Se una decisione discriminatoria di questa portata che coinvolge un continente e gente di colore fosse stata presa a carico di un altro gruppo etnico o religioso – ad esempio armeni, mormoni o altri – il mondo bancario avrebbe tremato a causa dei latrati di una serie di purosangue della democrazia e opinion leaders di tutto il mondo sarebbero corsi in TV a offrire interviste e pareri.
Invece tutto si svolge nella discrezione più assoluta.
Il fatto è semplice: il Credit Suisse ritiene che la sua reputazione potrebbe soffrire dalla scoperta di qualche dittatore, o politico, africano suo cliente preso con le mani nel sacco.
Ricorderete che l’ex presidente nigeriano Sani Abacha e la famiglia hanno da parte un tesoretto di un centinaio di miliardi di dollari e ne ha offerti sei per transare. Il figlio dell’attuale presidente Goodluck Jonathan in occasione delle sue nozze ha regalato a tutti gli invitati come bomboniera un IPhone di oro massiccio.
L’ENI ha avuto sequestrati 190 milioni di dollari depositati a favore di un ex ministro del petrolio, guarda caso, nigeriano.
Detto fatto, i manager del Credit Suisse stanno invitando i clienti cittadini di paesi africani o residenti in Africa a trovare un’altra destinazione ai loro investimenti.
Sarà una manna per le banche o i paesi concorrenti.