Uscire dall’Europa? Casomai dalla NATO. UE e Patto Atlantico sono scelte di civiltà, la NATO no ed è superata e costosa. di Antonio de Martini
Fin da piccolo sono stato abituato a non minacciare mai. La minaccia è una confessione di incapacità a immaginare cosa succederà e quindi ci si prefigura una reazione e , per scongiurarla, i deboli proferiscono minacce inattuabili.
La minaccia in genere è direttamente proporzionale alla paura che si ha dello scenario temuto.
Evidentemente , sia il presidente del consiglio Berlusconi che il ministro dell’interno Maroni, , temono molto l’arrivo dei nord africani ( in Frrancia vi sono oltre 200.000 tunisini, 600.000 algerini e più di un milione di marocchini) e non sapendo come negoziare e non fidandosi di Frattini ( gli dareste torto?), hanno lanciato la loro bomba atomica: uscire dall’Europa. Segno di un complesso di inferiorità. Non si esce dalla propria casa. Si chiama l’idraulico o i muratori.
Più razionale il ministro del Tesoro che ha parlato di rottura del trattato di Schengen da parte di chi non accettasse tutte le implicazioni dell’articolo 106 del trattato di Roma che ha creato il mercato comune, postulando “la libera circolazione delle persone e dei capitali “.
Certo alcune istituzioni di questo continente ci stanno strette, ma prima di uscire dall’Europa, si potrebbe uscire da altre istituzioni.
Certamente l’Euro così come gestito dalla Banca Centrale Europea ( BCE) su direttive germaniche. Dato che la Germania ha avuto una inflazione fulminante negli anni venti, vuole ad ogni costo bloccare l’inflazione e non è interessata ad elaborare politiche sociali o interventi di sviluppo delle quali sembra comunque non aver bisogno, che contrastino con gli imperativi di controllo della quantità di moneta in circolazione.
La politica estera dell’Unione Europea dovrebbe difendere l’Euro. Può farlo una signorina inglese ( di bassa casta nobilitata di recente ) rappresentante l’unico grande paese europeo che non riconosce l’Euro ed ha una moneta propria? Penso di no . La crisi libica ha investito l’Europa senza che costei abbia aperto bocca.
Noi italiani siamo insoddisfatti anche delle politiche agricole che sono tarate sulle esigenze dell’Europa del Nord ( latte, burro , birra e zucchero), mentre i paesi rivieraschi del Mediterraneo sono stati ingabbiati in politiche pensate dalla superiorità lobbistica dei “nordisti”.
Un solo esempio: E’ stato localizzato a Madrid l’ufficio che dovrebbe promuovere l’olio d’oliva come prodotto tipico mediterraneo. Il regolamento è draconiano e proibisce la promozione di una specifica marca commerciale, al punto che è difficile andare oltre una propaganda generica e le scelte di marketing sono demenziali.
In più l’ufficio dipende da Bruxelles , dove il capo era – quando me ne sono occupato – una signora olandese molro in sintonia con altre esigenze e che ha sistematicamente frenato ogni stanziamento ed esigenza di buonsesnso.
In Olanda è situata la UNILEVER il leader mondiale dei grassi animali. I grassi animali rappresentano il 90% del consumo del mondo, mentre l’Olio d’oliva, cito a memoria, il 4%. Per soprammercato – va riconosciiuto – la direzione dell’ ufficio dell’ olio , quando fu affidata al un italiano, tale Lucchetti, che ha avuto il fratello brevemente – ma quanto è bastato – ministro italiano dell’agricoltura, è finito ingloriosamente indagato per malversazioni varie ed ora è imputato dalla magistratura spagnola.
In Italia la situazione è simile : la lobby si chiama Assitol , ma il principale socio è UNILEVER che condiziona con la sua dimensione gli introiti della lobby , altrimenti costituita da piccoli produttori non in grado sdi competere e contrastarele sue scelte. Può un colosso industriale che trae la maggior parte dei suoi introiti dalla vendita di grassi animali , aiutare lo sviluppo di un prodotto vegetale salubre, mentre i suoi prodotti , se conosciuti negli effetti , verrebbero banditi dalle tavole di tutto il mondo?
Ad aggravare la situazione , i soliti italiani, che organizzano esportazioni di falso olio italiano ( in realtà tunisino) negli USA. Tutti stanno zitti e l’agricoltura va a remengo. La stessa situazione per altri prodotti alimentari che vengono contraffatti in tutto il mondo senza che succeda nulla di particolarmente impressionante in difesa.
Ad aggravare le cose i soliti italiani: alcune aziende stanno facendo lobby con successo , ad esempio la Barilla , per poter mettere la scritta ” made in Italy” anche su prodotti fatti all’estero – ad esempio negli USA – su cui mettono il loro marchio italiano.
