Mentre ero in vacanza in una stretta valle di montagna dove ogni albergo aveva il suo segnale internet che si sovrapponeva agli altri impedendo le comunicazioni se non a pagamento, mi è venuto spontaneo il parallelo con la situazione del Vicino e del Medio Oriente.
Le voci si accavallano di proposito e impediscono ai più di capire cosa si prepara all’orizzonte.
La comunicazione più importante l’ha fatta – ignorato dai fautori della guerra – il capo degli Stati Maggiori riuniti, generale Dempsey, che – presente il segretario alla Difesa Leon Panetta – ha tirato le orecchie al duo Netanyahu- Barak ( Ehud) dicendo testualmente che con il loro ventilato attacco all’Iran ed ai suoi impianti nucleari, Israele potrebbe ” rinviare, ma non impedire” l’ingresso della Persia nell’era atomica.
Non è la prima volta che i politici americani affidano messaggi per Israele ai loro militari, specie nelle vigilie elettorali, ma la presenza di Leon Panetta al fianco del generale, ha tolto ogni illusione a chi avesse voluto coltivarne.
Un primo segnale di dissenso fu fatto con le dichiarazioni di ben tre ex capi dell’intelligence israeliana, che per funzioni sono i personaggi più in contatto col governo americano. Le ricorderete perché le ho riportate tutte.
un altro segnale, più debole, ma ugualmente significativo si è avuto la settimana precedente quando ” fonti dell’intelligence ” americana hanno fatto trapelare la decisa volontà saudita di abbattere eventuali aerei israeliani che sorvolassero il suo territorio quand’anche diretti contro l’Iran.
La dichiarazione ” non autorizzata” mirava a restringere l’incertezza iraniana circa le rotte di avvicinamento all’obbiettivo e dunque restringere la probabilità di successo di un blitz aereo.
Gli interessi USA e Israeliani sul tema Iraniano sono in netto contrasto.
Israele vorrebbe dissanguare economicamente e militarmente l’Iran , come accade a Siria ed é accaduto alla Libia e calcolano solo le loro perdite immediate, mentre gli USA non possono non considerare la eventualità di una sia pur temporanea interruzione dei flussi petroliferi nel golfo persico e nello stretto di Oman.
Il 20% del petrolio mondiale ( anche saudita) passa di li e gli analisti valutano che il petrolio potrebbe rincarare di un ulteriore 20%, senza contare che la Cina e l’India , principali clienti dell’Iran, finirebbero tra le braccia del fornitore più prossimo: la Russia, con effetti strategici devastanti per il futuro degli USA in Asia e non solo.
Inoltre, non va sottovalutato il fatto che le forniture militari americane e le loro stesse basi in Arabia, perderebbero significato in caso di demolizione dell’avversario principale dei sauditi…
Israele vorrebbe placare l’ansia migratoria dei suoi cittadini – la bilancia demografica è deficitaria da troppo tempo – mentre gli USA hanno interesse ad alimentare la tensione nelle aree petrolifere che giustifica “il pizzo” imposto agli Sceicchi e mantiene elevato il prezzo del petrolio che rende economica l’estrazione dei greggio anche dalle scisti bituminose del continente nord-americano.
Diversa la situazione siriana dove è in atto una sorta di ” libanesizzazione” della situazione politico-militare alimentata dalla rivalità anglo-francese.
Rischiamo di finire con un conflitto pluriennale come quello libanese che è durato diciassette anni.
Mentre i ” volontari ” inglesi ( partono da Manchester invece che da Londra per non dare nell’occhio) cominciano ad essere numerosi, il ministro degli esteri francese Fabius è in ” tournée” nei paesi limitrofi ed è arrivato a dichiarare che ” Assad non merita di restare su questa terra”.
Non l’hanno detto neppure di Hitler buonanima.
A Teheran intanto si sono riuniti ben ventisette paesi ( tra cui India e Cina e le potenze centroasiatiche) per invocare una soluzione politica ala crisi siriana e mostrare l’esistenza di un legame forte con la Siria.
Intanto il Ramadan è giunto alla fine senza la caduta di Assad e al secondo martedì di novembre il ricatto elettorale di Netanyahu a Obama sarà esaurito.
Se il premier israeliano vuole attaccare, dovrà farle a fine ottobre o al ponte di Novembre per non Dar modo di reagire al presidente USA.
Se Israele attaccasse a settembre, Obama avrebbe tutto il tempo per farlo pentire per il resto dei suoi giorni.
