Francesco Venanzi è uno studioso di economia e – quindi – di politica. Siamo lieti che inizi a collaborare al
“Corriere della collera” invece che a chiosare gli scritti pricipali.
E’ indubitabile che Berlusconi, con i suoi comportamenti privati, abbia stupidamente creato un senso di insofferenza nella opinione pubblica e nei suoi partner politici e offerto il fianco a facili critiche. Ma non credo che questa sia la vera causa del ribaltone ordito da Fini.
Svolte politiche di questa portata hanno fondamento negli interessi di ben determinati gruppi. Mi esercito qui a cercarne qualcuno.
Mi domando: quali interessi vengono di fatto gratificati con la caduta del governo Berlusconi? Provo ad elencare i principali.
Quelli degli amministratori locali di Comuni, Provincie, Regioni, Asl meridionali che il federalismo fiscale, ormai vicino alla approvazione dei decreti attuativi, avrebbe costretto ad amministrare più seriamente le risorse, senza clientelismi, sprechi, corruttele.
Quelli dei malavitosi – mafia, ‘drangheta, eccetera – che avrebbero trovato meno sensibili alle loro richieste gli amministratori locali; e che avrebbero continuato a essere braccati e arrestati dall’efficace azione delle forze dell’ordine voluta dal ministro Maroni.
Quelli dei baroni universitari colpiti dalla riforma Gelmini, che era vicina alla approvazione finale in Parlamento.
Quelli dei magistrati che vedono nella riforma della giustizia annunciata la perdita del potere politico e dei privilegi di casta.
Quelli dei tanti enti di spesa colpiti dai severi e inesorabili tagli imposti dal ministro Tremonti per salvaguardare i conti pubblici e la credibilità del paese nella Ue.
Quelli di tutta una classe politica fatta di modesti politicanti attaccati ai privilegi delle rispettive poltrone, colpiti dalla riforma costituzionale annunciata che prevede la drastica riduzione del numero dei parlamentari e la maggiore responsabilizzazione e trasparenza del personale politico.
Chi si è fatto protagonista della caduta del governo non può non essere consapevole del favore che rende a quei gruppi di interesse e che sui loro voti punta per accrescere le sue fortune politiche.
Quando e come quelle riforme e azioni di governo saranno riprese e portate a conclusione? Proponendo Casini – che ha sempre dichiarato la sua contrarietà al federalismo – come nuovo componente del governo si capisce bene a cosa miri Fini.
Commenti
Caro VENANZI,
non mi ero mai accorto che Tu scrivessi sul corrieredellacollera dell’ottimo de Martini che conosco e apprezzo da tanti anni e che anche recentemente ho incontrato. Bravo, complimenti e cordialità
acc