Anche i rapporti col governo marocchino rischiano di incrinarsi. Poco male, penserà Borghezio, non ha petrolio ma solo fosfati.
Abbiamo tutti visto il traghetto marocchino che ha chiesto di fare rifornimento ad Augusta nelle varie riprese TV dei telegiornali e la enorme scritta COMANAV sulla fiancata.
Questo evento è un esempio di quali danni possano essere provocati dalla combinazione tra ignoranza e razzismo tipici della nostra burocrazia. La pubblica opinione ha tutto il diritto di essere ignorante, ma la burocrazia è pagata per risolvere problemi e non per crearli.
La Comanav è se non la più grande una delle più grandi agenzie di turismo e trasporti del regno del Marocco. Il suo proprietario-fondatore era il cognato del direttore generale della AIR MAROC con la quale è certamente legata almeno da accordi commerciali.
Il governo marocchino , invece di mandare – come noi e altri paesi NATO – navi da guerra a raccogliere i propri cittadini sorpresi dalla guerra in Libia, ha inviato uno dei traghetti che fanno abitualmente la spola tra Europa ( Francia) e le coste del Marocco.
La nave è stata evidentemente dirottata in tutta fretta verso le costre libiche senza aver potuto fare i dovuti rifornimenti. Che diamine, siamo nel mediterraneo e non nel pacifico !
Imbarcati i propri concittadini e salpata senza potersi rifornire ( i libici razionano evidentemente il carburante:sono in guerra) la nave ha fatto rotta verso il porto più vicino, proprio come ha fatto la Mimbelli ( vedi blog che precede).
La nostra eroica capitaneria di porto, dopo essersi presumibilmente – molto presumibilmente – consultata con le superiori autorità marittime e di governo, ha deciso di inimicarsi un altro stato arabo e nord africano, infliggendo alla nave ed ai suoi passeggeri un trattamento contrario alle leggi internazionali del mare, dando prova di razzismo ( “sono arabi che vogliono certamente immigrare” ) , ignoranza ( non conoscevano la Comanav che è l’equivalente dei nostri traghetti Canguro più quel che era la CIT quando era pubblica) , mancanza di iniziativa ( poteva abbordare la nave per constatare la mancanza di carburante) , mancanza di collegamenti ( sia telefonici con l’ambasciata del Marocco che con quella italiana a Rabat), cattiva preparazione professionale (non era stato predisposto un piano per dare assitenza in mare pur essendo contiguii ad una zona di operazioni militari), attitudine a ingannare la pubblica opinione per difesa corporativa di colleghi “sfortunati”( comunicati, per annunziare la ripulsa di una nave in difficoltà e silenzio sull’arrivo su un Cacciatorpediniere lanciamissili – costato milioni e milioni e male impiegato – autodanneggiatosi in acque libiche ( unico della flotta alleata….) che dovremmo conoscere a menadito.
Se a questo aggiungiamo la storiella di Ruby e del suo certificato di nascita, possiamo proprio dire che abbiamo dato una bella immagine di noi italiani.
Commenti
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