Un pò come FIAT che spacciava per “Made in Italy” auto costruite in Polonia. Non lo scriveva, ma lo lasciava credere. Anche qui gli italiani si sono difesi ricorrendo a imbroglietti e sotterfugi. Marchi che millantano il “made in Italy” ( borse, scarpe, moda) fabbricano in Cina, Vietnam, Pakistan, anche sfruttando mano d’opera infantile, e vendono con ricarichi del 5000% ( cinquemila per cento) . Il marchio è italiano, la fattura no. Poi fanno qualche sponsorizzazione e nessuno si fa domande.
Ci si meraviglia poi che – con l’abitudine a strisciare degli italiani – chevengano adoperati gli stessi sotterfugi servili anche nel caso della guerra di Libia? Ci si meraviglia che il ministro della Difesa La Russa non osi dire apertamente che non vogliamo bombardare una popolazione con cui siamo in rapporti da duemila anni?
Questo ci porta al concetto di Difesa che è un’ altro importante elemento di insoddisfazione per l’Italia.
La NATO, l’UEO, il corpo d’armata europeo sono altrettante sigle che costano una consistente fetta del bilancio dello Stato. In più la NATO non è nemmeno europea : nella migliore delle ipotesi è una organizzazione euro-atlantica. Cioè a preponderante influenza angloamericana.
La NATO è il braccio militare del “Patto Atlantico” alleanza di civiltà ( anche all’epoca si parlava di scontro di civiltà) della quale facciamo parte a pieno titolo e con convinzione. La NATO fu costituita a difesa dal pericolo costituito dall’imperialismo sovietico e presto si trovò a fronteggiare l’analogo “patto di Varsavia“.
Dal 1989 la situazione è completamente cambiata: oggi Varsavia è la capitale di uno Stato membro della NATO. L’Unione Sovietica è scomparsa. L’Ucraina è quanto meno neutrale. Quattro o cinque nazioni dell’est europeo fanno anch’esse parte della NATO o dell’Unione Europea.
Allo scorso vertice NATO di Lisbona, ha partecipato anche la Russia ( vedi post in questo blog “La NATO è morta”) e inoltre, pur avendo gli anglofrancoamericani ragionevolmente già deciso l’intervento in Libia, non ne hanno parlato con gli altri alleati ed hanno anzi dato una sensazione di ingannevole centralità a Berlusconi e Frattini.
Se ne deduce che la NATO – persa la ragione principale di esistenza ed essendo divaricata all’interno non ha più ragione di esistere se non per autotutela degli impiegati. Una scelta razionale potrebbe essere – ferma restando la scelta del Patto Atlantico – uscire dal dispositivo militare , usando il precedente di De Gaulle , e spingere in funzione della creazione di Forze Armate europee.
Una scelta del genere consentirebbe
risparmi enormi in termini di bilanci della difesa dei 27 paesi,
una difesa più efficente, la creazione di centri di ricerca applicata ,
una industria aereonautica e militare che sarebbe la prima del mondo per numero di occupati e capacità produttiva.
L’Inghilterra lo accetterebbe? La regina Elisabetta sottoposta al portoghese Barroso? Potrebbe restare fuori come ha fatto per l’Euro e come fece per tutta la prima fase del MEC.
L’Italia, invece, ha necessità di lanciare politiche di sviluppo, specie a livello Mediterraneo, sostenendole con interventi tali da supplire alle carenze della classe imprenditoriale italiana ( e spagnola e greca) che è inetta quasi quanto quella politica. Dobbiamo risparmiare per investire e possiamo farlo con un esercito di leva ( garanzia di democrazia delle FFAA e di non uso avventuristico delle truppe all’estero ) riducendo le spese della difesa di tutti e 27 i paesi dell’UE.
Trentacinquemila uomini per ognuno dei paesi grandi e quindicimila per ognuno dei “piccoli” ( tranne il Lussemburgo) ci darebbero circa 500.000 uomini perfettamente integrati , dunque superefficienti, al netto della partecipazione inglese.
O si preferisce decurtare le pensioni e stringere la cinghia per lenire i timori tedeschi ( di inflazione) da una parte e dei tedeschi ( militari ) dall’altra?
