Quando si stabilisce una tregua d’armi fissandola tra X giorni, è ovvio che saranno giorni di combattimenti intensi volti a farsi cogliere dal cessate il fuoco su posizioni favorevoli. Succede così da sempre.
Il giorno di San Valentino 2015 finirà probabilmente negli annali accanto alla notte di San Bartolomeo ( agosto 1572).
Probabile anche che i media diranno che è stata salvata la pace in extremis. I pessimisti faranno il parallelo con Monaco (1938),
temo che invece il parallelo vada fatto con Dieppe(1942).
Il 19 agosto 1942 sbarcarono circa seimila uomini in quella località francese sulla costa. I tedeschi respinsero con perdite gli invasori cantando vittoria.
In realtà gli alleati usarono 5000 canadesi , mille inglesi e 50 americani per saggiare le difese e le tecniche di combattimento avversarie per tarare i metodi da usare nello sbarco in Normandia. ( ad esempio, spostarono le insegne di grado sul retro degli elmetti dato che i tiratori scelti tedeschi abbatterono oltre metà degli ufficiali e graduati durante l’operazione di avvicinamento alla spiaggia identificandoli con facilità).
La crisi Ucraina è solo un episodio della ” guerra senza limiti” descritta nel libro dei colonnelli Quiao Liang e Wang Xiangsui che ho recensito su questo blog ( il 23 agosto 2013 ” un aneddoto mesopotamico e un libro cinese ci spiegano…” eccc.) è che è stato pubblicato a Udine – mi spiace non ricordare l’editore- con una prefazione del Generale Fabio Mini che è stato addetto militare a Pechino.
La crisi nasce da un errore di PUTIN che al convegno di San Pietroburgo indico solo il Caucaso come linea rossa da non valicare per non provocare una reazione russa. Il test di reattività lo hanno fatto dunque sull’Ucraina.
La NATO e la Russia, sono state impegnate a continuare ad esistere ad onta della caduta dell’URSS ( quindi a non cambiare nulla) e abituate da anni di combattimenti in Afganistan alla guerra asimmetrica “convenzionale” ( mezzi corazzati, logistica imponente, appoggio aereo sistematico), dopo aver sperimentato la ” guerra illimitata” in Siria e Irak ( da una parte all’attacco e dall’altra in difesa) hanno avuto bisogno di sperimentare in Europa il funzionamento della ” guerra ibrida“:
un misto di elementi specializzati nelle attività insurrezionali , fanteria leggera, squadre di terroristi, tutti fortemente appoggiati da network di propaganda sul web e sui media.
Hanno sperimentato l’abbandono di apparati costosi e l’utilizzo di nuovi mezzi di guerra, comunicazione e intelligence nella guerra del futuro.
Ormai basta attaccare e in contemporanea negare sul web di averlo fatto, con un numero imponente di Twitter o blog, che una ritorsione puramente militare diventa difficile agli occhi del mondo.
Impressionanti le somiglianze tra la propaganda via web dell’ISIS-DAESCH in Arabia e quelle utilizzate in Ucraina, sia per il reclutamento che per la diffusione di messaggi.
Per i Russi l’obiettivo strategico era dissuadere gli ex paesi satelliti, specie quelli con minoranze russofone all’interno, dall’ascolto della sirena del benessere europea che poi comporterebbe la creazione di basi militari in zone troppo vicine al confine russo con pericolo di avvolgimento del fianco nord ed imbottigliamento dentro il mar Baltico.
L’obiettivo strategico NATO era di distrarre la Russia dal VIcino e Medio Oriente, possibilmente farle perdere le basi navali del mar nero , testare le nuove tecniche insurrezionali e di comunicazione applicate alla mentalità europea ( per i Russi) e slava ( per la NATO), stroncare l’economia russa e l’interscambio con l’Europa con le sanzioni e possibilmente incoraggiare i russi filo occidentali e ” cosmopoliti” a disfarsi di Putin.
La Russia ha trionfato in seno alle opinioni pubbliche occidentali ( anche per essere riuscita ad agganciarsi alla crisi greca) , mentre gli USA e la NATO hanno strappato i nove decimi dell’Ucraina all’orso russo.
Sulle sanzioni economiche la partita è ancora aperta.
Occorre notare che ciascuno dei duellanti ha avuto più successo dove era meno conosciuto direttamente.
Entrambi hanno condotto, per interposta persona, “una guerra limitata con obiettivi limitati” . Entrambi mediteranno sull’accaduto e vedremo quali ammaestramenti hanno tratto da quel che succederà ai prossimi malcapitati.
Commenti
14 febbraio 2015
“Entrambi [ USA e Russia] hanno condotto, per interposta persona, ‘una guerra limitata con obiettivi limitati’ “: perché, appunto il nostro territorio ‘limitato’, molto limitato, non sia lo scenario della prossima guerra ‘limitata’ (dal punto di vista economico, altro che ‘limitata’ la guerra che ha subito – e continua a subire – ) per l’Italia una logicamente sola ed unica soluzione: un processo che in breve tempo la porti verso una totale neutralità. In breve tempo, perché il mondo sta correndo verso il policentrismo e rimanere fermi non significa, come in economia, ‘solo’ un progressivo arretramento della qualità della vita del suo popolo ma, ancor peggio, la messa in discussione dell’esistenza stessa di questo popolo. massimo morigi
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Si può partire dalla constatazione di non belligeranza perché non si verifica il “casus foederis” della guerra difensiva, passare poi a negare l’apporto di truppe – magari ripristinando il servizio di leva e constatando l’opposizione delle famiglie, per poi passare a un movimento dei paesi NON ALLINEATI.
Molti governi si unirebbero in lega mentre per un singolo paese sarebbe politicamente pericoloso.
Un iter si trova se esiste una volontà.
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C’è un elemento nella strategia dei russi che vorrei fosse considerato con cura: stare seduti ed aspettare. Di fatto hanno temporeggiato, pur non avendo mai impedito movimenti alla frontiera (che sono stati effettivamente decisivi). Sarebbe interessante sapere cosa aspettino di preciso.
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La perseveranza è una caratteristica asiatica, ma nel caso specifico non c’entra. È che credo si tratti dell’altrui iniziativa ….
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