DOPO 307 ANNI LA SCOZIA VUOLE L’INDIPENDENZA CON UN REFERENDUM CHE SI TERRÀ IL 18 SETTEMBRE. SCELTA EMOTIVA CON CUI L’INGHILTERRA RISCHIA IL TUTTO PER TUTTO. di Antonio de Martini

Altro che Giarabub ! La fine dell’Inghilterra è iniziata non appena giunta al suo apogeo , con la guerra Anglo-Boera.
Alfred Millner, governatore del Sud Africa ed imperialista convinto e che ritroveremo protagonista della prima guerra mondiale, promosse lo scontro per consentire all’impero inglese di impossessarsi delle immense ricchezze minerarie da poco trovate in territorio Boero.

Fu l’inventore primo dei campi di concentramento ( anche per le donne e i bambini…) e della propaganda preparatoria volta a creare l’idea di una guerra difensiva contro i rozzi boeri, per ottenere la massima partecipazione popolare.

Egli promosse con le stesse tecniche , nella convinzione di perpetuare il dominio britannico su un terzo del pianeta, il primo conflitto mondiale per distruggere la Germania vista come un concorrente che stava crescendo troppo.

Verso la fine della prima guerra, dal suo posto in seno al gabinetto di guerra, capì di aver sbagliato strategia e aver posto le basi della perdita dell’impero e cercò la pace, ma venne sconfitto da un irremovibile Clemenceau che pretese di andare fino in fondo e la spuntò.

Millner aveva capito tardi, ma aveva ragione . Churchill lo definirà, “un uomo senza illusioni.”

Con la grande guerra era ormai evidente la decadenza britannica accelerata poi dal secondo conflitto e dalla valanga di debiti contratti con l’America per resistere .

Il primo pubblicamente avvertibile sintomo della decadenza del
Leone britannico fu la nascita, nel 1922, della Repubblica di Irlanda
.

L’ultimo rantolo potrebbe essere la secessione pacifica della Scozia il prossimo 18 settembre.

Lo SNP ( partito nazionale scozzese) diretto da Alex Salmond ha promosso un referendum su questo tema inalberando testimoniale del calibro di Sean Connery ( lo 007 di grande successo cinematografico).

I temi agitati dalla propaganda secessionista sono quelli egoistici del benessere e dello sfruttamento dei pozzi petroliferi del mare del nord.
La contro propaganda pone l’accento sui pericoli previdenziali insiti in ogni cambiamento e nelle incertezze di bilancio che si creerebbero con la nascita di spese militari e di sicurezza autonome.

La posta è in realtà più grande. Dopo la nazione cattolica irlandese anche quella scozzese tende ad affrancarsi per vendicarsi di tre secoli di subordinazione politica, economica e sociale.
Gli inglesi hanno solennemente promesso di devolvere tutte le tasse alla regione scozzese che ha già importanti deleghe di governo.
Una vittoria di misura degli unionisti sarebbe quasi più rovinosa – per gli inglesi – della secessione, perché costituirebbe l’inizio di una diatriba destinata a continuare.
Adam Smith, David Hume, Tony Blair e Gordon Brown sono tutti nati a nord del futuro ipotetico confine.
Se penso ai Croati che negano a Marco Polo la cittadinanza di Venezia e lo dichiarano loro compaesano, provo un moto di simpatia per la perfida Albione.

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Commenti

  • robertobuffagni  Il agosto 22, 2014 alle 4:32 PM

    E anche Robert Louis Stevenson. Poi verrà la Spagna, con Catalogna e Paesi Baschi…

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  • Alberto  Il agosto 27, 2014 alle 1:56 PM

    volevo solo correggere un microscopico refuso. Il politico inglese appropriatamente citato nell’articolo è Alfred Milner, non Millner, come erroneamente scritto. Di tale tipologia di individuo, di cui grazie al tuo stimolo , Antonio, mi sono aggiornato, ci scampi Iddio!! La sua ipotesi di razza inglese = razza superiore ha creato eccidi disumani e disastri politici, in ottima e cristallina buona (ma purtroppo falsa) fede. non a caso nel suo vigoroso corpo scorreva anche ottimo sangue tedesco

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  • donato  Il agosto 30, 2014 alle 11:32 PM

    Sarebbe più esatto affermare la fine della Gran Bretagna.

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