NOTIZIE DAL MONO 18-23 Maggio
Il Burundi è un Paese africano con dieci milioni di abitanti sito a est del lago Tanganika, tra il Rwuanda a nord, la Tanzania a est e la Repubblica democratica del Congo a ovest; molti ricorderanno la zona per il famoso massacro degli Hutu e la lotta tra questa etnia e i Tutsi, avvenuti negli anni ’90. Ora, un senso di forte paura regna nella capitale Bujumbura e in tutta la regione in vista delle elezioni in cui il Presidente intende ricandidarsi per la terza volta.
Serpeggiano notizie e rumors difficilmente verificabili specie dopo il fallimento di un colpo di Stato proprio contro Pierre Nkurunziza, al potere da dieci anni. “La sopravvivenza del Burundi come nazione si fonda sulla coesione delle forze di difesa nazionale. In caso contrario si verificherebbe una situazione simile a quella della Somalia”. Così ha dichiarato il ministro della Difesa Emmanuel Ntahonvukiye; nel frattempo i Vescovi della regione hanno chiesto un rinvio del voto.
https://bujanews.wordpress.com 17 mag
Secondo un rapporto dell’OCSE, la Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica, su ben 34 Paesi, in Italia si riscontrano un forte senso di appartenenza e livelli elevati di partecipazione civica. Il 90% degli intervistati ritiene di conoscere qualcuno su cui poter contare nel momento del bisogno, un dato leggermente al di sopra della media OCSE (88%). L’affluenza alle urne, indicatore della partecipazione dei cittadini al processo politico, è stata del 75% in occasione delle ultime elezioni, ovvero al di sopra della media OCSE (68%). Lo status socio-economico può incidere sull’affluenza alle urne, stimata, rispettivamente, all’85% per il 20% più ricco della popolazione e al 73% per il 20% più povero. Il divario è, pertanto, leggermente inferiore alla media OCSE (13 punti percentuali). Il rapporto, nella sua forma pubblicata online, permette di confrontare direttamente i dati di un Paese con quelli corrispondenti in altri.
http://www.oecdbetterlifeindex.org/ 18 mag
Il problema dei cosiddetti migranti riempie da noi i giornali, ma lo stesso problema si presenta nel sudest asiatico, dove parecchi osservatori parlano di un genocidio che si starebbe verificando in Myanmar, la antica Birmania. Ogni anno, tra l’autunno avanzato e la stagione dei monsoni in aprile-maggio migliaia di Rohingyas, una minoranza musulmana che si trova di fronte a una vera persecuzione ad opera del Governo del Paese e di altri gruppi, si imbarca su traballanti pescherecci per fuggire.
Folle di estremisti buddisti si danno a veri e propri pogrom nei confronti di tale minoranza mentre il Governo nega loro diritti fondamentali di cittadinanza. Molti attivisti parlano di un vero e proprio genocidio e di pulizia etnica. La fuga dal Paese ha dato luogo all’esodo più massiccio avutosi nella zona asiatica dopo la fine della guerra del VietNam.
I fuggiaschi vanno incontro, come altrove, a inganni, estorsioni e a veri e propri episodi di schiavismo. Inoltre, molti Paesi come la Malaysia, la Tailandia e l’Indonesia di recente rifiutano lo sbarco dei migranti sulle loro coste, per cui molti barconi diventano prigioni galleggianti con un numero imprecisato di Rohingya. In realtà, finora la Malaysia e il Bangladesh accoglievano molti migranti di questo tipo, il che ha portato spesso a scontri tra tali soggetti, altri gruppi etnici e le polizie locali. I Rohingyas non sono il solo gruppo etnico che vorrebbe lasciare –o è costretto a lasciare- il Myanmar, ma costituiscono senza dubbio il gruppo più numeroso, almeno secondo i dati forniti dall’ United Nations Office su Drugs and Crime.
L’etnia è posta al bivio tra il desiderio di fuggire le persecuzioni (e magari trovare migliori opportunità) e il rischio, restando, di pagare con la vita. Come si sa, il Bangladesh è anch’esso un Paese musulmano ed è raggiungibile via terra, e quindi viene spesso scelto dai fuggiaschi, ma è in pari tempo un Paese a forte emigrazione. La conseguenza è che sia i locali sia i profughi preferiscono viaggi via mare molto più pericolosi verso la Malaysia o la Tailandia, sfidando non solo i trafficanti, ma anche malattie e annegamenti.
