Non credo che la pace sia mai stata a portata di mano, ma tra le varie cause di contenzioso bilaterali tra i due paesi( acque del fiume Litani, contenzioso di frontiera, controllo di Hezbollah) se ne aggiunge un’altra di non poco peso: i giacimenti petroliferi che sono stati trovati – grosso modo – nel tratto di mare antistante tra Sidone e Haifa.
Il giacimento individuato, copre uno spazio di mare che arriva fino a Cipro al nord, in un triangolo che ha la base ideale nella costa un tempo definita del Levante. La zona è garantita da una forza navale a comando italiano che pattuglia per evitare sbarchi di armi sulle coste libanesi.
Il Libano sta per affrontare una grossa grana interna costituita dal tribunale internazionale che istruisce il processo a carico degli assassini del premier libanese Hariri ( padre dell’attuale premier).
Se gli inquirenti daranno un volto agli assassini, la pace interna sarà sconvolta verosimilmente tra innocentisti e colpevolisti quale che sia l’indicazione del tribunale. Questa crisi è collegata con la crisi endemica, ma sotto controllo , rappresentata dal partito Hezbollah che occupa la striscia di frontiera con Israele ( la costa dove si è trovato il giacimento) e che potrebbe essere messo in stato di allerta dall’Iran – suo tradizionale finanziatore – che potrebbe così voler alleggerire il fronte del suo alleato Hamas nella striscia di Gaza o voler distrarre la pubblica Opinione dalle pressioni USA sull’Iran per il contenzioso sullo sviluppo dell’energia atomica da parte di questo ultimo.
Su tutte queste questioni plana il negoziato Israele -Palestinesi nel quale vuole inserirsi la Turchia. Irak e Siria lamentano che le acque del Tigri e dell’Eufrate siano dai turchi contingentate al punto da mettere in crisi l’agricoltura ( dunque la sopravvivenza) dei due paesi.
Per la Hilary Clinton il puzzle si complica e siamo solo al secondo round su venticinque!