La dichiarazione di Mario Monti ” Forse non si può parlare di un patto segreto tra l’Italia e la Germania, ma di una forte iniziativa di collaborazione italo tedesca” richia di far ricordare a noi più anziani il bel film ” Il Federale” con Ugo Tognazzi,
in cui il bravo comico ottiene la sospirata promozione a federale del partito fascista proprio nel giorno in cui compiuta la sua ” missione delicata”, gli americani entrarono in Roma.
Se fino ad ieri i dodici paesi del continente cui si stanno aggregando in queste ore Francia e Olanda, erano la maggioranza dei ventisette paesi della U.E. , adesso la mancata ricandidatura del primo ministro lussemburghese a presidente dell’Eurogruppo ( la massima istanza economica dell’Eurozona ) ha conseguenze importantissime: l’adesione del Lussemburgo alle tesi di ” crescita e non rigore” accentuerà l’isolamento della Merkel , il cui tentativo di distrarre l’Europa con la questione Ucraina non è sfuggito a nessuno.
Per restare nella metafora sportiva evocata, è il primo autogol degli europei.
Domenica ci saranno le elezioni generali in Grecia ed in Irlanda ( gli uni alle prese col debito pubblico e gli altri con quello delle banche private ) arrivano le elezioni in due Länder tedeschi e a settembre gli Olandesi vanno alle urne. Mi meraviglierei se il socialista belga Elio Di Rupo si discostasse dal trinomio Benelux.
Saranno altrettante spinte sulla via del ” quantitative easing” della Federal Reserve e della Banca d’Inghilterra, che consiste – detto “alla burina” – nello stampar moneta ( o eurobond , scelta che Juncker ha giudicato ineludibile) nei quantitativi eventualmente necessari.
Verrà insomma adottata una politica inflattiva come negli USA e in UK che sgonfierà i debiti delle aziende e delle banche e tornerà a penalizzare nuovamente il reddito fisso, ovvero i pensionati.
Quel giorno non vorrei chiamarmi Monti, nemmeno come omonimo.
Quanto al Presidente Napolitano, invocherei la clemenza della corte ed ascriverei a suo merito la, sia pur tardiva, cacciata di Berlusconi che passerà alla storia come l’ultimo ricamo della Prima Repubblica.
Mi limiterei a ricordare le parole pronunziate ier l’altro dall’ Amministratore Delegato delle Generali, Giovanni Perissinotto, verso Antoine Bernheim – quasi coetaneo del Presidente – ( otto mesi di differenza) : ” è vecchio” ed anche lui è affezionato alla casa in cui abita.
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Commenti
Scusi signor De Martini,Lei vorrebbe dire alla burina o meglio terra-terra , che il nostro Mario Morti si è spostato a favore della Merkel nel momento in cui tutte le nazionii europee hanno captto che bisogna rilanciare l’economia per non affondare e per rilanciare l’economia bisogna emettere nuova moneta ? E che la Merkel rimasta sola con la compagnia dell’italico alleato non capisca che per lei è la fine?
Secondo Lei crede che la chiamata al governo(più o meno) di Bondi sia il segnale di abbandono di M. Morti .Mi sono sempre domandato come mai Bondi Enrico,il combattente della Parmalat, non fosse stato chiamato subito dal vecchio capo Giorgino, a sistemare dopo Parma anche l’Italia..
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Non ho detto che Bondi sia il segnale della caduta del Presidente del Consiglio. Ho detto che i partiti cominciano a presentare possibili candidature.
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