George Soros, 85 anni, di origine ungherese, finanziere più che disinvolto, è stato vittima di un hackeraggio della sua corrispondenza via web con il presidente ucraino Poroshenko.
Sembra di leggere il capolavoro giallo di Eric Ambler ” La maschera di Dimitrios” ( Adelfi).
Temi trattati: come violare gli accordi armistiziali di Minsk e riarmare le truppe ucraine, fornire nuove armi all’esercito, organizzarne l’addestramento in Romania con l’assistenza USA e indebitare il governo ucraino.
Fedele a una cultura di privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite, Soros indica al’ucraino come ottenere un miliardo di euro all’anno dalla Unione Europea che credo farebbe meglio a dedicarli al fenomeno immigrazione.
Sembra la classica storia che si diceva inventata dalla dalla fantasia estremista di destra e sinistra, del finanziere ebreo dal naso adunco che fomenta le guerre per indebitare i governi fantoccio da lui creati, solo che questa volta la teoria è suffragata dai fatti che nessuno ha smentito.
La corrispondenza tra Soros e Poroshenko è pubblicata da più di un sito http://cyber-berkut.org e, questo indicato ovviamente è russo, con interpolati brani significativi di traduzione inglese dei suggerimenti di Soros.
Sul sito Oltre La Notizia di Piero La Porta potrete trovarne indicati altri. Naturalmente, nessun media italiano ha pubblicato un rigo di tutta questa vicenda.
Acclarata l’attività di questo signore si pone il problema di far chiudere il ramo italiano della sua organizzazione e identificare i suoi ” borsisti” che si erano già illustrati durante la guerra nel Caucaso.
Non va dimenticato che nel 1992 fu proprio George Soros a speculare contro la lira – che subì una svalutazione del 27% – e che costò all’Italia 55.000 miliardi di lire in una settimana spesi da Ciampi per sostenere il cambio nella ingenua convinzione che sarebbe intervenuta la Bundesbank a dare manforte come da intese.
Ad onta di questi precedenti e di queste attività internazionali, l’Università di Bologna – rettore Stefano Zamagni stretto collaboratore di Romano Prodi – gli ha conferito una laurea honoris causa come si legge su ” Il Fatto” che riproduco in calce. Il grassetto è mio.
” Il fondo Quantum Strategic Partners, gestito da Soros Fund Management, ha infatti rilevato il 5% della Igd immobiliare, società bolognese controllata da Coop Adriatica (43,56%) e Unicoop Tirreno (13,91%). Il finanziere, che diventa così il terzo azionista della società immobiliare specializzata nella gestione di centri commerciali, non ha però comprato i titoli sul mercato.
Ma ha bussato direttamente alla porta della Idg, che in pancia ha il 3,549% del proprio capitale e dalla Unicoop Tirreno, che ha ceduto al fondo l’1,8% della sua partecipazione. E ha portato a casa una quota dal valore di mercato di circa 20 milioni di euro. Il primo investimento in Italia del finanziere che, secondo la rivista Forbes, è al primo posto tra gli speculatori che hanno guadagnato di più nel corso del 2013 con un incasso da ben 4 miliardi di dollari.”
Caro amico, la Coop non sei tu. E’ lui.
Attendiamo fiduciosi l’intervento di qualche magistrato che abbia finito di fru gare tra le lenzuola sporche di Berlusconi.
Commenti
Per mia fortuna non ho mai speso un euro e manco una lira in una Coop. Ma solo perché non vivo in Emilia Romagna. GiC
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Io invece la vivevo come alternativa a Carrefour…..
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sembrerebbe che le coop sono azionosta importante di unipol…che sono anche dentro monte paschi…che sono una delle poche banca dealer italiane…
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Antonio, condivido al 100%
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Uno Zaharoff in scala microscopica
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