banditi.

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Commenti

  • Orazio  Il Maggio 17, 2015 alle 6:32 PM

    Sa qualche cosa dell’attentato Francese contro il presidente Siriano Assad?

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  • alexfaro  Il Maggio 18, 2015 alle 4:14 PM

    Solo una precisazione il migliore fante del mondo é quello Russo e non quello Polacco,il quale mi pare che non abbia mai dato una buona prova di sè nel passato(guerra di confine con l’URSS nel 1919/21,e 2^GM),infatti vorrei citare due esperti di armamenti e tattica militare,Britannici,A.J. Barker&John Walther,i quali in un volumetto pubblicato da Albertelli nel 1971(quindi in anni non sospetti)scrivono,cito testualmente:
    Non sussistono dubbi nelle qualità del soldato Sovietico,E PARTICOLARMENTE DEL FANTE,coraggioso nell’attacco,ostinato nella resistenza,il Russo sembrava dare poco valore alla sua vita,A poco più di venti anni dalla rivoluzione,il contadino era abituato alla vita dura,senza aspettarsi molto da essa,e non aveva avuto significativi mutamenti,dal tempo della guerra di Crimea.
    Fin dall’adolescenza,aveva imparato ad aver fiducia in sè stesso e la miseria gli aveva insegnato a vivere frugalmente e spesso ad”arrangiarsi”,la propaganda,lo spingeva a combattere aspramente e a volte anche senza pietà.
    Ciò nonostante,non era così coraggioso e duro come il giapponese,nè aveva le capacità tecniche del soldato alleato(USA/UK) o Germanico.
    Ora anche sfrondata dalla solita propaganda occidentale,dell’epoca,infatti il volumetto in questione risale al 1971 questo mi pare quasi un inno alle capacità del soldato ed in particolare del fante Russo!
    Comunque la citazione é tratta da qui:
    Armi della fanteria Russa
    nella 2^ GM di A.J. Barker&John Walther
    Ermanno Albertelli editore
    Parma 1971
    Qui x approfondire:
    http://www.tuttostoria.it
    http://www.tuttostoria.net
    un saluto
    Alexfaro

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    • antoniochedice  Il Maggio 18, 2015 alle 4:29 PM

      A) Interessante captatio benevolentiae verso la Russia, ma non vedo il paragone con i polacchi che sarebbe potuto essere un argomento introduttivo valido
      B) anche i russi sono contadini attaccati alla terra come i polacchi, quindi il mio ragionamento ( legame viscerale con la terra) vale anche per loro.
      C) perdere la guerra contro paesi più forti che ti attaccano da est e da ovest contemporaneamente, non vuol dire non essere valorosi.
      D) nel 21 Pilsdusky ha ricacciato i russi che erano arrivati alle porte di Varsavia, oltrefrontiera. Si legga su questo i reportage s di Curzio Malaparte. Anche quando comandati da Napoleone si batterono benissimo.
      Nel nostro inno nazionale noi citiamo la Polonia ( “il sangue polacco bevè col cosacco, ma il cor le bruciò” l’Austria ndr) e anche i polacchi citano noi nell’inno loro.
      Anche loro sono stati spesso comandati da coglioni. Potremmo gemellarci.

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  • Paolo  Il Maggio 19, 2015 alle 1:06 PM

    Molto divertente la chiusa sui polacchi. Purtroppo, è proprio così.
    Mi ha poi incuriosito il suo riferimento agli LRP neozelandesi: hanno fatto stragi di civili italiani in Asi?

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    • antoniochedice  Il Maggio 19, 2015 alle 2:04 PM

      Non che mi risulti. Hanno colpito le retrovie usando la tecnica dell'” “hit and run”

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  • alexfaro  Il Maggio 20, 2015 alle 5:35 PM

    Egregio Antonio vogliamo chiudere la piccola diatriba dicendo che tutti gli Slavi sono combattenti superbi ed agguerriti,ovviamente compresi,Russi,Polacchi,
    Serbi ed altri?
    Comunque sulla guerra Russo/Polacca del 1919/20 ci sarebbe da dire che l’armata rossa era in difficoltà in quanto il territorio nazionale,quindi le sue retrovie erano ancora preda oltre che delle cd”armate bianche”anche di eserciti stranieri,invasori,cominciando dal corpo Cecoslovacco e finendo da quelli delle seguenti nazioni:
    Giappone,USA,Cina,UK,Francia,Italia ed ancora se x poco Germania,con i cd”frei korps”e poi anche l’esercito Polacco ebbe x così dire”l’assistenza”Francese,con l’invio di armi pesanti ed equipaggiamenti,oltre a istruttori e consiglieri militari basta studiare un pò la storia x saperlo.
    un saluto
    Alexfaro

