COSA INSEGNA LA CRISI TRA LA UNIONE EUROPEA E LA GRECIA. di Antonio de Martini

L’Italia e la sua economia, a prezzi costanti, sono in decremento da quattordici anni.
Sembriamo in preda a una paralizzante crisi psicologica millenaristica come all’indomani dell’anno mille.

A memoria d’uomo non ci sono mai stati periodi di crisi tanto lunghi.
Lo scontro, per ora solo mimato, tra la UE e la Grecia sta insegnando due cose a tutti i governanti del continente:
a) lo scontro è diventato politico – meglio- lo è sempre stato solo che adesso è innegabile.
b) tutti pensavano che il peggio della crisi fosse alle spalle, mentre adesso non lo pensa più nessuno.

c) la reazione a dir poco  nervosa alle istanze greche non ancora definite ha dimostrato che le istituzioni europee si sentono molto più deboli di quanto appaia.


È di ieri la notizia che la BCE non accetta più come ” collateral” (leggi garanzie) i titoli del tesoro greci. Il provvedimento mi sembra paradossale nel momento in cui la BCE presta i denari allo 0,05% e ha annunziato di voler praticare  il QE ( Quantitative Easing ,ossia immissione di liquidità ) per risollevare le economie dei paesi di Eurozona.
L’unico effetto, come sottolineato da JP Morgan è che la Grecia scongiurerà il pericolo di illiquidità ricorrendo al meccanismo ELA ( Emergency Liquidity Assistance) con aumento dei costi ( allo 1,55%).

Ecco il testo in originale ” JP Morgan said that greek banks will cover the biggest part of liquidity from ELA , with only a small part through ECB’s mechanism, as bank still have the ability to offer some securities as collateral, such as bonds from the European Financial Stability Facility ( EFSF). This change will have some impact, since borrowing from ELA is more expensive, but liquidity will be available.” ( fonte ana-mpa)

Dopo tante dichiarazioni di intenti di aiuto alla Grecia, il solo risultato ottenuto  consiste in un deciso aumento dei costi per approvvigionarsi di liquidità.

Se fosse stata necessaria una prova che il muro contro muro in corso è unicamente politico, eccola.

Si sta profilando un confronto tra la Germania da una parte ( appoggiata da Olanda, Finlandia e Lituania) portatori di una mentalità protestante che postula una superiorità morale autoattribuita  e i paesi mediterranei ( Grecia, Italia e Spagna) che hanno un ingiustificato senso di inferiorità  per la cultura assistenziale di cui il sistema sanitario e  pensionistico ha dato mostra.  La Grecia è uscita allo scoperto spinta dal bisogno.

Gli altri paesi di Eurozona restano alla finestra in attesa di un atteggiamento meno ambiguo da parte di  Francois Hollande  – ago della bilancia- che a tratti simpatizza coi mediterranei, ma forse  più con l’intento di aumentare il suo prezzo con i tedeschi che per compiacere un elettorato che dispera di riconquistare alla causa socialista.

 

 

 

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Commenti

  • abrahammoriah  Il febbraio 6, 2015 alle 3:41 PM

    6 febbraio 2015

    “De te fabula narratur”. E se per meglio comprendere l’allusione riguardo a quello che in Italia, come accade Grecia, dovrebbe significare un recupero di un minimo di dignità nazionale contro le forze di occupazione ideologiche e finanziare che si nascondono dietro il feticcio chiamato Unione europea, la barba di Carletto Marx può sembrare “out of date”, l’ esortazione alla moderazione fatta da Orazio (quella moderazione frutto di una vera politica e che è nemica giurata, per scendere alla triste e mortifera politica odierna, dell’attuale hubris dell’europa germanocentrica, sotto la gentile supervisione degli Stati uniti), è pure essa perfettamente in grado di farci comprendere in quale triste fabula è oggi immersa il Vecchio continente.

    Massimo Morigi

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    • antoniochedice  Il febbraio 6, 2015 alle 4:19 PM

      Hai fatto un doppio invio. Ne ho cancellato uno col risultato che vedi….

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  • F  Il febbraio 9, 2015 alle 2:18 PM

    trovo sempre interessanti le sue considerazioni sulla distanza culturale tra sud cattolico/ortodosso e nord protestante, io che sto in Olanda. effettivamente pare che parte di questa Europa agisca coerentemente per la “oppressione dei poveri”, uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, mentre l’altra esercita una delle una delle opere di misericordia spirituale, “sopportare pazientemente le persone moleste”. il fatto è che questa passiva sopportazione è diventata ignavia, ed è forse il caso di rispolverare S.Tommaso sulla tirannia a e la legittima lotta contro di essa, secondo buona tradizione greca.. dalla Summa Theologica:
    “Il regime tirannico non è giusto: perché non è ordinato al bene comune, ma al bene personale di chi governa, come spiega il Filosofo. Perciò scuotere tale regime non ha natura di sedizione: a meno che non si turbi talmente codesto regime, da procurare al popolo un danno maggiore di quello sofferto col regime tirannico. Anzi, si può dire che è sedizioso il tiranno, il quale provoca nel popolo sottoposto discordie e sedizioni, per dominare con più sicurezza. Infatti questo è un modo di agire tirannico, essendo ordinato al bene di chi comanda, con danno del popolo.”

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