L’unico cittadino saudita in qualche modo comprensibilmente allegro per la morte dei re Abdallah ben Abdelaziz al Saud, è il blogger Rauf Badawi , recentemente condannato
a dieci anni di prigione e mille frustate ( da somministrarsi in 19 rate settimanali di uguale numerosità. Prima rata, già somministrata). L’imputazione era ” offese all’islam“, come la redazione di Charlie Hebdo ai cui funerali hanno partecipato maggiorenti islamici di ogni genere, sauditi inclusi, deprecando l’accaduto.
Lo scorso venerdì il Badawi ha ottenuto una moratoria della seconda rata per mancato rimarginarsi delle ferite e adesso spera in una amnistia da nuovo regno almeno per la parte frustate che Amnesty International ha definito “una pena di sapore medioevale.”
Anche human rights watch ha colto l’occasione per ripetere tutte le pecche del vecchio re e dei suoi sei regali predecessori sottolineando come durante il regno di Abdallah sia mancata del tutto la libertà di parola, il rispetto per la minoranza sciita e la liberata di movimento e godimento dei diritti politici della componente femminile del regno.
La scorsa settimana un giovane è stato arrestato – e passerà i suoi guai – per aver filmato la scena di una decapitazione di una donna colpevole di omicidio.
Tra le 25 famiglie reali presenti al mondo, quella dei Saud è certamente la più prolifica, potente, tradizionalista.
Commenti
Gradirei un commento sul fatto che nello Yemen la situazione si è fatta poco chiara proprio nel momento in cui in Arabia Saudita le cose subiscono gli effetti della morte del vecchio Re. GiC
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Lo Yemen, nelle quattro provincie orientali sta meditando, nemmeno nascostamente, la secessione come già avvenuto una volta. È terra di Al Kaida.
Quando il presidente Salah fu spinto a lasciare il potere dagli USA lasciò il vice presidente Hadi che era sempre stato un numero 2, appunto…..
Gli houtis, incoraggiati e armati dall’Iran ( sono una setta a metà tra sunniti e sciiti) e non più tenuti a freno da Salah che li aveva bastonati per bene, si sono messi in moto per rivendicare autonomia ( nel nord dove vivono) e per protestare contro la deportazione di molti dei loro in altre zone.
Senza il polso di ferro di Salah, questi scoprirono di potersi espandere anche oltre la zona tradizionale . Salah, tornato dagli USA dove era in cura, li ha aiutati grazie al fatto che molti militari gli sono rimasti fedeli e non si sono opposti ai ribelli. Questi hanno ” occupato” alcuni ministeri chiave della capitale, pur senza prendere il governo. Poi hanno intimorito Hadi a colpi di cannone e questi è fuggito. Ora stanno trattando col primo ministro guidati da un capo carismatico.
La maggiore attenzione dei media verso lo Yemen è dovuta al fatto che OBAMA lo ha citato come un caso di successo (!!!) e serve anche a distrarre da quel che accade in Arabia Saudita dove per la prima volta viene proclamato re, il Crownprince senza il coinvolgimento formale e attivo della famiglia e col coinvolgimento di internet….
Questo ha messo fuori gioco i clericali del clan nel processo di scelta reale ed essi cercheranno di far sentire la loro voce altrimenti.
Il re è malandato e avremo presto un altro passaggio di potere.
Muqrin aveva preparato la successione a Abdallah ( che forse è morto qualche giorno prima) e per ora ha sistemato le cose dando il ministero della Difesa al figlio del re e la carica di ” principe ereditario del principe ereditario” a Mohammed Ben Nayaf che regge, come suo padre, l’interno.
Adesso il paese è in mano al quadrunvirato che si completa con Mishaal comandante della guardia nazionale.
E con questo credo di aver risposto anche all’altro quesito.
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Secondo la Reuters “By appointing his youngest half-brother Muqrin, 69, as Crown Prince and nephew Mohammed bin Nayef, 55, as Deputy Crown Prince, Salman has swiftly quelled speculation about internal palace rifts at a moment of regional turmoil”; sei d’accordo ? GiC
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