UNA PROPOSTA PER RIDURRE LA BOLLETTA ENERGETICA DELLE FAMIGLIE E LE SPESE COMUNALI PRIMA DI FINIRE COME DETROIT PER COLPA DEL SIGNOR DEL PIANO. di Antonio de Martini

Una ventina di anni fa , il cardinale Biffi – all’epoca arcivescovo di Bologna – propose in una intervista, di chiudere le trasmissioni televisive per un giorno alla settimana

” per non far perdere alla gente il contatto con la vita reale”.

In effetti, è dal 1977 che il signor Gianni Del Piano, fondatore e proprietario di GBR la prima televisione libera nata a Roma, per distinguersi decise di inaugurare la trasmissione NO STOP 24 ORE. Film ripetuti cento volte, ma ad ogni ora del giorno e della notte sapevi che su GBR c’era un programma in corso, con all’angolino destro la sigla della TV.

Tanto bastò per contaggiare la RAI e dopo poco, tutte le TV d’Italia libere o no, iniziarono a trasmettere NO STOP.

Era la libertà dalla RAI TV e dai suoi boiardi arroganti.

La grande vittoria psicologica di Del Piano fu che dopo poco, anche la RAI mise il proprio marchietto in fondo a destra, mentre era perfettamente riconoscibile per la miglior qualità della trasmissione.

Ora che tutti sono diventati boiardi arroganti e la bolletta elettrica costa cifre blù, potremmo approfittare della crisi per diventare più ragionevoli, meno teledipendenti, risparmiare una grossa cifra di energia elettrica e riposare il cervello dedicandoci alla conversazione in famiglia o al consumismo in ristorante , entrambi benefici per le famiglie e per l’economia nazionale.

Ordinare lo spegnimento delle stazioni televisive un intero giorno alla settimana ( proporrei il lunedì , così diamo mercato anche alla stampa sportiva e diminuiamo la conflittualità) e vietare le trasmissioni notturne dalle 01,30 alle 05,00, produrrebbe un notevolissimo risparmio energetico ( pensate non solo alla RAI e Mediaset che risparmiano anche gli straordinari di molte persone, ma ai milioni di televisori spenti perché non ci sono programmi da vedere), ma anche a turni di riposo meno massacranti per gli addetti, al calo del costo dei programmi – causa la diminuzione della domanda – alla eliminazione di molti programmi e baldracche mandati nell’etere solo perché “gli altri vanno in onda e dobbiamo andarci anche noi ” .

Ogni bolletta familiare coinvolta nella operazione ( 24 milioni) avrebbe una riduzione stimabile in un settimo dei consumi, ossia il 14% in meno. Idem per le stazioni televisive.

L’intervallo potrebbe anche avere effetti demografici interessanti o almeno stimolare il mercato dei profilattici.

Se non vogliamo farlo per amore delle menti nostre e di quelle dei nostri figli, possiamo farlo per ridurre i costi della bolletta energetica italiana che altrimenti ci farà finire come è finita a Detroit. Non lo sapete vero?

La città di Detroit copre un’area di 139 miglia quadrate e contiene il 60% di abitanti in meno di quanto ne contasse durante la guerra di Corea ( 1952/3).

La città ha 88.000 lampioni dedicati alla pubblica illuminazione.

Il 40% sono rotti e il comune non può permettersi di ripararli, perché non ha più fondi ( è indebitato per 12 miliardi di dollari a medio termine e ha un deficit di circa 300 milioni annui).c’è un comitato misto municipio-Stato che controlla ogni centesimo.

Il sindaco, DAVE BING ha creato una authority incaricata di contrarre un prestito di 160 milioni di dollari per ridurre i lampioni a 46.000 , ripararli affidandone la manutenzione in esterno e risparmiare così circa 10 milioni di dollari all’anno.

Naturalmente, pensano di favorire lo spostamento degli abitanti nelle aree ancora servite dalla pubblica illuminazione, eliminando altre zone dal novero delle zone servite.

In una zona buia, un commerciante di telefonini di Detroit ha subito dodici rapine in un anno.

Il piano di riconversione della città e deportazione volontaria degli abitanti è stato già approvato dal governatore dello stato Rick Snyder che emetterà i decreti statali di competenza necessari per la realizzazione del piano che prevede addirittura la riconversione agricola di alcune aree, un tempo urbanizzate.

Non è solo un problema di deindustrializzazione limitato a Detroit: Colorado Springs ha spento 9.000 dei suoi 25600 lampioni, per ridurre la bolletta di 1,3 milioni; Santa Rosa , in California; Rockford, in Illinois, sono altrettante città dove la luce non è più un diritto elementare dato per acquisito. Intere zone sono al buio ormai, inclusi i cento chilometri quadrati di parchi pubblici. Prima della luce, era stata tagliata la manutenzione alle strade e ai marciapiede.

La popolazione ha la scelta tra abbandonare la città e accettare di lavorare per l’industria automobilistica a basso prezzo.

Il motivo è che Detroit ha un debito a lungo termine di oltre 12 miliardi di dollari e un deficit annuo attorno ai 300 milioni.

Uno studio della Mc Kinsey del 2010, sempre i soliti , ha dato queste cifre riportate da Bloomberg: 15.000 lampioni di Detroit hanno tecnologie che risalgono agli anni venti, l’ammodernamento del sistema costerebbe tra i 140 e i 200 milioni di dollari e le spese di esercizio aumenterebbero di cinque milioni all’anno.

Spicciamoci a spegnere i televisori prima che venga Marchionne con un buona proposta per il nostro sindaco.

DEDICO QUESTO POST AI COSPIRAZIONISTI ILLUSI CHE CREDONO CHE GLI STATI UNITI VIVANO A MISSILI E CHAMPAGNE. L’ AMERICA E’ ANCORA QUI. SE CI RIMBOCCHIAMO LE MANICHE E RICONQUISTIAMO I NOSTRI MERCATI. CONVINCETE LE BANCHE ANDANDO IL 31 MAGGIO ALLE 10 ALL’ASSEMBLEA DI BANKITALIA. NO ALLE BANCHE CONTRO L’ECONOMIA REALE.

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