Dopo aver detto che non gli risultava nulla ( il prefetto è la massima autorità antimafia) dopo che i giornali hanno pubblicato la notizia che il Prefetto aveva ricevuto il pregiudicato Carminati in ufficio per presentare i progetti della 29 giugno, finalmente il prefetto di Roma dice qualcosa che fa pensare all’esistenza di un residuo di materia grigia.
” Esistono tre ipotesi: accedere alle carte, sciogliere il consiglio comunale, non far nulla in sovrapposizione con la magistratura. ( quindi aspettare un paio di anni).
Caro prefetto,
La prima ipotesi di accedere agli atti giunge buona ultima dopo la magistratura e l’autorità anti corruzione del dottor Cantone, altro alacre servitore dello Stato. Lasci perdere, mi dia retta.
La seconda ipotesi dello scioglimento del consiglio comunale, rischia di far affiorare qualche altro peccatuccio veniale, ma è ineccepibile.
La terza ipotesi di non far nulla in attesa delle delibere del magistrato, presta il fianco a un’accusa di complicità e la renderebbe ridicolo anche agli occhi dei parenti più stretti.
Scusi la franchezza irriverente della domanda: ma se i suoi compiti di vigilanza vengono surrogati dal magistrato, lei che cazzo ci è stato a fare?
Commenti
8 dicembre 2014
A ciascuno il suo: al Prefetto di Roma tre ipotesi su come si debba comportare in relazione alla criminale baracca capitolina. A noi una sola in merito a questo rappresentante dell’ (estinto) stato … Massimo Morigi
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mi limito ad associarmi a l’ultima frase “cosa cazzo ci stà a fare”? Io credo, che se ancora possiede un briciolo di dignità, è il caso si dimetta, ieri…..
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L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:
Scritta a dicembre 2014. Il prefetto Pecoraro, da bravo italiano, si si è salvato fuggendo. Per dare i normali poteri di un tempo al nuovo prefetto, il ministro ci ha impiegato otto mesi.
Il quesito rimane.
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