By antoniochedice, on aprile 13, 2011 at 9:55 pm, under bankitalia, Berlusconi, Federalismo, Politica, Politica Estera, Uncategorized. Etichette: Assitol, bilancio dello stato, economia, Esercito di Leva, Esercito Europeo, Franco Frattini, guerra di Libia, Ignazio La russa, La Russa, Maroni, NATO, risparmi, Tunisia, UE, UEO. 12 commenti
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Commenti
Enrico On aprile 14, 2011 at 9:04 amPermalink | Risposta | Modifica
Sottoscriverei questo programma praticamente dalla prima all’ultima riga…
antoniochedice On aprile 14, 2011 at 11:44 amPermalink | Risposta | Modifica
Comicia a iscriverti ( in alto a sinistra ) poi manda l’articolo come tuo al maggior numero di persone possibile
antoniochedice On aprile 14, 2011 at 12:38 pmPermalink | Risposta | Modifica
Cerca di essere più analitico: di dalla prima all’ultima parola…
Antonio de Martini Senior Partner
Da:
urc On aprile 14, 2011 at 10:25 amPermalink | Risposta | Modifica
Ha ragione in pieno, ma nel nostro governo, ma anche da sempre, c’è chi pensa solo al proprio immediato tornaconto.
antoniochedice On aprile 14, 2011 at 11:41 amPermalink | Risposta | Modifica
Non credo sia tornaconto, ma incapacita’ di analisi, ignoranza, disinteresse. Ed e’ peggio
ETTORE On aprile 14, 2011 at 11:32 amPermalink | Risposta | Modifica
Era ora che qualcuno riprendesse l’idea della leva per tutti i cittadini maschi e femmine e uscire da questo esercito di professionisti messo in piedi per la politica avventurista al servizio di Nato eUSA!!!!! Grazie
antoniochedice On aprile 14, 2011 at 11:39 amPermalink | Risposta | Modifica
Grazie ma intanto il 19 non vieni…
barbara On aprile 14, 2011 at 3:48 pmPermalink | Risposta | Modifica
la BCE non è dei tedeschi E’ DELLE BANCHE che come anche le multinazionali non hanno “patria” né tantomeno finalità di pubblica utilità.
Della Ue nato e patto atlantico non salverei nulla, sono solo artefici per schiacciare la gente e rapinarla, di qualunque nazionalità.
Poi delle 20MILA lobbies che hanno sede in Bruxelles mi pare limitativo far vedere che sono gli italiani i corrotti o corruttori.
Per il resto d’accordo con te in pieno.
A sto punto ne approfitto per segnalare l’iniziativa del 25
FESTA PER LA LIBERAZIONE DA NATO
http://byebyeunclesam.wordpress.com/2011/04/12/festa-per-la-liberazione-2011/
Gianni Ceccarelli On aprile 15, 2011 at 2:58 pmPermalink | Risposta | Modifica
Vedo dai commenti qui sopra che ognuno, come al solito, ha una sua idea. L’esercito di leva é finito pochi anni fa; l’idea di farlo rivivere non mi pare incontri molti favori al fuori di una cerchia di “iniziati” che non fanno certo massa e consenso. La Russa ha detto oggi che l’Italia non intende bombardare i libici (credo si riferisse a tutte e due – o più- le parti -visti gli effetti del “fuoco amico”). Non vengo neanche io al Convegno su Pacciardi per un altro impegno contemporaneo o quasi, ma ricordo che lui vivo la sua attività fu molto discussa (non intendo entrare nei motivi di tale discussione); da morti, siamo tutti bravi e buoni (non é che Moro, Andreotti e -per dire- Leone se la siano cavata meglio). Il fatto é che la Germania -che sia guidata da Adenauer, da Erhard, da Kohl o dalla Merkel sa far valere le sue ragioni, soprattutto economiche. Fino a che noi italiani ci continuiamo a dir male da soli (in primis)e a mettere l’accento sui nostri difetti ed errori non credo che avremo molto successo. GiC
antoniochedice On aprile 15, 2011 at 3:05 pmPermalink | Risposta | Modifica
Bentornato. Pacciardi e’ stato inviso ai fascisti per aver combattuto il fascismo; ai comunisti per averli avversati e ai DC e soci per aver rifiutato di rubare con loro. Non mi meraviglio che tu ne abbia sentito parlar male.
Commenti
La leva obbligatoria è stata sospesa per fallimento dovuto al disinteresse dei generali, concentrati sulla loro carriera post-militare, e dei politici ladri ed incapaci che abbiamo allevato. Un esempio pratico: lo Stato Maggiore aveva deciso che i meccanici non fossero ricercati per precedenti di mestiere(in considerazione della loro giovane età e poca esperienza) ma formati alla Scuola di specializzazione della Cecchignola, appositamente costituita. Bene, da questa Scuola, non è mai uscito un meccanico perchè gli allievi tutto facevano (guardie, servizi, rappresentanze) fuorchè andare a scuola. La conseguenza, particolarmente grave, fu che i reparti, non potendo fare a meno dei meccanici, erano costretti ad impiegare quelli con precedenti di mestiere che, spesso, avevano incarichi pregiati (tipo il mitragliere) la cui mancanza voleva dire la cancellazione di una unità operativa.
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