CRISI DEL DEBITO GRECO: OGNI PARTE SPARA LE ULTIME CARTUCCE IN VISTA DELLA RIUNIONE DELL’ EUROGRUPPO. di Antonio de Martini

Werner Faymann, il cancelliere austriaco che riceverà il premier greco Tsipras oggi a Vienna, ha rilasciato una intervista al Kurier dicendo che Grecia ed Europa devono scongiurare l’uscita della Grecia ( Grexit) dall’Euro.

Considerando il collegamento con la Germania che l’Austria ha, è una buona notizia.

Si tratta del primo segnale di ragionevolezza lanciato dall’area Merkel che finora si era limitata alla litania di ” pacta sunt servanda.”

L’aspetto negativo della vicenda è che non viene fornita alcuna indicazione sul come giungere alla quadratura del cerchio.

Una minima indicazione proviene dalla diffusione di un documento tedesco fatta dalla Reuters ieri in cui la Germania ammette che molto si può aggiungere in termini di aiuto alla crescita e lotta alla disoccupazione a condizione che la Troika ( Eu, FMI e BCE ) resti al suo posto è che la Grecia rinneghi le promesse elettorali di Tsipras con particolare riguardo al mantenimento degli impegni presi dal governo Samaras che puntigliosamente vengono elencati: ” “the aim is the perpetuation of the agreed reform agenda (no roll-back of measures), covering major areas as the revenue administration, taxation, public financial management, privatization, public administration, healthcare, pensions, social welfare, education and the fight against corruption.”

A ben comparare con la pubblicazione del programma in 13 punti pubblicato ieri da Tsipras, la differenza più marcata consiste nella revoca della privatizzazione dell’ente elettrico e nella riassunzione delle ” guardie delle scuole e degli addetti alle pulizie” decisi dai Greci.

L’ex patron del dollaro Greenspan, ha invece rilasciato una intervista alla BBC

in cui dichiara di prevedere come inevitabile l’uscita dalla Grecia dall’euro e spinge la sua previsione oltre, ydichiarando che potrebbe essere seguita da ” altri paesi mediterranei” anche se la profezia non si spinge fino ad impugnare il calendario indicando una data.

A completare il numero delle parti interessate manca la Russia di Vladimir Putin che finora ha moltiplicato dichiarazioni e inviti nei confronti della Grecia di Tsipras. Certo, offrire un aiuto finanziario alla Grecia ( il prestito ponte su cui la Germania nicchia) in questo momento potrebbe essere visto come una risposta russa alle pressioni di sfondamento NATO in direzione dell’Ucraina.

nota: queste ultime cinque righe risultano aggiunte. In realtà il computer le ha ripetutamente cancellate. Mi scuso con gli “abbonati” . Segnalerò l’inconveniente.

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Commenti

  • rinus  Il febbraio 9, 2015 alle 10:38 am

    Dottor De Martini ,lei è sicuro che il suo computer non viene manomesso dai servizi per ciò che riporta? succede anche a me, certe volte scrivo una cosa ne viene fuori altro.

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    • antoniochedice  Il febbraio 9, 2015 alle 11:05 am

      Ho l’abitudine prima di tutto di cercare i difetti in me stesso. Inoltre se fossero ridotti a occuparsi di me, starebbero molto peggio di come penso….

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  • Lisetta Sperindei  Il febbraio 9, 2015 alle 11:34 am

    Mi scuso per l’ignoranza, nel senso di ignorare, che rivelerà la mia richiesta, con conseguente perdita del suo tempo se vorrà rispondermi: ma perchè la Grecia, invece di far morire di fame i suoi cittadini, non si decide a stampare, nel frattempo che cerca gli accordi, una seconda moneta SOVRANA a circolazione interna? C’era anche a Cuba (non so se ancora), e non capisco quale sarebbe il problema a farlo…

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    • antoniochedice  Il febbraio 9, 2015 alle 11:48 am

      La risposta è duplice. Da una parte gli accordi non lo consentirebbero.
      Dall’altra, esiste il problema dell’accettazione di una nuova moneta da parte di chi vende.
      Ogni merce di importazione andrebbe pagata in valuta. Ogni commerciante nel vendere dovrebbe porsi il problema di come cambiare la moneta “sovrana” con la valuta per riassortire il proprio magazzino.
      Queste situazioni vanno impedite sul nascere. L’Algeria ha una legge che proibisce allo stato di indebitarsi.
      Se si creasse, come sembra suggerire la sua idea, un corso monetario e dei cambi forzoso, succederebbe come a Cuba: l’emigrazione quasi immediata di un 20% della popolazione e un successivo 10% che lo fa in un secondo tempo. La penuria per chi resta.
      I flussi monetari sono come la natura: osservabile, ma se poi si mette intesta di condizionarli a piacimento su vasta scala, non funziona. Provoca cataclismi.

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