IL KATAR RICHIAMA L’AMBASCIATORE AL CAIRO A CAUSA DELLE BOMBE SULLA LIBIA. E SI SCOPRONO GLI ALTARINI. di Antonio de Martini

A seguito del bombardamento egiziano sulla Libia degli scorsi due giorni, l’Emirato del Katar ha richiamato il proprio ambasciatore al Cairo ” per consultazioni”.
Si tratta di una formula di convenienza che fa parte di una escalation consistente in ritiro per consultazioni, seguito dal ritiro tout court ed infine dalla rottura delle relazioni diplomatiche.

Il Katar esce finalmente allo scoperto, dopo aver ispirato la minaccia degli Emirati del golfo di ritirare le linee di credito concesse all’Egitto in aggiunta a quel prestito di 12 miliardi di dollari concessi dall’Arabia Saudita quando il golpe di Al Sissi causò il restringimento degli aiuti USA. che tradizionalmente consentivano all’Egitto di mantenere un equilibrio di bilancio.

Si tratta di una mossa arrischiata probabilmente provocata dalla necessità di sostenere qualche gruppo armato finanziato fino ad oggi è che si vede ora minacciato nell’esistenza dalla pressione militare egiziana. L’accusa mossa dal Katar all’Egitto è stata essenzialmente di non aver portato il problema in seno alla Lega Araba e di aver voluto impostare un’azione unilaterale.

Per il momento si registra da parte egiziana la replica dell’ambasciatore presso la Lega Araba Tarek Adel, il quale, senza mezzi termini ha accusato il Katar di essere il finanziatore dei ribelli libici, con particolare riferimento all’ISIS, oggetto delle attenzioni dei bombardieri egiziani. Nel post di ieri citavo il movente: difficoltà libiche di produzione e trasporto significano migliori affari per i paesi del golfo, il cui petrolio non ha la stessa qualità di quello libico.

Assordante il silenzio angloamericano sulla vicenda.

A margine di questa vicenda due episodi minori, che minori non sono, che rivelano lo stato d’animo del mondo arabo: in TV – alla 7- si è vista una vecchietta sdentata inveire contro miliziani del Daesch-ISIS invitandoli a “tornare sul sentiero di Allah” e a non credersi di essere chissà chi ” solo perché ricevono soldi dagli americani” .
Il padre del pilota Giordano Al Kessabeh , bruciato vivo dall’ISIS, intervistato dal TG1 ieri ha rivelato di aver ricevuto una telefonata di condoglianze dal presidente americano Barak Obama e in tutta risposta averlo invitato alla coerenza chiedendogli ” perché parla in un modo e agisce in un altro”.
Uno studio USA pubblicato ieri, intanto, ha scoperto che i giovani europei di seconda generazione si arruolano nelle file dell’ISIS, non tanto a causa della disoccupazione, quanto perché si sentono offesi nel loro senso di giustizia.
Speriamo che a questo punto siano in grado di fare quattro più quattro.

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Commenti

  • abrahammoriah  Il febbraio 19, 2015 alle 2:21 PM

    19 febbraio 2015

    Quello che gli organi d’informazione non tanto cercano di celare (il ‘nascondimento’ delle notizie, se vogliamo essere realisti, è, in fondo, lo scopo sociale della ditta) ma provano, addirittura, a collocare al di là “orizzonte degli eventi” del dibattito pubblico: l’ISIS, nonostante tutta la demonologia che il termine ‘terrorismo’ reca con sé, è un protagonista a pieno titolo del dramma geopolitico. Un dramma geopolitico che vede come protagonisti agenti strategici che si scontrano per il predominio, alti ideali più o meno democratici proclamati per celare le vere intenzioni che, se guadati in filigrana, fanno in commedia la parte comica del buffone e oscuri personaggi, come l’ISIS, che, anche se ostentata mente tenuti fuori di giorno dal palazzo dove si trova il potere, vi entrano di notte per dare sostanza ed esecuzione a quelle decisioni senza le quali non ci sarebbe nemmeno la commedia. Insomma, nel dramma geopolitico, a differenza della tragedia classica, non trovano posto gli eroi e se il tiranno ha sempre una parte esso viene affiancato dall’intrigante e del martire di benjaminiana memoria e spesso questi tre tipologie umane non sono che aspetti della stessa persona. Basterebbe essere consapevoli di questo, e, senza nemmeno perderci tanto tempo, gli attuali superesperti del nulla che pontificano sul terrorismo avrebbero la stessa credibilità di un salumiere che voglia discettare di chirurgia. Compito del repubblicanesimo geopolitico è dare corpo – e diffondere – a questa fondamentale e fondante consapevolezza. Massimo Morigi

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  • abrahammoriah  Il febbraio 19, 2015 alle 3:49 PM

    recte: ‘dall’intrigante e dal martire di benjaminiana memoria’, etc.

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  • fausto  Il febbraio 19, 2015 alle 10:35 PM

    Tacciono anche i francesi. Avevano cavalcato senza risparmi la “rivoluzione”; alla fine niente boccone omaggio. E adesso?

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