Commenti
Leggo ora e ben tornato. Se posso aggiungere, gli USA stanno facendo quello che Ron ben Yishai , un giornalista israeliano, ha chiamato uno “strike contro Israele”, facendo filtrare quanto hai riportato tramite Foreign Policy e Bloomberg. L’ambasciatore israeliano a Washington, Oren (Michael, non Daniel) ha subito risposto a Dempsey che “siamo pronti a colpire i siti iraniani anche se ciò dovesse solo ritardare il loro programma nucleare”, aggiungendo che “comunque in Medio Oriente uno due o tre anni sono molti”. Il problema é che Israele vuole che Obama ribadisca all’ONU e davanti al mondo che l’Iran non otterrà armi atomiche e che Israele ha sempre e comunque il diritto di difendersi inoltre vorrebbe che se i progressi dei colloqui 5+1 non saranno evidenti e significativi i colloqui stessi saranno definitivamente sospesi; e che la linea da non oltrepassare non sia quella di Panetta -l’Iran non deve arrivare alla sua decisione se costruire una bomba- ma al contrario quella di evitare che l’Iran sia in grado di assemblare la bomba. Il caso della Corea del Nord insegna qualcosa. u momento importante può essere il possibile incontro tra fine settembre e primissimi di ottobre tra Netanyhau e Obama all’ONU. Tra i due non c’é certo feeling (il secondo, come Merkel, pensa e lo ha detto che il primo sia un bugiardo e il primo pensa che il secondo dica pochissimo e faccia ancor meno); se il colloquio non andasse bene, il mese più pericoloso sarebbe proprio ottobre fino al 6 novembre, giorno delle elezioni USA. Altro problema é che Obama non ha affatto rinunciato ad un eventuale attacco all’IRAN, ma lo sposterebbe a metà 2013. Considerata la miserevole situazione dell’Europa proprio a ottobre 2012, con la Grecia che pencola molto pericolosamente e che si “salverà” solo in sogno, il momento molto pericoloso e una guerra oltre quella montiana contro gli evasori fiscali di cui da noi si parla dal 1945, é veramente una minaccia incombente. Torno in vacanza. GiC
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Il problema è che Israele non può subordinare a sue ipotetiche esigenze di sicurezza , la sicurezza del mondo intero.
Non può, perché queste “esigenze di sicurezza” sono state definite “patologiche” da numerosi esponenti e analisti israeliani, anche su questo blog.
Sappiamo che i diplomatici hanno l’obbligo di fare le dichiarazioni imposte dal governo che rappresentano.
Sappiamo che i più alti esponenti dell’intelligence israeliana hanno messo in guardia il loro paese dal fare una aggressione militare contro un paese che negli ultimi mille anni non ha mai fatto guerra a nessuno.
Sappiamo che Netanyahu ha problemi di politica e rivalità interna sia col ministro degli esteri che con quello della Difesa e che questo precario equilibrio lo spinge a rilanciare la crisi per restare al potere .
Sappiamo tutti che Israele ha rifiutato di firmare il Trattato di non Proliferazione nucleare e si è dotata di un arsenale segreto ( ma non troppo).
Sappiamo, per notizie di stampa israeliane della scorsa esperienza di governo di Netanyahu , che la moglie non ha i nervi a posto e tu che sei medico sai anche che ” chi si assomiglia, si piglia”.
In questa fase Netanyahu sta ricattando Obama , facendo finanziare la campagna elettorale del suo rivale per costringere gli USA – che da sempre garantiscono la sua sicurezza e prosperità accollandosi il costo della Difesa – piegarsi al volere del piccolo stato di Israele, che intende sovrapporre la sua malata volontà di potenza, alle valutazioni dell’AIEA, dell’ONU, del 5+1, e di tutti gli analisti ( compresi quelli israeliani).
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Pirandello aveva la moglie pazza, ma certo non lo era. JHWH continua a essere uno, di Allah mi pare che ce ne siano parecchi. Poi, tu che vivrai, vedrai. a settembre devo litigare in condominio; mi basta e avanza. GiC
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Leggiti il post che ho appena impostato.
La religione c’entra come i cavoli a merenda.
Che poi Pirandello fosse meno matto della moglie…..
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L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:
SIAMO NEL 2012 (aprile) E GIÀ SI SAPEVA CHE I ” VOLONTARI” INGLESI PER LA SIRIA PARTIVANO DA MANCHESTER PER NON DARE NELL’OCCHIO. E CHE QUELLO ISRAELIANO ERA UN BLUFF.
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