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    • antoniochedice  Il Maggio 20, 2015 alle 5:45 PM

      I polacchi non sono slavi. Basta studiare un po’ di geografia per saperlo. I famosi corpi di spedizione citati spedirono su sollecitazione di Churchill piccoli corpi per fare un ” cordone sanitario” ( ricorda?) attorno alla Russia.
      Nessuna polemica.
      Ho solo detto che le fanterie polacche sono ritenute le migliori del mondo. Lei dice che lo sono le Russe. Le citazioni fatte da lei non sono comparative. La mia si.

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  • Antonio  Il Maggio 23, 2015 alle 2:58 PM

    I media continuano a parlare della caduta di Palmira e della distruzione dei siti archeologici. Propaganda insistita o è cambiato qualcosa? Lo chiedo per sapermi regolare.

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    • antoniochedice  Il Maggio 23, 2015 alle 4:37 PM

      Cerco di capire cosa stia accadendo è già questo è difficile non disponendo di drone per dare un’occhiata. Diventa impossibile sapere cosa avviene al siti archeologici cui il tè,po’ ha inferto ferite per suo conto.
      Di certo sappiamo che: l’esercito siriano ha prima respinto un assalto e poi si è ritirato senza combattere ulteriormente. Anche il posto di frontiera è stato occupato senza combattere.
      L’esercito continua la strategia di arroccarsi sulla capitale.
      L’ISIS ( DAESCH) ha occupato il sito e la città con annessa oasi .
      I militari siriani non credo si siano arresi e quindi devono aver ripiegato su Aleppo o Damasco e non vi sono notizie di battaglie in corso per impedire la ritirata.
      Alessandro Campi sul ” Messaggero” di oggi dice che Palmyra “ha una grande importanza strategica se si vuole conquistare Damasco” e questo è falso. Per andare a Damasco esiste una strada-pista, ma ci si può giungere più agevolmente da Aleppo-Homs ( riconquistata dall’esercito ad onta di una richiesta di tregua ONU) , da Deraa e da Beirut, tutti luoghi i cui accessi sono saldamente presidiati dai regolari.
      Leggendo i documenti Clinton sulla Libia ( oltre a scoprire che gli USA SAPEVANO CHE LE ARMI LIBICHE ANDAVANO IN SIRIA AD AL KAIDA e che questa e i fratelli mussulmani avevano congiunto le forze per uccidere l’Ambasciatore Stevens) ci fanno capire che bombardamenti e propaganda servono a indurre i soldati alla diserzione per disarticolare i reparti fedeli.
      In Libia la fedeltà era al capo, qui è alla propria religione ed al clan. In Libia le famiglie erano fuori questione, qui sono le prime a pagare. Al solito vengono applicati schemi.
      Le distruzioni mostrate nei video sono spesso di copie ( le statue vere sono di granito e non di calce friabile).
      Qui la carica di terrorismo insita nella guerra all’ultimo sangue viene potenziata dalla narrativa anglo americana di decapitazioni di massa, stupri e distruzioni di reperti archeologici.
      Vandalismi sono possibili, contrabbando di reperti è certo, distruzione sistematica non è credibile altrimenti avrebbero distrutto Leptis Magna in Libia, El Djem in Tunisia ecc.
      Le notizie di fonte USA e Londra sono certamente tutte miranti a incutere terrore per demoralizzare e spesso sono storie riciclate: ad esempio, i barili esplosivi usati come bombe sono una trovata israeliana del 1948 ( li facevano rotolare dalla cima di una discesa verso l’obbiettivo) . Confronta su ” La disfatta del Medio oriente” di Jeremy Salt ediz.Elliot a pag 123.
      Adesso che li usa la Siria, non sono una ingegnosa trovata, ma ” crimini contro l’umanità “.
      È proprio vero che in guerra la prima vittima è la verità.

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