Tra le profezie più rapidamente smentite della storia, mettiamo subito la dichiarazione di Cesare Romiti ( presidente dell’associazione Italia Cina) il quale ha confidato alla Maria Latella in TV che, in queste recenti vicende Mediterranee l’impero di mezzo non entrava, perché aveva altre priorità tipo – se ricordo bene- ha citato la meccanizzazione delle campagne. La Cina infatto non c’entra, ma forse sapeva qualcosa, tanto è vero che ha sfruttato la situazione con un tempismo degno di Sun Tzu.
Avant’ieri ( mercoledì) la Cina – tramite banca centrale – ha dichiarato che permetterà a tutti gli esportatori e importatori di effettuare le loro transazioni in Yuan, come parte di un più vasto piano di crescita del ruolo internazionale della moneta cinese.
In una dichiarazione ( qui faccio un atto di fede, dato che non conosco la lingua) la banca centrale cinese ha anche aggiunto che si tratta di rispondere alle richieste provenienti da oltremare di usare lo Yuan come moneta mondiale di riserva. In altre parole, si sono accorti tutti che il dollaro NON si è rafforzato – contrariamente a quanto accadeva durante le precedenti crisi politico-militari – e adesso nessuno vuole avere crediti in dollari…
Pochi giorni prima, il governo cinese aveva annunziato di aver raggiunto un accordo con Russia e Malaysia in base al quale le transazioni tra questi paesi d’ora in poi si svolgeranno in Yuan, Rubli e Riggit. Nessuno ha escluso apertamente il dollaro USA, ma, come si dice a chi cerca di imbucarsi a una festa, non è in elenco.
In Asia, la Cina è il primo partner commerciale di Giappone e Australia. Il mese prossimo, il congresso del partito comunista cinese varerà il nuovo piano quinquennale – è il 12 ° – e sembra che conterrà una decisa variazione strategica: il passaggio da un’economia di investimenti ed export verso un’apertura dei consumi interni.
Questa scelta, se confermata e poi realizzata, avrebbe l’effetto di sostenere la produzione interna in vista del calo della richiesta dal resto del mondo a causa della crisi globale ed anche di compattare meglio il paese sostenendo la creazione di una classe che potremmo anche chiamare borghese o di piccoli borghesi.
Una scelta del genere creerebbe di fatto una intesa di riavvicinamento definitivo con Taiwan, “la provincia ribelle”, che vedrà di buon occhio la possibilità di partecipare all’espansione economica in corso( il segretario della Camera di Commercio di Taiwan e quello di Shanghai sono parenti….).
Se il tutto – o anche in buona parte – venisse realizzato in Yuan, agli USA non servirà a molto l’aver messo le mani sul petrolio ed aver ipotecato le rotte commerciali tradizionali verso l’Europa.
Infatti la Cina ha lanciato, fin dal 2005 “la strategia dei due oceani” anche realizzando il motto di Marx che” il problema non sta nell’interpretare la realtà, ma nel cambiarla”: I progetti per cambiare la GEOGRAFIA DELLE ROTTE COMMERCIALI stanno prendendo piede.
- Un primo progetto di taglio dell’istmo di KRA in Tailandia ( 21 miliardi di dollari) creerebbe un nuovo passaggio navigabile tra Oceano Indiano e Pacifico in cui transitare senza passare per le forche caudine di Singapore. In altre parole, i giapponesi per poter disporre del passaggio tra Indiano e Pacifico fecero la guerra. I cinesi se ne fanno un altro. Essi si sono così assicurati l’accesso all’Africa, dove nel corso degli ultimi cinque anni l’interscambio si è decuplicato. Dal Sudan sta nascendo un pipe line cinese che sboccherà a Lamu in Kenia. In Etiopia, quasi ci sono più cinesi che abissini e in Sudan quasi ogni lavoro pubblico lo fanno loro.
- La costruzione di un ” Dry canal” che aggiri il canale di Panama, d’intesa con la Colombia del Presidente Manuel Santos ( costo previsto 34 milioni di dollari a chilometro) di cui la Cina è già il secondo partner commerciale dietro gli Stati Uniti. Diventerà il primo quando iniziera a sfruttare i giacimenti di carbone ( Colombia è il quinto produttore al mondo). Nel 2010 il premier cinese ha visitato l’Africa quattro volte senza mai incontrare la nipote di Mubarak.
- Il progetto delle ferrovie russe di un corridoio di strada ferrata Europa – Cina presentato dal presidente delle ferrovie russe Vladimir Yakunin anche durante il suo road show in Italia pochi mesi fa, entra nel quadro di questa nuova geografia economico-stategica.
In questo quadro strategico, un abbronzato ministro degli esteri italiano privo di dignità e senso del ridicolo, spara sul Gheddafi, creduto cadavere mentre prima era creduto profeta. L a RAI TV nella trasmissione popolare del primo canale “L’eredità”, ha abolito la troppo difficile materia di quiz della Geografia per sostituirla con un argomento più accessibile: il carnevale.