CRISI IRAK-SIRIA. L’Inghilterra annunzia il suo impegno: NIENTE SOLDATI IN IRAK, MA TRE BASI MILITARI NEGLI EMIRATI, “EAST OF SUEZ”.. di Antonio de Martini

Il Telegraf inglese, tra una amenità sul referendum scozzese e la gravidanza principesca, annunzia come “piano dello Stato Maggiore, non del governo” che oltre all’aeroporto di Al Minhad ( vicino Dubai) che viene usato come scalo verso l’Afganistan e ritorno, in previsione dello sganciamento dal quel paese, di stabilire tre basi rispettivamente in Oman, Bahrein e negli Emirati Arabi Uniti.

In altre parole l’Inghilterra coglie l’occasione della campagna anti ISIL-ISIS o come si chiama oggi, per installarsi nei paesi vicini all’Irak, ma lontano dalla zona delle operazioni con basi aeree e navali utili per tutt’altro.
La motivazione è che si sta – ” da due anni” – pianificando un “redeployment” per il ” dopo Afganistan” .

Un tempo la motivazione ufficiale per l’occupazione britannica di terre situate nella penisola araba era la necessità di presidiare la via delle Indie dai cattivi tedeschi e dalla invidiosa Francia..

Ora che l’India e l’Afganistan sono perduti, si pensa a un ” redeployment” termine che significa ne più ne meno, risistemarsi.
Appare in questo movimento strategico in vicinanza dell’Iran un filo di concorrenza tra fratelli anglosassoni ( come appare in controluce in Irlanda e Scozia) sul quale avremo modo di ritornare.

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