Il Myanmar è uno dei Paesi asiatici a più basso PIL per persona, senza confronto, ad esempio, con quello della Malaysia. In una dichiarazione fatta oggi, tuttavia, secondo il ministro indonesiano degli esteri solo il 30-40% degli oltre 7000 poveretti vaganti in mare sarebbero Rohingyas, mentre gli altri non sarebbero rifugiati, ma solo clandestini.
http://foreignpolicy.com/ 19 mag
http://www.abc.net.au/news/ 23 mag
La creazione da parte della Cina di isole artificiali sulle contestate barriere coralline del Mar Cinese meridionale, attualmente, dal 2014, allo scopo di dragaggio e di azioni sulla sabbia, costituisce il più recente tentativo da parte di Pechino di estendere le sue azioni su quei territori ed esercitare pressioni sugli altri Paesi che vantano e reclamano diritti su quella zona. Alcuni ambienti statunitensi, in vista delle possibili conseguenze di tali atti, chiedono atteggiamenti più duri rispetto a quelli finora tenuti; il timore reale è che i Cinesi possano o vogliano usare le isole di nuova costruzione (che certamente potrebbero comprendere o ospitare piste atte ad aerei militari o strutture per l’attracco di navi) per allargare la strategia della loro Anti-Access Area Denial (A2AD).
L’istallazione di strutture militari cinesi nella zona implicherebbe un aumento pressochè insostenibile dei costi USA per l’impegno nella zona. Va detto che sia i militari che i diplomatici cinesi insistono moltissimo sul fatto che gli sforzi che si stanno compiendo per trasformare zone assolutamente inabitabili in strisce funzionali a ospitare stazioni di ricerca e salvataggio rientrano negli obblighi internazionali che impongono alla Cina di assicurare la stabilità e la pace nell’area.
Da: William Johnson May 21, 2015, http://blogs.reuters.com/ 22 mag
http://foreignpolicy.com/ 22 mag
Il Brasile si attende un investimento di 50 miliardi di dollari dalla Cina per lo sviluppo e il mantenimento di infrastrutture del Paese. Il Brasile intende infatti agire sostanzialmente per il miglioramento della sua viabilità, delle ferrovie, degli aeroporti e dei porti e ha avuto in questo senso il sostegno cinese durante la recente visita del Primo Ministro Li Keqiang.
http://en.mercopress.com/ 22 mag
In Indonesia, una Nazione con più di 200 milioni di abitanti, il Governo ha appena lanciato una campagna contro il fumo. “Il numero di fumatori”, secondo un portavoce del governo “ha raggiunto quasi i 60 milioni e la campagna intende sottolineare i pericoli specie del fumo passivo”; il video prodotto dal Governo è molto drammatico, mostrando una signora di 37 anni –di cui viene addirittura fornito il nome- affetta da neoplasia polmonare “contratta sul posto di lavoro a causa del fumo passivo”. Dati riferiti al 2010 indicano che nel Paese 95 milioni di persone sono esposte al fumo passivo, delle quali oltre 43 milioni hanno meno di 14 anni. Il portavoce del Governo ha detto che occorrerebbe disporre di molti altri video simili per ottenere un qualche effetto sulla popolazione. Evidentemente il concetto di privacy è diverso in Indonesia da quello presente in Occidente.
http://www.thejakartapost.com/news 23 maggio
Il lago Baikal è un lago sito nella Siberia meridionale ed è posto sotto la tutela dell’Unesco come patrimonio dell’umanità. Ora un telescopio estremamente tecnologico è stato posto sotto il ghiaccio del lago per iniziare delle importanti ricerche sull’origine dell’universo. Lo scopo è catturare particelle derivate dai raggi gamma emanati dal sole, da stelle esplose e dai buchi neri. Il telescopio –denominato Dubna- è stato posto a una notevole profondità (che nel lago raggiunge oltre 1600 metri) e userà metodologie molto complesse per tracciare i neutrini dallo spazio che dopo la loro interazione con l’acqua e il ghiaccio del lago danno origine alla cosiddetta luce di Cherenkov. Si spera che i dati possano servire a conoscere meglio i segreti delle stelle e a stabilire l’origine e le proprietà di raggi cosmici ad alta energia e a fornire ulteriori informazioni sull’origine e l’evoluzione dell’universo. Altri, più piccoli, “neutrin-telescopes” sono già posti sottacqua al polo sud, e anche nel Mediterraneo, vicino a Tolone.
http://siberiantimes.com/ 23 mag
http://rt.com/news 19 mag