In Inghilterra, paese ancora profondamente marinaro, si è costituita qualche mese fa la SAMI, Security Association for Maritime Industry e si è messa al lavoro chiedendo al governo l’autorizzazione a imbarcare delle scorte armate private.
Gli argomenti addotti erano di peso e la richiesta fu accolta: la flotta mercantile britannica ha un valore superiore ai dieci miliardi di sterline e negli ultimi quattro anni sono stati sborsati a fini di riscatto oltre trecento milioni di Sterline; uno spazio di 180 milioni di miglia quadrate reso insicuro alla navigazione internazionale e la necessita di diminuire i costi delle assicurazioni.
Da febbraio, data dell’approvazione governativa , si è messo in moto il meccanismo di sollecitazione alla emissione delle linee guida di comportamento delle scorte armate, con raccomandazione al governo di ” non emasculare” la precedente decisione con comportamenti troppo garantisti per i battelli armati che eventualmente si imbattessero su quelle rotte.
La SAMI ha organizzato un convegno a livello nazionale nel giro di un mese e , benché io non ne conosca i contenuti, so che l’operazione si è conclusa nel senso desiderato dalla comunità della Security, degli armatori e degli assicuratori.
La situazione è chiara, le navi protette e la legalità definita.
In Italia, si è fornita alla chetichella una scorta armata – a spese della comunità nazionale – non si sono date direttive chiare e il dibattito , se si farà, si farà a marò condannati .
E La Russa e Di Paola proseguiranno le loro brillanti carriere, raccomandando a tutti
noi di ” fare sistema” per uscire dalla crisi.
Commenti
Pare che mettano i nostri marinai vicino all’aeroporto. Per quelli del Varignano è una segata andarseli a riprendere. Basta avere le palle di dare l’ordine.
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Magari senza scriverlo su internet e sapendo dove andare poi …
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Anche questo è vero….sul dove andare ci sono tante navi “alleate” al largo….
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