IL DEBITO GRECO VIENE IN EUROPA. PRIME SCINTILLE. MARTEDÌ TSIPRAS A ROMA. di Antonio de Martini

La prossima settimana il nuovo premier Alexis Tsipras visiterà nell’ordine Nicosia ( lunedì), Roma( martedì) Parigi ( mercoledì) e Bruxelles uscendo per la prima volta dall’alone di eroe vittorioso con cui il suo partito lo ha santificato e vedremo che panni veste in realtà.
Le avvisaglie sono state all’altezza delle attese.

La Germania, denunziando un certo nervosismo strategico, ha dato il via all’attacco preventivo con una visita del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, socialista, che al ritorno non ha nascosto la sua irritazione, definendo irresponsabile l’atteggiamento greco.

Schulz dovrebbe essere l’ esponente di un ente neutrale nella contesa debitoria tedesco-ellenica, rappresentare l’Internazionale socialista e avere come sponda principale i parlamentari greci di Strasburgo, ma in questa occasione ha fatto da Kapò alla Merkel.

Gli è stato fatto notare che il partito socialista è praticamente distrutto dopo la recente tornata elettorale e Siryza non fa parte dell’internazionale socialista; i parlamentari europei greci hanno perso rappresentatività reale e il Parlamento europeo non ha veste per interloquire nella vicenda del debito.

Schulz si è invece presentato per dare man forte a Jeroen Djisselbloem, il presidente dell’Eurogruppo che dopo una riunione con il premier, col vice premier Giannis Dragasakis e il ministro delle Finanze Giannis Varoufakis durata tre ore e conclusa a mezzanotte, si è ritirato in silenzio.

L’indomani Wolfgang Schauble , ministro delle finanze tedesco è passato alle minacce, dicendo apertamente che Tsipras col suo comportamento metteva in pericolo la Grecia.
La ragione di tanta irritazione è stata la frase ” non abbiamo intenzione di perdere l’ appoggio del nostro popolo” e il rifiuto a negoziati bilaterali.
I greci fanno parte della UE e quella è la sede in cui affrontare i problemi.

La visita a Nicosia serve a concordare un atteggiamento comune e quella a Roma a ribadire assieme a Matteo Renzi che la soluzione al problema sta nello sviluppo e non nell’austerità. Più delicata la visita a Parigi – la creditrice più importante – è più delicata la posizione di Francois Hollande preso in mezzo tra la Germania e i propri interessi di creditore. Ha detto che il debito non si tocca , mentre il ministro dell’agricoltura Le Foll, ha detto che si parlerà di crescita e non del debito.
Analoghe spaccature si notano tra la posizione del vice della Banca a Centrale Europea Vitor Costancio, più possibilista in una conferenza a Oxford e il rappresentante finlandese della Banca Erkki Liikanen in una intervista radiofonica.

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Commenti

  • Anafesto  Il febbraio 1, 2015 alle 4:27 PM

    Magari una soluzione alla diatriba del debito greco potrebbe essere quella di obbligare la Germania a rifondere alla Grecia oltre ai danni di guerra attualizzati dopo 70 anni, anche i prelievi forzosi di oro dalla banca di Atene per aiutare lo sforzo bellico nazista; poi si potrà calcolare chi ha da dare e chi ha da avere.
    L’Italia su questo fronte dovrebbe già in regola avendo concordato e liquidato importi convenuti a quanto si dice, e grazie alle strane entità UE come EMS, esserne oggi creditrice, la Germania, complici gli USA, deve ancora regolare il contenzioso.
    Credo sia poco dignitoso oltre che arrogante pretendere la restituzione di un debito da chiunque dopo aver rubato e arrecato danni a casa sua, magari qualcuno potrebbe farlo notare sia a Schaube che a Schulz per evitare loro la figura dei bulli capaci solo di angariare i più deboli.

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  • antoniochedice  Il febbraio 1, 2015 alle 4:34 PM

    Oggi non si obbliga più nessuno nemmeno a pagare i debiti freschi, figuriamoci quelli antichi….ohi il gioco è molto più fino.

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  • ...  Il febbraio 1, 2015 alle 4:45 PM

    L’ha ribloggato su Il Blog di giornalismo economico e finanziario.

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  • abrahammoriah  Il febbraio 1, 2015 alle 5:53 PM

    1 febbraio 2015

    IL ruolo della UE nell’odierno schacchiere geopolitico: per gentile concessione (e su altrettanto convinto incoraggiamento) degli Stati uniti, l’ area di espansione sub-imperialista della Germania. Domanda: potrà Alexis Tsipras mettere in crisi questo assegnamento di ruoli? C’è da dubitarne ma la storia, ed anche le scienze naturali, insegnano che per dare inizio ad una ‘catastrofe’ basta un nonnulla. Oremus pro teoria del caos ed effetto farfalla… Massimo Morigi

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